Per la Cisl di Messina è necessario un progetto che crei occupazione e opportunità di sviluppo
Preoccupa, non lo ha nascosto Genovese, la lunga stagione elettorale che ci si appresta a vivere. «Rischiamo di finire ulteriormente nel tritacarne di una campagna elettorale lunghissima che partirà a novembre con le regionali per finire con le amministrative del Comune di Messina la prossima estate. Certamente verrà promesso il mondo a colori per poi scoprirsi nelle condizioni di degrado, povertà, emarginazione, illegalità e sopraffazione in cui ci troviamo». Preoccupazione per una campagna elettorale che rischia di «invertire le priorità» è stata manifestata anche dal segretario generale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo. «Già è così – ha sottolineato – pensiamo a quelle che noi consideriamo priorità, ovvero infrastrutture, rifiuti, il problema acqua. E poi la necessità di avviare il Patto per la Sicilia, uno degli elementi portanti per lo sviluppo. Ma – ha continuato Milazzo – non registriamo risultati positivi neanche sull’utilizzo dei fondi europei e la nostra preoccupazione è quella che se non si riuscirà a spendere l’intero importo si rischia una decurtazione. È un quadro macroeconomico che risente dell’azione politica che non si è concretizzata negli ultimi mesi». Per la Cisl siciliana è necessario sfruttare l’ultimo scorcio di legislatura per dare una risposta ai siciliani. «Dopo l’approvazione del bilancio, non ci sono stati ulteriori interventi legislativi per incentivare lo sviluppo e mettere a sistema quelle fragilità come acqua e rifiuti che rappresentano le vere emergenze della comunità. È indispensabile un riordino complessivo, la situazione della gestione dei rifiuti è sotto occhi di tutti e il Piano regionale non è stato ancora approvato. O si da una risposta occupazionale o si rischia di perdere un anno dietro alle diatribe dei partiti. Noi vogliamo vedere i programmi, serve rendere il sistema economico siciliano moderno e sostenibile. La forbice si è allargata e i siciliani ricchi sono sempre più ricchi, quelli poveri sempre più poveri. Per questo è necessario dare una risposta occupazionale». Poi la chiusura su Crocetta. «Cosa lascia Crocetta al mondo lavoro? Tante incognite e tante incompiute. Si era partiti con tante speranze ma il dato conclusivo è deludente».