Il museo storico dell’arma dei carabinieri in un francobollo: l’emissione nell’80esimo anniversario dell’inaugurazione

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Il Ministero dello Sviluppo Economico ha emesso, il 6 giugno 2017, un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “il Patrimonio artistico e culturale italiano” dedicato al Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri, nell’80° anniversario dell’inaugurazione. Il francobollo, del valore di € 0,95, è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; in cinque colori e una tiratura di seicentomila esemplari”. Sulla cimosa di ogni singolo foglio, in corrispondenza dei francobolli, ad eccezione della posizione in cui sono collocati i codici a barre, è riprodotto il logotipo del Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri. La vignetta, opera dalla bozzettista Maria Carmela Perrini, rappresenta un gruppo bronzeo realizzato nel 1886 da Stanislao Grimaldi, raffigurante un Carabiniere a cavallo con un cane, il quale si evidenzia sulla facciata del palazzo che ospita a Roma il Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri; il Tricolore delimita, in basso, la leggenda. Completano il francobollo la leggenda “80° MUSEO STORICO DELL’ARMA DEI CARABINIERI”, la scritta “ITALIA” e il valore “€ 0,95”. A commento dell’emissione è stato realizzato un bollettino illustrativo con articolo a firma del Generale C.A. Tullio Del Sette, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri. Lo “Spazio Filatelia” di Roma 1 sito in Via delle Grazie 8 utilizzerà, il giorno di emissione, l’annullo speciale realizzato da Filatelia di Poste Italiane. Il francobollo ed i prodotti filatelici correlati sono disponibili negli Uffici Postali abilitati, negli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia e sul sito poste.it. “80 anni fa, il 6 giugno 1937, a Roma, apriva le porte al pubblico il Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri: un evento importante, atteso da tempo e molto sentito tra le fila dell’Arma ma non meno partecipato dall’intera popolazione. La stampa e i cinegiornali dell’epoca ci raccontano di una piazza Risorgimento e delle sue vie limitrofe gremite di folla, in attesa dell’arrivo della Bandiera dell’Arma e del sovrano Vittorio Emanuele, accolti da un imponente schieramento di Carabinieri Reali in grande uniforme, a piedi, in bicicletta e a cavallo, tra i quali si distinguevano i Corazzieri in tenuta di gran gala, i Carabinieri con le uniformi storiche del 1814 e un intero squadrone di Zaptiè, i valorosi Carabinieri indigeni delle colonie italiane in Africa, con la loro fanfara di trombe anch’essa a cavallo.  L’idea di un Museo era stata avanzata fin dal 1908, in vista delle celebrazioni del primo centenario di fondazione dell’Arma, in un famoso articolo che l’allora Capitano Vittorio Gorini pubblicò sulla Rivista Militare Italiana, organo ufficioso del Ministero della Guerra, in cui tra l’altro si affermava: “…Le narrazioni scritte, comunque eloquenti e poderosamente sentite, non valgono a pareggiare l’impressione che l’anima e la mente ricevono dalla visione di quelle raccolte di memorie reali che riguardano la storia di un popolo, di una città, di una istituzione. Per la via degli occhi fedeli, il cuore comprende, sente ed apprende. E le più nobili facoltà dell’animo si svolgono e si rinvigoriscono sotto il benefico influsso dell’esempio…”.

La proposta aveva riscosso subito un largo consenso, ma gli eventi che di lì a poco impegnarono l’ancora giovane Regno d’Italia, dal devastante terremoto di Messina e Reggio Calabria nel dicembre di quello stesso anno alla guerra italo-turca combattuta in Libia e nel Dodecaneso, dall’ingresso nel I conflitto mondiale ai perturbamenti sociali e dell’ordine pubblico del dopoguerra, non consentirono di avviare concretamente il progetto prima degli anni venti. Una prima raccolta di documenti e di cimeli fu realizzata in quegli anni presso la sede della Legione Allievi Carabinieri, di cui era diventato frattanto comandante proprio l’ormai Colonnello Gorini. La collocazione non era casuale: quello era infatti il luogo, allora come ancora oggi, deputato alla formazione morale ed etica, prima ancora che professionale, dei giovani Carabinieri. Nel 1925 un regio decreto diede formalmente avvio alla costituzione del Museo, istituito come Ente morale: la sede prescelta per l’allestimento fu la palazzina che aveva ospitato fino ad allora la Scuola Allievi Ufficiali, dapprima occupandone soltanto alcuni locali, non destinati ancora ad un pubblico esterno, per procedere poi, negli anni trenta, ad un radicale intervento di ristrutturazione, su progetto dell’architetto Scipione Tadolini, che ne consentì la completa fruizione, la realizzazione dell’ingresso principale sulla piazza Risorgimento e dell’elegante salone d’onore su cui si apre il Sacrario dedicato ai Caduti.  Da ottanta anni il Museo Storico è dunque il custode, geloso e a un tempo proteso all’incontro con il pubblico, delle memorie più preziose della ultra bicentenaria storia dell’Arma. Memorie che si concretizzano in una suggestiva raccolta di cimeli e di documenti rari, di uniformi storiche e di armi antiche, di opere d’arte e di stampe d’epoca. Memorie che rappresentano un patrimonio di valori e di ideali appartenenti all’intera Nazione, alla cui storia e ai cui destini i Carabinieri hanno tanto legato le loro imprese e alla cui popolazione hanno dedicato il loro generoso e quotidiano servizio, in Italia e all’estero. Oggi il Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri si propone con numerose iniziative culturali a un largo pubblico, che vorremmo sempre più ampio, anche come luogo vivo di incontro e di produzione culturale, di stimolo intellettuale per conoscere il passato, riflettere sul presente e prepararsi meglio al futuro”.

Generale C.A. Tullio Del Sette

Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

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