Messina: successo per l’evento “Medici del futuro, farmaci equivalenti-biosimilari qualità, efficacia e sostenibilità”
Eugenio Cucinotta, Presidente corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Messina – ha portato i suoi saluti istituzionali descrivendo l’iniziativa molto interessante per la preparazione di uno studente del corso di laurea di Medicina e Chirurgia. “Qualità, sostenibilità ed efficacia del farmaco equivalente saranno oggetto di una serie di interventi autorevoli nel corso dell’evento formativo – ha continuato Cucinotta – particolarmente rivolto ai futuri medici e per spiegare loro la varietà di farmaci che oggi hanno a disposizione”. Achille Patrizio Caputi, Professore di Farmacologia, già Presidente SIF – Nell’ultimo decennio si è assistito ad una profonda modifica degli investimenti industriali nel campo farmaceutico, passando dalla produzione di farmaci “quasi per tutti i pazienti” (es. statine, beta-2-agonisti, ecc.) a farmaci per “pochi e selezionati” (evolocumab, mepolizumab). “Questi ultimi farmaci, frutto della migliore conoscenza dei meccanismi patologici delle malattie e delle tecnologie di produzione stanno determinando un insostenibile progressivo aumento della spesa per farmaci – sottolinea il Professore – i generici e biosimilari sono uno strumento utile di contenimento dei costi. Ad esempio, negli USA, dove 8 prescrizioni su 10 sono per farmaci generici, si è ottenuto un risparmio nel solo 2010 di 158 miliardi di dollari. Il ridotto costo dei generici e dei biosimilari inevitabilmente fa pensare che siano peggiori rispetto ai relativi prodotti originatori, anche perché la stessa classe medica risulta avere scarse conoscenze sui processi che portano alla loro produzione. I risultati, ottenuti da studi epidemiologici e del mondo reale, stanno sempre più confermando la loro efficacia, sicurezza e cost-saving”.
Giorgio Colombo, Farmacoeconomista Università degli Studi di Pavia – ha dichiarato che: “I farmaci Off patent (a brevetto scaduto) rappresentano ad oggi in Italia oltre il 70% del consumo a quantità territoriale e circa il 22% della spesa, anche se la maggiore prescrizione si concentra ancora sui prodotti branded (a marchio commerciale) a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei dove si privilegia il farmaco equivalente puro (unbranded). Il percorso che ha portato a queste quote di mercato dal 2000 a oggi testimonia un lento sviluppo del mercato. Tra i farmaci Off patent, i farmaci equivalenti puri (unbranded) in Italia sono tuttavia ancora un mercato relativamente minore (22% circa a quantità e il 6% della spesa) se ci confrontiamo con altri paesi europei, dove rappresentano ormai a quantità il 60% – 80% del mercato e il 30- 40% della spesa – continua Colombo – esiste infatti un’importante letteratura clinica di supporto alla piena sostituibilità tra farmaco equivalente vs. brand in tutte le aree terapeutiche. La presenza di una quota rilevante del mercato dei farmaci equivalenti puri (unbranded) è tuttavia una condizione necessaria affinché la concorrenza di prezzo nel settore si possa dispiegare e le aziende alla scadenza brevettuale inizino a competere sul prezzo con forti riduzioni e con contemporanei benefici per il sistema sanitario pubblico, oltre a ridurre notevolmente la quota di ticket a carico del cittadino. Se l’Italia si allineasse alla media dei paesi Europei avanzati, dove il farmaco generico puro (unbranded) è una realtà consolidata e culturalmente accettata, il SSN si gioverebbe di risorse incrementali non di poco conto, che potrebbero essere destinate al rimborso e all’impiego di terapie innovative.