Regionali Sicilia, nella lista Fava ex sindaci e consiglieri comunali. Polemiche con la famiglia Impastato per il nome “Centopassi”: “la figura di Peppino usata come marchio pubblicitario”

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LaPresse/Vincenzo Livieri

Tra i 62 candidati con la lista a sostegno di Fava presidente,  “Cento passi per la Sicilia”, c’è anche l’ex sindaco di Avola Gaetano, la bersaniana Mariella Maggio di Mdp-Art1, il portavoce di Sinistra comune Luigi Carollo e l’editore Ottavio Navarra, Cangemi, l’ex senatore dei Ds Ciccio Aiello. A questi si aggiungono  l’ex segretario del PD di Messina Giuseppe Grigoli e alcuni consiglieri comunali, tra cui Maurizio Rella (Messina); Resi Iurato  e Alessia Piccione. Il criterio di composizione della lista ha privilegiato dunque gli amministratori locali. Intanto non si placano le polemiche sul nome scelto per la lista di Fava. “Abbiamo appreso che una lista per le prossime elezioni regionali ha nel simbolo la scritta ‘Cento Passi per la Sicilia‘. E’ chiaro a tutti il riferimento a un film con quel titolo, ma pure a Peppino e alla nostra storia e alle lotte che nel nome di Peppino abbiamo condotto in questi 40 anni, spesso in grande solitudine, per salvarne la memoria e ottenere giustizia. Noi riteniamo che questa iniziativa, oltre ad essere un’operazione elettorale alla ricerca di consensi, sia strumentale, utilizzi come un marchio pubblicitario la figura e l’immagine di Peppino e l’impegno di chi ha continuato ad operare ‘con le sue idee e il suo coraggio’“, scrivono in una nota congiunta il Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, l’associazione Peppino Impastato e Rete 100 passi e i familiari del giovane attivista ucciso nel 1978. “Cento passi’ è un’espressione che ho inventato io oltre 20 anni fa – ricorda Fava all’AdnKronos – e che è diventata oggi una grande storia collettiva, che appartiene alla memoria di tanti in tutto il Paese. E’ il titolo di un capitolo di un mio libro dedicato alla storia di Impastato, un’espressione che ho fatto nascere sette anni prima del film di Marco Tullio Giordana e che non richiama solo la storia di Peppino Impastato, ma anche quella di Giuseppe Fava e di tutti quelli che sono caduti in Sicilia e in Italia per mano mafiosa, di tutti quelli che si sentono liberi di fare una scelta politica non per obbedire o per appartenere”Non è solo Peppino Impastato– conclude Fava- ma è un patrimonio collettivo. Mi sembra un filo ipocrita quest’accusa a me di usare un’espressione che io stesso ho creato, mentre si tace sulla lista di Musumeci, che usa un’espressione creata da Paolo Borsellino“.

 

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