Reggio, esposto-denuncia sulla nomina di direttore sanitario dell’azienda B.M.M.

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Di seguito la denuncia presentata da Annunziato Azzarà, segretario provinciale Uil-Fpl al Procuratore della Repubblica Federico Cafiero De Rao ed al Procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni sulla nomina dell’incarico di direttore sanitario dell’azienda B.M.M. del dott. Doldo:

Con riferimento all’esposto/denuncia inoltrato a codesto Ufficio di Procura in data 19.10.2015 ad ulteriore integrazione dello stesso, il sottoscritto Annunziato Azzarà nella qualità di segretario Provinciale del sindacato UIL-FPL (Unione Italiana del Lavoro-Federazione Poteri Locali), chiede, qualora le SS.LL. lo ritengano opportuno, di voler estendere le indagini anche con riguardo alla nomina ed alla successiva riconferma nell’incarico di Direttore Sanitario Aziendale del dr.Giuseppe Doldo (nato il 15 aprile 1950), ed all’eventuale connesso mancato esercizio delle funzioni di vigilanza e controllo che per legge sono demandati agli organi aziendali interni (collegio Sindacale) ed a quelli regionali (Dipartimento Tutela Salute e Struttura Commissariale per il piano di rientro) su tali provvedimenti, compreso quello del noto pensionato Giulio Carpentieri a direttore amministrativo della medesima Azienda Ospedaliera (Bianchi-Melacrino-Morelli) di Reggio Calabria. Come già evidenziato nell’esposto/denuncia inoltrato in data 19 ottobre 2015, in base al disposto degli artt. 3 del D.Lgs 502/92 e s.m.i. e dell’art. 15 comma 3 della Legge regionale n. 11/2004 e s.m.i. l’aspirante alla nomina di direttore sanitario e amministrativo deve possedere, oltre agli altri requisiti previsti, anche quello dell’età non superiore a 65 anni. Tale previsione normativa è stata del tutto disattesa sia quando il dr Giuseppe Doldo è stato nominato per la prima volta direttore sanitario con la delibera n° 2 del 03.04.2015, avendo egli compiuto i 65 anni appena dodici giorni dopo (il 15 dello stesso mese) il conferimento dell’incarico di che trattasi, sia quando è stato successivamente rinconfermato per l’ulteriore semestre con la delibera n. 761 del 2.10.2015, già agli atti del procedimento. Come si rileva anche per tale nomina si è in presenza di eventuali comportamenti reiteratamente commissivi ed omissivi da parte dello stesso Commissario Straordinario dr. Francesco Antonio Benedetto, caratterizzati da possibile spregio ed inosservanza della normativa vigente, superficialità, arbitrarietà ed indifferenza di ogni regola di oculata gestione degli interessi dell’Amministrazione, con ulteriore ed eventuale formazione di danno erariale e di immagine dell’Azienda medesima. 

Non di meno, possono essere responsabili i componenti del Collegio Sindacale laddove avessero omesso, in ipotesi, di effettuare i debiti controlli di legittimità e contabili e produrre denuncia alle competenti autorità amministrative e giudiziarie, nonché il Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute e il Commissario ad acta per il piano di rientro per il mancato esercizio del potere di vigilanza e controllo sugli atti dell’Azienda Ospedaliera, disponendo l’annullamento in autotutela ai sensi dell’art. 13, comma 4, L.R. .n. 11/2004. Senza ritornare nel merito della vicenda non può non rilevarsi come la violazione delle suddette norme, reputate imperative, implica la nullità del contratto stipulato dalla Regione Calabria con il dr. Giuseppe Doldo, con l’ulteriore aggravante della illegittimità/illiceità degli atti e provvedimenti adottati dall’A.O, impugnabili da chiuque ritenga di essere stato leso dagli stessi. Il comportamento del Commissario Straordinario dr Benedetto, lungi dall’essere determinato da inesplicabili nodi interpretativi, che risultano fugati dalla deliberazione della G.R della Calabria n. 307 del 27.08.2015, pubblicata sul BUR Calabria n. 59 del 16.09.2015 di indizione di un nuovo avviso pubblico per l’istituzione degli elenchi regionali degli idonei alla nomina a Direttore Sanitario e Direttore Amministrativo nelle Aziende del Servizio Sanitario della Regione Calabria, in cui all’art. 2 si richiede espressamente, tra gli altri requisiti, il possesso di età non superiore a 65 anni, integra, in ipotesi, il reato di cui all’art.323 cod. penale, per la evidente sussistenza dell’elemento oggettivo, ossia dello sfruttamento dell’ufficio per perseguire finalità di interesse privato. Difronte a queste condotte in ipotesi illegali che si ripetono e sono frutto di una impostazione malata della gestione della cosa pubblica e di una possibile spregiudicata conduzione dell’ordinaria amministrazione, nonché ledono i diritti e gli interessi dei lavoratori e del Sindacato ed offendono l’immagine delle istituzioni rappresentate, con gravissimo pregiudizio del pubblico erario, codesta Procura, ultima fortezza per gli onesti, valuterà se intervenire, adottando, ove necessario, provvedimenti di natura cautelare al fine di impedire che eventuali reati siano portati ad ulteriori e più gravi conseguenze. Il presente esposto denuncia oltre che alle autorità in indirizzo verrà inviato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente ANAC dr. Raffaele Cantone affinché, ove ne ravvisino la necessità, ciascuno per la parte di propria competenza, dispongano quanto necessario per il ripristino della legalità e per l’eventuale attivazione dei procedimenti previsti dall’art. 126 della Costituzione. Alla Procura della Repubblica del Tribunale di Catanzaro ed alla Procura regionale della Corte dei Conti per la Calabria, per l’avvio dei rispettivi procedimenti di legge, ove ravvisino ipotesi di reato e danno erariale anche nei confronti degli organi regionali e statali in premessa indicati. Recapito telefonico 380 5289083.

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