Messina città turistica: è possibile?

StrettoWeb

Nel 2014 70mila turisti sono sbarcati a Messina dalle numerose navi da crociera che sostano in porto: come e quale città appare ai loro occhi?

Messina, città di mare e di montagna: ad est l’alba sullo Stretto, ad ovest il tramonto dai Colli San Rizzo. Messina è un vero e proprio gioiello paesaggistico, impreziosita da panorami mozzafiato: Torre Faro, i laghi di Ganzirri, i segreti boschi dei Peloritani, lo spettacolo sinistro di Massa San Nicola, e chi più ne ha più ne metta. Terra di popoli e storie, avamposto multiculturale al centro del Mediterraneo, insomma, la città offre, per sua natura, spettacoli unici e meravigliosi. Ci siamo chiesti se solo i nostri occhi vedano queste cose, perché innamorati della bellezza della città che ci ha dato i natali, o se anche i numerosi turisti che sbarcano quotidianamente dalle navi da crociera pensino la stessa cosa. Quale città appare ai loro sguardi? Su cosa si concentrano i loro occhi?

Non abbiamo dubbi sul fatto che avvertano immediatamente il fascino suscitato dal paesaggio dello Stretto e dalle bellezze naturali della città. Ciò su cui desideriamo porre l’attenzione non è sul conclamato carattere naturale speciale che avvolge la città dello Stretto, ma su ciò che i suoi abitanti offrano ai turisti in termini di accoglienza e servizi: recentemente è stata recuperata la zona adiacente alla cortina del porto, ricostituendo il marciapiedi e inserendo diversi passaggi pedonali con tanto di semafori, ma in stato non ugualmente curato versa la zona della Stazione. Ci sono diversi servizi per i croceristi che vogliano svolgere delle visite guidate per il centro storico di Messina, compreso il bus della Citytour che fa fare un giro complessivo della città. Ma tanti sono i luoghi, anche centrali, di Messina che sono inesplorati dai turisti, forse perché non adeguatamente proposti ed illustrati: per citarne uno, le mura di Carlo V. A pochi minuti a piedi, anche se in salita, dal porto messinese, esse sono circondate da un decoro realmente manchevole: le scale sono in condizioni fatiscenti, per via dell’inciviltà che accomuna taluni messinesi. In generale, si ha l’impressione che i messinesi poco si prendano cura della fisicità della propria città. Pare, a volte, che quasi non si sentano a casa loro: a scuola, allorché buttavamo una carta a terra, le maestre ci rimproveravano dicendo “tu a casa tua faresti così? Voglio proprio vedere cosa direbbe tua madre”. E allora si instilla il dubbio che due possano essere le fenomenologie di comportamento del messinese nella propria abitazione: o ne ha cura riconoscendola come unico luogo proprio e pertanto degno di ordine e pulizia, oppure no, lasciando che essa si faccia crogiolo di sporcizia e incuria. Ciò spiegherebbe come mai il messinese non si curi delle strade che attraversa tutti i giorni, delle aiuole che lo circondano, delle piazze che lo accolgono: non solo una disaffezione della cosa comune, pubblica, ma anche della propria! Non si stupiscano, dunque, i cari turisti: non è colpa dei messinesi se sono incivili: è, questa, una sfumatura della loro cultura, la cultura dell’incuria.

È possibile, dunque, una Messina turistica, una Messina che tragga la quota maggiore di sostentamento dall’utilizzo corretto delle proprie risorse naturali, storiche e culturali? Ciò è attualizzabile nella misura in cui il messinese rinsavisca, e si renda conto che, oltre alle belle parole sulla perfezione della spiaggia di Torre Faro e dell’arancino di Famulari, deve rispetto a ciò che, con immensa bellezza, ogni giorno lo circonda.

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