Reggio Calabria, Carmelo Caserta è il nuovo presidente del Mo.c.i.

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Il 27 aprile nel Salone “don Mimmo Marino” della parrocchia dell’Itria a Reggio Calabria, si è tenuta l’Assemblea dei soci del Movimento Cooperazione Internazionale – MO.C.I. Durante i lavori il Presidente prof. Santo Caserta ha illustrato il bilancio 2015 e relazionato sulle numerose attività svolte durante l’anno appena trascorso. Attività di Cooperazione Internazionale svolte in Africa, in particolare, in Rwanda, Kenia e Benin. Ma anche attività di sensibilizzazione, di Cooperazione decentrata e di Educazione allo Sviluppo a Cosenza e Milano dove il Moci è presente con due sedi staccate, e a Reggio Calabria dove ha sede legale l’OnG prima in Calabria come numero di soci e di attività svolte in Italia e all’estero, che da più di trent’anni si impegna per le popolazioni più povere del Sud del mondo. Dopo l’approvazione del bilancio l’Assemblea dei soci ha votato il Consiglio Direttivo che per i prossimi tre anni, sarà  composto dai soci Maria Valeria Longo, Annita Saraco, Carmela Campolo, Carmelo Caserta e Paolo Marcianò. Il Consiglio ha poi eletto al suo interno come nuovo Presidente il prof. Carmelo Caserta, il quale ha ringraziato i consiglieri per la fiducia accordatagli ed ha confermato il suo impegno per la realizzazione del programma illustrato in assemblea per il corrente anno 2016. In particolare ha sottolineato l’importanza della campagna nazionale:“ Abbiamo riso per una cosa seria”, che il 14 e 15 maggio vedrà impegnati tanti volontari nelle piazze delle nostre città per offrire un pacchetto di riso a chi vorrà  dare un contributo a sostegno dell’agricoltura familiare in Italia e nel mondo. Grazie alla collaborazione con la Coldiretti, il pacchetto di riso 100% italiano diventa anche il simbolo dell’alleanza tra gli agricoltori italiani e i contadini di tutto il mondo, che vogliono liberare l’agricoltura dalla schiavitù e dare valore e dignità a chi lavora la terra, senza che sia costretto ad abbandonarla.  Papa Francesco, lanciando la campagna internazionale: ”Una sola famiglia umana. Cibo per tutti”, ci ha esortato a condividere “quel che abbiamo nella carità cristiana con chi è costretto ad affrontare numerosi ostacoli per soddisfare un bisogno così primario” e a farci “promotori di un’autentica cooperazione con i poveri, perché attraverso i frutti del loro e del nostro lavoro possano vivere una vita dignitosa”. Accogliendo il suo invito, il MOCI sta realizzando  presso la diocesi di Cyangugu in Rwanda e la diocesi di Machacos in Kenya dei  progetti di agricoltura familiare, che coinvolgono alcune comunità di contadini poveri, riuniti in cooperative. Con i fondi raccolti i contadini potranno  coltivare prodotti da mangiare ( riso, fagioli, mandioca e banane), dando così sostentamento alle loro famiglie. Quella familiare è un’agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e sull’economia familiare, orientata all’autoconsumo e alla vendita diretta; un’agricoltura di basso o nessun impatto ambientale, fondata su una scelta di vita legata a valori di benessere, di giustizia e di solidarietà più che a fini di arricchimento e profitto; un’agricoltura quasi invisibile per i grandi numeri dell’economia, ma irrinunciabile perché il cibo sia diritto di tutti.

 

 

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