Reggio Calabria, le intercettazioni shock di Mala Sanitas: “minchia, gli ha sfondato la vagina”. E scoppiano a ridere

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Reggio Calabria, emergono nuove agghiaccianti intercettazioni dall’inchiesta “Mala Sanitas” sui reparti di Ginecologia e Ostetricia degli Ospedali Riuniti

LaPresse/ Adriana Sapone

Emergono nuove conversazioni intercettate riguardo l’operazione “Mala Sanitas” che ieri ha portato all’arresto di alcuni medici dei reparti di Ginecologia e Ostetricia degli ospedali riuniti di Reggio Calabria.

In una conversazione, il dott. Alessandro Tripodi (medico ginecologo presso il reparto “Ginecologia e Ostetricia”, Primario responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Ostetricia e Ginecologia) fa apertamente riferimento alla circostanza che il dott. Timpano, nel corso dell’intervento aveva cagionato ad una paziente una perforazione della vescica, analogamente a quanto era accaduto nel caso della paziente denominata.

  • TRIPODI: “minchia non sai che è successo, stanotte l’ira di Dio”;
  • MANUZIO: “eh? e di chi?”;
  • TRIPODI: “allora, quella lì, eh, di Timpano, che gli ha sfondato la vagina”;
  • MANUZIO: “eh”;
  • TRIPODI: “eh, allora, lo sai, ha la vescica aperta”, (RIDE……RIDE…..RIDE);
  • MANUZIO: “eh”;
  • TRIPODI: “allora dal drenaggio esce urina .. te la ricordi a …? Era oro…..mi ha chiamato Pina Gangemi…dottore vedete se potete venire che qua c’è l’ira di Dio…” ride….ride “che oggi……….2 litri di urina dal drenaggio” (ride) “…..in pratica…sono andato…. la vescica era aperta….l’hanno suturata in triplice stato…..”.
LaPresse/ Adriana Sapone

In un’altra conversazione, Tripodi parlando peraltro con altro collega medico dr.ssa Manunzio, le riferisce quanto appresso direttamente dal dr. Vadalà evidenziando che lo stesso (in prima persona) gli ha riferito (a conferma della gravità di quanto occorso in sala operatoria in uno dei casi trattati) “di non essersi ancora riuscito a spiegare cosa abbiamo combinato i colleghi medici in sala operatoria” (“VADALA’ mi ha spiegato e mi ha detto io non lo so che cazzo hanno combinato, perchè l’isterotomia era fatta alta. Poi, dice c’era un buco nella vagina e l’utero in pratica era come se avessero fatto una..inc.le.. per fare un’isterectomia, la stessa cosa (ride) …… dice non ha capito neanche lui quello che ha fatto..sangue che usciva a fontana da sotto..inc.le..m’immagino a TIMPANO”), concludendo poi Tripodi in ordine anche all’ulteriore intervento di Vadalà (“poi, è arrivato VADALA’ e gli ha dato un paio di punti là sulla vagina. Dalla vagina perdeva“).

Tripodi continuerà anche a ridere nel caso della morte di un neonato. In un’altraconversazione dice alla moglie che era morto un bambino, durante un parto eseguito dal dott. Pasquale Vadalà e dalla dott.sa Daniela Manuzio; nella telefonata aggiungeva di aver lasciato l’ospedale con la scusa di un appuntamento e di aver spento il cellulare, per evitare che il dott. Vadalà lo facesse rientrare in reparto (TRIPODI: “ehi… eh niente, gli è morto un bambino quà… A VADALÀ E ALLA MANUZIO …omissis… ho chiuso il cellulare apposta, cretina, perché sennò mi chiamava in continuazione Vadalà eh…omissis.. e infatti me ne sono andato subito (ma fuia subutu) (n.d.r. ride)…”).

LaPresse/ Adriana Sapone

Estremamente significativa appare una conversazione in cui il dott. Tripodi ripercorreva – dimostrando di possedere ampia conoscenza del caso clinico in questione – le fasi che avevano portato all’aggravamento di una paziente e la scarsa trasparenza del primario Pasquale Vadalà nei confronti della stessa in relazione alle sue reali condizioni di salute (TRIPODI A. :”””…omissis…hanno operato a una, una certa [Omissis], Vadalà e Pennisi…omissis…allora, nella sostanza, questa qua ha dolori, insomma le hanno preso l’uretere di sinistra e c’è un idronefrosi a sinistra…omissis… l’hanno operata un mese fa circa…omissis…e ha un idronefrosi di secondo grado a sinistra, logicamente, questa qua ha dolori no? …omissis… e gli hanno impapucchiato alla signora che ha un infezione, che ha questo che ha quest’altro…”””) (TRIPODI M.: “””…omissis…e le hanno preso l’uretere (ride) …omissis…lui mi ha detto una volta: “nella colpisterectomia, l’uretere non si può prendere mai”… (ridono), “questo è il bello”, mi disse, “mai al mondo si può prendere”… e infatti l’hanno presa!!! (ridono) …omissis…”””). Nel corso del racconto i due sanitari ridevano della situazione, noncuranti della gravità della condotta tenuta nei confronti della donna operata e dei familiari.

Risate continue di Tripodi anche con un’altra collega, Francesca Stiriti:

  • TRIPODI: “ma, si sono messi l’altro giorno a fare un’isterectomia”
  • STIRITI: “come come?”
  • TRIPODI: “si sono messi l’altro giorno a fare un’isterectomia per via vaginale, per un carcinoma dell’endometrio”
  • STIRITI: “eh”
  • TRIPODI: “e gli è rimasto l’utero nelle mani (ride)”
  • STIRITI: “gli è restato l’utero nelle mani?”
  • TRIPODI: “Allora! stava morendo la paziente, scioccata”.

Colpisce ancora una volta la circostanza che i conversanti si mostravano alquanto insensibili e superficiali, ridendo scherzosamente del tragico evento occorso a un’altra paziente. Infine, ad appesantire ulteriormente il quadro di inadeguatezza professionale concorre la frase, di assoluta eloquenza, pronunciata dalla dott.sa Stiriti: “Mamma che scempio! che scempio! povero a chi ci capita, mannaia la buttana ah?”. Atteggiamenti agghiaccianti che lo stesso Gip Antonino Laganà sottolinea: “Si ride letteralmente (stando sempre alle riportate risultanze in atto della parte investigativa) degli altrui errori medici forieri di devastanti conseguenze per le pazienti ignare vittime di tale situazione con ciò (anche) delegittimando e di fatto sfiduciando totalmente il singolo medico “preso di mira” in nulla –e questo ciò che rileva ai presenti fini- rilevando la drammaticità della situazione medica occorsa”.

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