Reggio Calabria, Mala Sanitas: chiesto il rinvio a giudizio per medici e infermieri del reparto di Ginecologia

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LaPresse/ Adriana Sapone

Il prossimo 10 ottobre medici e infermieri indagati nell’inchiesta Mala Sanitas degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, dovranno presentarsi di fronte al giudice per le indagini preliminari. Fra di loro, ci sono anche tre medici e un’ostetrica inizialmente non colpiti da misura, mentre gli approfondimenti investigativi coordinati dal procuratore aggiunto Gaetano Paci e dai pm Roberto Di Palma e Annamaria Frustaci, hanno permesso di chiarire la posizione di altri due fra ginecologi e infermieri inizialmente coinvolti nell’inchiesta. Nessun rinvio a giudizio e’ stato chiesto per l’infermiera Antonia Stilo e per i ginecologi Francesca Stiriti e Salvatore Timpano, per i quali era stata disposta inizialmente l’interdizione professionale di dodici mesi, annullata poco dopo l’interrogatorio di garanzia. Dovrebbero invece affrontare, per la Procura, il giudizio i ginecologi Roberto Rosario Pennisi, Massimo Sorace e Marcello Tripodi e l’ostetrica Giuseppina Strati. Per i pm, sono a vario titolo responsabili di aver arrecato gravi lesioni a pazienti e neonati, ma anche di aver alterato le cartelle cliniche in modo da coprire con grossolani falsi errori e omissioni. Medesima richiesta e’ arrivata per medici e infermieri colpiti da misure cautelari all’epoca dell’esecuzione dell’ordinanza. Dovranno dunque presentarsi di fronte al gup l’ex primario Pasquale Vadala’, l’ex facente funzioni Alessandro Tripodi e i ginecologi Filippo Sacca’ e Daniela Manunzio, tutti ancora agli arresti domiciliari, ma anche la ginecologa Antonella Musella, la neonatologa Mariella Maio, gli anestesisti Luigi Grasso e Annibale Musitano, tutti colpiti da interdizione dalla professione per dodici mesi.

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