Aeroporto dello Stretto, i repubblicani: “politica in letargo, in agonia, in coma profondo o già defunta”

StrettoWeb

“Sull’Aeroporto dello Stretto ognuno si sbizzarrisce a dare improbabili soluzioni e a polemizzare con tizio o caio a seconda dell’appartenenza politica. Da anni i Repubblicani sostengono che dopo un malinconico declino il nostro aeroporto andrà ineluttabilmente verso la chiusura. La classe politica, priva di idee, di progetti e di piani industriali, pensa di risolvere il problema con contribuzioni pubbliche a questa o tal’altra compagnia aerea. Come più volte spiegato, in base a direttive europee sulla concorrenza, tutto ciò è vietato anche quando tale ostacolo potesse essere aggirato. L’Aeroporto dello Stretto deve essere in attivo e per arrivare a questo è necessario raddoppiare l’utenza. Solo allora potremo sperare in una prospettiva migliore per le due città, Reggio e Messina, che dovrebbero esserne servite. Per raddoppiare l’utenza non bastano i pannicelli caldi delle contribuzioni alla gestione: sarebbe come voler riempire d’acqua una pentola piena di buchi. Per lanciare le attività aeroportuali bisogna avere un Aeroporto degno di tal nome. Crotone sta migliorando celermente la sua deficitaria situazione. Certo, San Giovanni in Fiore è vicina a Crotone e non a Reggio ed è più facilmente raggiungibile da Crotone che non da Lamezia. E noi siamo contenti e felici per i crotonesi e per i tanti turisti che in estate affollano quelle zone, e che il governatore possa raggiungere più celermente la sua residenza. Bisogna ricordare agli smemorati e a quanti preferiscono il letargo politico che la struttura aeroportuale di Reggio e Messina ha perso l’utenza della Piana e della Locride e grandissima parte dell’utenza messinese, per la mancata costruzione di un nuovo porto passeggeri in prossimità dell’aeroporto e per colpa dei governi italiani e più specificatamente dell’ANAS, per i secolari ritardi della costruzione del tratto autostradale Gioia Tauro-Villa San Giovanni, e per l’ormai biblico ritardo dell’ammodernamento della S.S. 106”, scrive in una nota il segretario dei repubblicani Giuseppe Baronetto.

“Tra nove mesi (il tempo di una gestazione) – prosegue– sarà inaugurata l’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Inaugurarla però non significa terminarla. Manca ancora il finanziamento (sic!) di sessanta Km. Bisognerebbe chiedere i danni al Governo. L’Aeroporto dello Stretto ha da tempo finito di chiamarsi aeroporto Tito Minniti e per l’appunto, sostanzialmente si chiama dello Stretto, perché è a servizio delle città che su di esso affacciano. Reggio e Messina sono due Città Metropolitane: la prima sulla base della legislazione nazionale e la seconda sulla base di quella regionale, essendo la Sicilia Regione a Statuto Speciale. Come è stato detto tempo fa in un convegno organizzato dai Repubblicani: “La Città Metropolitana è un piccolo Stato”. Essa – aggiunge– ha autonomia amministrativa e (entro certi limiti) politica, può colloquiare direttamente con la Commissione Europea, con il Governo Italiano e con le Regioni di appartenenza. Qual è allora il punto? Creare sistemi di trasposto da Reggio all’aeroporto di Lamezia o creare sistemi di trasporto per raggiungere l’isolato Aeroporto dello Stretto? È auspicabile che il silente presidente della Regione Calabria possa contattare il presidente della Regione Sicilia allo scopo di cercare e trovare unitarietà di intenti sullo sviluppo dell’Aeroporto dello Stretto. Insieme potrebbero e dovrebbero stabilire che parte dei POR regionali possono essere programmati per la struttura aeroportuale di Reggio e Messina. E si può pensare, sempre insieme, ad una società di gestione che non sia sottoposta all’asfissia di Enti Locali che per legge hanno esaurito il loro ruolo. Proposte e domande che resteranno senza risposte da parte di un ceto politico inadeguato quando non in malafede. L’aeroporto è isolato, è difficile da raggiungere e si trova più comodo e più conveniente andare a Catania o a Lamezia. Va invertita questa tendenza al fine di rendere agevole arrivare nella comune infrastruttura siculo-calabro.

L’aerostazione va realizzata a mare: ne esistono esempi a decine nel mondo, per non parlare degli esempi italiani di Genova e Venezia. Si lascino da parte incompetenti elucubrazioni tecniche sulla fattibilità di un attracco diretto dei mezzi di navigazione. In un futuro prossimo, ma non lontanissimo, il turismo in Italia sarà il mercato di cinesi, indiani e sudamericani. L’Associazione per l’amicizia Italia-Cina –ribadisce– già aveva pensato in proposito ad un grande aeroporto in una zona della Sicilia, idoneo a ricevere i turisti di provenienza orientale. Un modernizzato Aeroporto dello Stretto potrebbe servire a questo; pensiamo ai turisti che vanno a Taormina o alle isole Eolie. Programmiamo una piattaforma per il futuro. Questa infrastruttura deve essere prioritaria su tutto il resto. L’aeroporto di Catania è di già sovraffollato e parte di quell’utenza potrebbe ripiegare sull’Aeroporto dello Stretto. È difficile usufruire dei voli charter perché ancora oggi per atterrare a Reggio i piloti hanno bisogno di una licenza particolare. Le tecnologie moderne consentono di superare questo problema. Si provveda al loro acquisto. Presidente Oliverio, la smetta di dormire e si dia una mossa dichiarando apertamente quanto ha in mente. O, malgrado tutto dobbiamo rimpiangere il passato?!“, conclude..

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