Succede agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria: “… lo porta in un corridoio e lo fa fuori!”

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Tra scarafaggi e lucertole gli operatori sanitari del Pronto Soccorso denunciano

Già da qualche tempo la Sanità italiana “annaspa” e quella calabrese è in “agonia” (che novità)! Nel nostro caso “tremebondo” “la paziente Sanità” della città dello stretto è all’ultimo rantolo dopo i vari tentativi di “rianimarla”. Eppure, il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, assicura che “non la stiamo perdendo”! Ne è proprio certo? Oggi sembra che nulla e nessuno possa segnare una controtendenza al destino di questa città dirimpettaia a Zancle! Altro che nuove “alchimie” politiche che sanno tanto di “vecchie logiche” ben note anche agli italiani di Calabria: solo politichette da strapazzo! Seppur nell’esercizio della sintesi che m’imporrò, sono certo che i lettori scorgeranno rigo dopo rigo, ciò che farebbe rabbrividire Principi, poeti e uomini illustri di questa città e non solo. Contattato mi sono recato al Pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera che comprende i due presidi: “Ospedali Riuniti” e “Ospedale Eugenio Morelli”. Sono ricevuto da due medici e un’infermiera professionale.

Non ne possiamo proprio più!” Questa la frase d’esordio dell’unanime e accorato appello degli operatori sanitari che rivolgono attraverso la “tastiera” di quest’umile cronista, perché il clamore che si auspica da queste pagine, possa suscitare nell’opinione pubblica sdegno e contribuire, ciascuno per le proprie competenze e ruoli, alla svolta del “cuore pulsante” dei Riuniti: il Pronto soccorso! L’auspicio di questi operatori sanitari, non può farmi omettere di evidenziare che l’Italia dei diritti e dei doveri costituzionali, che dovrebbero essere tutelati dagli esponenti politici eletti dal popolo o, senza alcun condizionale, magari lo sono, ma pochi se ne accorgono, paradossalmente se godono della visibilità nazionale con “l’intervento” di “Striscia la notizia” o dei talk show con i conduttori “strilloni”, ottengono quasi sempre soluzioni alle varie problematiche. Se questo è il viatico e la panacea per la soluzione dei nostri “mali”, allora siamo proprio alla frutta!

Pur non essendo parte della “banda” di “Ricci” o alla mercé di editori che “ambiscono”, nelle modestissime proporzioni contribuisco e mi faccio “latore” delle istanze dei lodevoli operatori sanitari del Pronto soccorso di Reggio Calabria, così come sarei disponibile a farlo per altri presidi: da nord e ancora più a sud dello stivale. Sia ben chiaro che le legittime rivendicazioni di medici e infermieri dell’angusto e obsoleto Pronto soccorso (forse sono stato troppo magnanimo nella definizione), sono mirate a garantire normali prestazioni di servizi sanitari ai cittadini (bacino d’utenza oltre 250.000) che, allo stato, stante le dichiarazioni dei medici ascoltati, non possono assolutamente essere erogate come si vorrebbe e si dovrebbe! E’ ovvio che a pagarne le pesanti e ormai  insopportabili conseguenze sono gli “assistiti”alla stregua di medici e infermieri di questa “frontiera” sanitaria (che novità anche questa)! Premesso ciò, s’invita a leggere con attenzione quanto hanno dichiarato gli operatori sanitari del Pronto Soccorso (due medici e un’infermiera) che viene riportato senza alcuna alterazione di significato e/o omissione.

Vedo che avete elencato dei punti in merito le criticità del Pronto soccorso. Di cosa si tratta. (Prima di iniziare questo formale incontro, lei (Medico 1) ha affermato che “opera” tra scarafaggi e lucertole).

Medico 1: Sì, sì, sì, sì, questa è la sporcizia, è palese!

In che cosa consiste questa sporcizia?

Medico 1: E in che cosa consiste? Nella… nel…

Medico 2: Nelle pulizie quotidiane…

Quindi non c’è manutenzione.

Medico 1: No, non c’è manutenzione. Soprattutto la pavimentazione in linoleum, dove si rischia di cadere perché scollata completamente.

Medico 2: Scollata completamente!

Medico 1: Cioè al di là… noi non è che possiamo aspettare qua un altro anno per poter lavorare nel nuovo Pronto soccorso. “Loro” avevano detto che il Pronto Soccorso doveva essere pronto già a aprile, ma è ancora là e non si sa quando sarà pronto!

Medico 2: Doveva essere pronto per aprile.

Medico 1: Non può essere un alibi, non può essere…

Doveva essere pronto aprile 2015?

Medico 2: Sì.

Medico 1: Sì, sì. Non può essere un alibi il nuovo Pronto soccorso. Intanto, stiamo lavorando in queste condizioni!

Siamo ad agosto!

Medico 1: Con 75.000 accessi annui!

Medico 1: 75.000 accessi “HUB”, significa ospedale regionale di primo soccorso. Di “HUB” questo non ha assolutamente nulla, perché la sporcizia…

“Questo” cioè la struttura.

Medico 1: Si. E neanche quello che sarà… questi sono i punti già di carenza di vivibilità quotidiana, la sporcizia, zanzare, aria condizionata, questi sono…

Medico 2: … sono essenziali!

Medico 1: Questi sono i punti già di carenza. Poi abbiamo carenza di personale nella qualità degli ausiliari, quelli proprio che “spingono” il barellato! Stanotte sono stato con un solo ausiliario, significa manco uno a sala, manco uno a sala!

Quante sale ci sono?

Medico 1: Ci sono tre sale, ci vorrebbe un ausiliario a sala, e sono pochi per quelle…

… per i dati di affluenza che ci sono.

Medico 1: Si, per i dati di affluenza.  Perché di solito erano almeno quattro, noi siamo arrivati allo standard di uno, e nessuno, né la Direzione Sanitaria né nessuno sa come risolvere il problema!

Medico 2: Direzione Sanitaria che chiamiamo sistematicamente!

Quindi voi avete fatto più volte questa richiesta.

Medico 2: Certo!

Medico 1: Sì!

Medico 1: Il servizio ausiliario si basa sul volontariato, questa è la cosa grave! Il servizio ausiliario dell’ospedale e del Pronto Soccorso!

Perché è grave?

Medico 1: Perché l’ausiliario volontario può fare quello che vuole, non è un dipendente, se non fa bene il suo “lavoro” io non lo posso manco cazziare! Anzi, smonta e se ne va e non aspetta neppure il cambio!

Medico 2: Non aspetta il cambio, se ne vanno alle sette, alle sei alle volte.

Medico 1: Che gli devo fare io? Se Lei viene come volontario e Lei mi saluta e se ne va, io che faccio?

Medico 1: Non è uno strutturato.

Certo, non è un subalterno, per cui…

Medico 1: Ma assolutamente, non è che ci…

Medico 2: Sì, però c’è da dire questo: che c’è un contratto con la ditta … (omissis)

Medico 1: Ma questo è un problema che doveva risolvere a monte l’Azienda!

Medico 2: Azienda che deve “fornirci” gli ausiliari sufficienti. Alla ditta … (omissis) telefono in continuazione e risponde: “Ah, noi li abbiamo mandati, ce ne debbono essere quattro sulla carta, qua hanno firmato”. “Ma io non ne ho uno”. Stanotte altra discussione grossa, mi sono incazzato di brutto, ho chiamato a … (omissis). Abbiamo fatto l’ira di Dio! Mi è stato risposto che quando poteva scendeva uno! Figlioli, ma vi rendete conto?

Medico 1: Sì, sì, sì. Poi comunque è un porto di mare questo Pronto soccorso! C’è gente che entra ed esce a volontà e non c’è possibilità di fare stare i parenti fuori, fanno…

Medico 2: Praticamente le guardie giurate non ottemperano il loro servizio.

Medico 1: La cosa bella di questa Azienda è che fanno l’ordine di servizio che si caratterizza per essere disatteso completamente! Ora non ci dovrebbero essere parenti…

Quindi nessun controllo sul servizio che viene espletato.

Medico 1: Assolutamente. Siamo “autonomi” nella gestione. Ormai, lavoriamo così da anni e tiriamo avanti per come sappiamo noi.

Medico 2: Ma non tutti, due turni, tre turni.

Medico 1: Capito?

Medico 2: Gli altri… ti arrivava l’ammalato alle nove di sera e finiamo alle quattro di mattina.

Medico 1: Beh, questo è un fatto poi interno del…

Medico 2: È un fatto interno. Con giornalista parlo per spiegare!

Medico 1: Certo, certo.

Medico 2: Hai capito?

Medico 2: Le attese lunghissime al Pronto Soccorso sono dovute anche alla carenza di ausiliari! Io debbo mandare un paziente in Radiologia ad esempio, se ci fosse stato l’ausiliario lo mandavo e dopo mezz’ora potevo decidere se ricoverarlo o dimetterlo. Invece…

Medico 1: Sono già due tre volte che viene fatto un ordine di servizio perché i consulenti vengano a visitare in Pronto Soccorso.

Medico 2: E non vengono mai!

Medico 1: Non viene nessuno!

I consulenti sarebbero i medici specialisti del reparto.

Medico 1: Ognuno accampa una scusa, ma non viene nessuno al Pronto soccorso. Sono stati comprati dei cellulari smartphone, non cellulari normali da 10 euro.

Medico 2: Ma il nostro chi ce l’ha?

Medico 1: Cioè lo smartphone, ma che me ne devo fare io?

Medico 2: Lo debbo consegnare a …(omissis).

Medico 1: Che devo farmene io dello smartphone?

E gli smartphone sono stati comprati per che cosa?

Medico 1: Per chiamare i consulenti ad effettuare le visite qui. Nessuno viene! Lo chiamo e dice: “No, ma io il reparto non lo posso lasciare”.

Medico 2: Questo quando rispondono!

Medico 1: Quando rispondono. Quindi anche quest’altra “strategia” non funziona!

Medico 1: Se debbo fare una consulenza cardiologica, invece di mandare il malato sopra dovrebbe scendere qui il Consulente, così risparmiamo gli ausiliari!

Voi mettete il condizionale: dovrebbe o deve scendere?

Medico 2: Deve.

Medico 1: Secondo quell’ordinanza che l’Azienda ha fatto, devono farlo!

Qual è questa ordinanza?

Medico 1: Dovremmo trovarla…

Vediamo questa “ordinanza”.

Medico 1: L’ordine di servizio qual è, l’ultimo… aspetta che vedo se è là dentro.

Medico 2: Vedi se ce l’hai là dentro.

(Nota protocollo n. 911 del 5 agosto c.a.) E poi…

Medico 2: Ultima comunicazione che ha fatto … (omissis): Se facciamo radiografie “in più” ci verranno addebitate!

Medico 2: Sì. Ci verranno addebitate.

No, non ho capito questo passaggio.

Medico 2: Allora, se mi arriva un paziente, un politrauma, e decido di “fare” anche un gomito perché ha sbattuto col gomito, e non è rotto, mi viene addebitato l’esame!

Quindi Lei dovrebbe avere la macchina radiografica negli occhi per potere…

Medico 2: Ah, non lo so!

Medico 1: Cioè questo già è… questo l’ha fatto il nostro primario, giustamente cercando di…

E questo è l’ordine di servizio. Lo leggo!

Medico 2: No, no, Le faccio la fotocopia, è più comoda…

No, no, no grazi, ho già letto.

Medico 1: No, cerca…

Medico 2: No, no, no, no, non serve a noi questa? No.

Medico 1: E va beh, dai.

Medico 2: Sai quale devi prendere? Quella che … (omissis) ha detto che ci addebita le radiografie.

Medico 1: E quella non so che fine ha fatto. Anche questa: lavorare sotto minaccia!

Medico 2: Fattela dare da …

Beh, quando ho il protocollo, la data, leggo di che cosa si tratta, mi sta bene. A me interessano fatti!

Medico 2: L’avevi fotografata?

Medico 1: No, me l’ha mandata … (omissis), non ti ricordi?

Medico 2: Vedi se ce l’hai là e gliela giri, tanto c’è prima … (omissis).

Medico 2: Sì. Allora una volta qualcuno lo difendeva. Poi ho fatto una “battaglia micidiale” che ho vinto con lui! Qualcuno qualche mese fa mi ha detto: “Avevi ragione, non mi aspettavo fosse così …”. È vero o no, … (omissis)?

Medico 1: Sì, sì, che ti devo dire? Io pensavo che era una persona perbene!

Medico 2: No! Mi avevano informato bene.

Il lavoro del medico del Pronto Soccorso è molto usurante, ma non parliamo solo dei medici, anche gli infermieri…

Medico 2: Gli infermieri, tutto il personale.

È tutto il personale che è in stato di sofferenza, cioè non è messo in condizioni di rendere al 100% perché la struttura è carente in diverse situazioni?

Medico 2: In tutte le situazioni possibili ed immaginabili.

Allora per quanto riguarda la struttura del nuovo Pronto soccorso, ripetiamo, nessuno vi ha chiesto pareri.

Medico 2: Niente. E non solo questo, la nuova struttura dove dovremmo trasferirci a breve…

Quindi la nuova struttura, stava dicendo, la dovrebbero consegnare a breve, che significa? Settembre?

Medico 2: Quando? Ora sono in ferie loro, non stanno lavorando!

Medico 2: Poi sa come l’hanno concepita? Dove ci dobbiamo spostare… in questa attuale bene o male c’è una piccola porta che ci divide dal “casino”, in quella nuova invece hanno fatto così (disegna), uno scatolone, entri…

I metri quadrati utili quanti sono?

Medico 2: No. Entri, qua ci sono…

100, più di 100? Non ha idea?

Medico 2: Più. Qua ci sono i bagni… Ha visto?

Sono bagni “ciechi” in pratica, senza nessuna presa diretta né di aria e né di luce.

Medico 2: Ma la cosa bruttissima sa qual è? Qua c’è “eco”, qua fanno la Tac, qua ci sono le… il corridoio con le stanze, le quattro stanze.

Quindi quattro sale.

Medico 2: Una è Stroke Emergency, praticamente dove viene il grosso traumatizzato, che debbono fare le consulenze gli altri, e l’hanno arredata di tutto punto con la scialitica.

Medico 2: Le altre sale, sono sprovviste di scialitica, dicono: “Ve ne portiamo una portatile”, ma portatile c’è un piede grande così, dove inciampi, non puoi passare col lettino. Una scialitica che costa si di meno, ma al soffitto. Poi qua stanno i parenti, qua stanno attesa visite gli ammalati e qua ci sono le porte per entrare nelle stanze: una, due e tre. Praticamente tu ti trovi i parenti senza uno sbarramento, che ti entrano e ti circolano, gli ammalati che ti entrano e ti circolano, mi dica: come facciamo a lavorare?

E la vigilanza, quelle che chiamate “guardia notturna”?

Medico 2: Dovrebbe stare qua per ora, notturna e diurna, ma non serve a niente!

Ho visto una bimba di otto – nove anni non voleva entrare perché c’era “l’uomo nero con la pistola”. Chiedo al medico: c’è setticità o asetticità in una struttura di Pronto Soccorso?

Medico 2: Qua niente, nessuna. Ambienti settici completi.

Settici completi, quindi la guardia notturna con la pistola non ha nessun problema a rimanere.

Medico 2: Nel corridoio, però non deve e non può entrare nelle stanze!

Invece …

Medico 2: Qua entrano ed escono, e fanno quello che vogliono.

Poi un’altra cosa, arriva la paziente e viene ricevuta al Triage. C’è un’infermiera specializzata, cos’è? Specializzata, vero?

Medico 2: Sì, sì.

Fa una prima valutazione e dopodiché compila…

Medico 2: La scheda.

La scheda, la scheda di accesso, dove ci sono dati sensibili.

Medico 2: Sì.

Nome, cognome, data di nascita, via, telefono…

Medico 2: Patologie…

Chi c’è al Triage, oltre l’infermiera, che ascolta questi dati sensibili?

Medico 2: La guardia notturna.

Ma questa è una violazione della privacy?

Medico 2: Siamo riusciti a farla stare fuori.

È una violazione della privacy questa?

Medico 2: Siamo riusciti a farla stare oltre la porta.

Se una cinquantaduenne, faccio un esempio, riferisce a chi sta al Triage che é in menopausa, c’è la guardia notturna che ascolta?

Medico 1: Ancora meglio: c’è una sedicenne che è venuta a chiedere la pillola del giorno dopo.

È ancora peggio.

Medico 1: Ancora peggio.

Medico 2: Una che vuole fare un’interruzione di gravidanza!

Queste guardie notturne sono lavoratori, tanto di cappello, a livello personale sono persone meravigliose, ma chi è che le ha destinate lì vorrei sapere.

Medico 1: No, non è la guardia in se stessa, è il servizio che…

Il servizio, ma chi è che li ha destinati lì?

Medico 2: Il servizio non va bene!

Sì, ma chi li ha destinati lì?

Medico 2: La guardia dovrebbe stare…

Ma io desidero sapere chi l’ha destinate proprio in luogo.

Medico 2: Il Direttore Sanitario e il Direttore…

In quel luogo. Quindi ha detto: “tu devi stare quì piuttosto che la”. E’ giusto o sto sbagliando?

Il documento, quello del cosiddetto “ricatto”, cioè se tu sbagli la diagnosi e gli fai fare un esame lo paghi tu, non l’ho ancora visto!

Medico 1: Sì, sì, quello lo dobbiamo…

Ne chiedo, se possibile, copia.

Medico 1: Se lo troviamo sì.

E’ indispensabile! Ritengo sia molto importante, rilevantissimo!

Medico 1: Tu devi “sperare” sempre che il paziente abbia una negatività.

Certo.

Medico 1: Non che abbia… se uno viene la prima volta per il mal di testa, è protocollo che bisogna fare la Tac, che poi sia negativa meno male!

Cos’è questo?

Medico 2: Le può fare una foto, perché l’hanno attaccata bene.

No, foto io non ne posso fare dentro questa struttura.

Medico 2: No, allora leggiamola assieme.

Allora, “Il cambio dell’assistenza all’ammalato autorizzato dal reparto deve avvenire entro le 21.30”. Che significa? Cioè i medici…

Medico 2: Hanno cercato di isolare l’ospedale, ed è giusto che il cambio che si danno gli autorizzati ad assistere all’ammalato se lo debbono dare, è giusto questo.

 “Gli operatori addetti al servizio di vigilanza alle 22.00 inizia un giro di chiusura di tutti gli accessi ed ispezione dell’ospedale e i reparti, allontanando tutte le persone che sostano senza giustificato motivo nei corridoi; il personale dei reparti è pregato di collaborare anche attraverso la segnalazione di eventuali visitatori non autorizzati alla permanenza”. Questo mi sembra anche corretto, no? “Dalle ore 23.00 alle ore 07.00 sono chiusi tutti i varchi d’accesso all’ospedale, e si devono abbassare le sbarre esistenti al lato destro dell’ingresso veicolare principale…”.

Medico 2: Mai fatto!

“…ed al culmine della stessa salita, permangono aperti e presidiati per pedoni ed automobili esclusivamente il varco veicolare principale e l’ingresso pedonale lato bar”. Questo non è stato mai attuato?

Medico 2: No, la sbarra non la chiudono, entrano ed escono tutti quanti. Non c’è filtro all’ingresso dell’ospedale da parte…

… del personale.

Medico 2: Di quelli della garitta.

“In questi orari sono legittimati all’ingresso esclusivamente i cittadini che hanno necessità di recarsi al Pronto Soccorso, i dipendenti che devono garantire lo svolgimento delle attività istituzionali notturni, i visitatori autorizzati dal personale del reparto, gli operatori ed i mezzi di soccorso delle forze dell’ordine”.

Medico 2: E lei qui hai visto che un ubriaco arriva con dieci persone, mentre dovrebbe avere solo un accompagnatore.  Un ubriaco e dieci accompagnatori mi sono arrivati stanotte!

“Qualora il personale della UOC interessata valuti la necessità di far accedere i familiari dei degenti in ospedale oltre le ore 23.00, dovrà comunicare al 7190 il nominativo del degente ricoverato, all’ingresso il personale di sorveglianza dovrà annotare i dati dei visitatori, richiedere la consegna temporanea di un documento di riconoscimento da riconsegnare all’uscita, e rilasciare un pass”. Avete i pass voi da rilasciare?

Medico 2: Mai visto io. Sicuramente glieli hanno dati sopra!

“Sarà compito degli addetti al servizio di vigilanza valutare ed autorizzare il numero massimo di personale da far accedere, i dipendenti devono, a richiesta del personale di portineria, esibire un badge di riconoscimento per gli accessi attraverso il Pronto Soccorso, e consentire la presenza di un solo accompagnatore per paziente, sono esclusi i bambini, le donne gravide o i cittadini diversamente abili”.

Medico 2: Sì, però…

“In questo caso è consentito un massimo di due”.

Medico 2: Sono stato al Gemelli. L’ammalato va da solo al Pronto Soccorso per la visita. L’accesso è una cosa, la visita un’altra. In fase di visita dev’essere solo se il malato è maggiorenne. Poi se servono dati che non è in grado di dare, siamo noi che chiamiamo il parente o l’accompagnatore!

“Tutto il personale reperibile chiamato in servizio dopo le ore 21.00 o durante il pomeriggio dei giorni festivi che ritiene di non poter terminare la propria attività entro le ore 23.00, è pregato di posteggiare nel piazzale principale”.

Medico 2: Là sopra. Va beh…

“Gli addetti alla portineria ed il personale del servizio di vigilanza interna sono tenuti a verificare ed a far rispettare la correttezza degli accessi all’interno del presidio”. Gli addetti alla portineria ed il personale di vigilanza.

Medico 2: Lei puoi scrivere che questo non è rispettato! Questo non rispettano: questo è! Ieri sera mi sono arrivati due ubriachi e trenta persone.

“Si confida nella collaborazione”.

Medico 2: Non è fatto male il documento, però può scrivere che non c’è un filtro, in quanto mentre ero… sono arrivati degli ubriachi con due – tre macchine al seguito, piena di amici, di ragazzi.

Uno ubriaco o degli ubriachi?

Medico 2: Uno solo ubriaco.

Con due macchine al seguito?

Medico 2: Con due macchine al seguito, con dieci accompagnatori!

Poi che altro avete scritto nel promemoria?

Medico 2: Il fatto delle radiografie, del nuovo Pronto Soccorso che non c’è una porta di sbarramento tra l’esterno…

… e la struttura stessa.

Medico 2: E le sale visite.

Le quattro sale visite.

Medico 2: E il corridoio delle sale visite.

Cosa proponete?

Medico 2: Di fare una parete di due metri ed una porta, basta.

Medico 2: Questo è il Pronto Soccorso, non gli costa niente.

Medico 2: L’ha fatta togliere il … (omissis) questa parete! C’era una parete così prima. Qua c’era la porta… va bene, ho fatto male il disegno, una parete così, e qua ci doveva essere una porta per isolare le stanze libere, non c’è!

Per migliorare la situazione qual è la proposta?

Medico 2: Qual è la proposta?

Medico 2: Debbono pulire per bene i locali! Sono anni  che non si fa da anni pulizia straordinaria al Pronto Soccorso!

Medico 1: La cosa più importante ci dimentichiamo, problematiche immediate: l’Azienda non è che prende provvedimenti! Non c’è una zona di isolamento per gli immigrati. Da tempo si verificano tutti quegli sbarchi di Immigrati e l’Azienda non si premunisce creando un locale destinato a queste persone. No, siamo costretti a  “mescolarli”  agli altri pazienti e succede il pandemonio. Ci sono donne in gravidanza, bambini …

Teme che il “contatto” possa causare…

Medico 1: Certo, non sappiamo da che cosa sono affetti.  Un’azienda seria provvederebbe a realizzare dei locali appositamente per queste emergenze, perché sono delle emergenze che si conoscono prima. Non è che gli immigrati arrivano all’improvviso, si sa già che stanno arrivando 800 migranti. Di questi 200 sono condotti al Pronto soccorso. Questa è la cattiva gestione!

Medico 2: In dotazione abbiamo la mascherina e basta: a che ci serve? Una scabbia, una cosa…

Medico 1: Un collega se l’è presa la scabbia! Ha dovuto fare infortunio sul lavoro, infortunio sul lavoro per scabbia.

Contagiato dagli immigrati.

Medico 2: Sì.

Medico 2: E la TBC che si sono presi.

Medico 1: Attenzione, che lo becchi io un contagio può essere anche contemplato nei rischi del mestiere.

Medico 2: Ah, non abbiamo nemmeno l’indennità di rischio.

Medico 1: Però non puoi pretendere che s’infetti la persona che viene qua per la propria salute, io… è contemplato nel mio rischio, no? Se io faccio il pilota di Formula uno devo mettere in conto che posso morire prima o poi, ma non deve morire lo spettatore perché lo fanno mettere a bordo pista, il concetto è questo. Me la becco io la scabbia, io sono tenuto a visitarli, anche se l’Azienda non mi mette in condizioni di sicurezza, però non può essere…

Quali sarebbero queste condizioni di sicurezza?

Medico 2: Una camera di…

Medico 1: Una camera a parte, dei locali a parte per accogliere queste persone, no? Personale adibito a questo lavoro, non mescolato a quello…

Quindi diversi medici e diversi paramedici da quelli che solitamente operano al pronto soccorso.

Medico 1: Sì.

Medico 2: Ma anche se non diversi medici, di far….

Medico 1: … almeno dei locali… almeno i locali.

Medico 2: Oppure i locali, i locali.

Medico 1: Locali diversi!

L’organico è in sovrannumero o deficitario?

Medico 2: Deficitario.

Sia per i medici che per i paramedici.

Medico 1: Allora, si partì… nei primi anni del duemila con cinque – sei infermieri a turno. Ora stiamo scendendo a quattro infermieri a turno. che significa?

Medico 2: Di cui uno è triagista.

Medico 1: Uno è triagista, un infermiere in sala, un infermiere in sala, un infermiere in sala, nella sala della terapia non c’è nessun infermiere che sorveglia le persone. L’altra notte è morta una persona, e non se ne  sono accorti che era morta perché non c’era un infermiere nella sala di terapia.

Medico 2: Nella sala.

Medico 1: Che bisogna stringere la cinta tutti là!

Quindi nella sala di terapia non…

Medico 1: Nella sala osservazione non c’è presenza di infermieri!

Medico 2: Non solo questo, c’è un altro problema: noi abbiamo un reparto sprovvisto di guardia di notte, e a noi ci chiamano…

Medico 1: Dobbiamo pensare anche a quello, se ci chiamano da sotto…

Medico 2: E l’ufficio può pensare anche…

Guardia notturna.

Medico 2: Sì.

Che sarebbe la guardia notturna?

Medico 1: La presenza sempre del medico.

Medico 2: Il medico h24.

Medico 1: Quindi seguiamo noi, una volta c’era…

Medico 2: Li seguiamo noi del Pronto Soccorso.

Medico 1: Una volta ce l’avevamo attiguo, ora con la scusa dei lavori, da un anno…

Medico 2: Va beh, ma attiguo o no, siamo sempre noi che dobbiamo seguire.

Medico 1: Sì, va beh, voglio dire, ma prima ce l’avevi a due passi, là, dove c’è il Pronto Soccorso c’era il…

Medico 2: Guardi come ci combiniamo, guardi (mostra casacca e pantaloni sudatissimi).

Medico 1: Io ora sono andato a visitare in queste condizioni due persone che erano in attesa. Io mi porto le magliette bianche di cotone, perché almeno sudo un po’ di meno, ma non si può lavorare così! Queste sono condizioni come gli animali che portano al macello!

Medico 2: Poi la sporcizia che esce… guardi la sporcizia che esce (nostra tetti e aeratori pieni di fuliggine)

Medico 1: Sì, sì, sì, e non si vede? Ma non può essere un alibi, non è che il fatto che stanno facendo il Pronto Soccorso nuovo possa essere l’alibi per dire stringete i denti!

Medico 2: Che ci mettano nelle condizioni…

Medico 1: No, voglio dire, ma a parte che sono saltati tutti i tempi di consegna dei nuovi locali del Pronto soccorso, si parlava di aprile, maggio, giugno, luglio, ora siamo ad agosto, si parla di settembre, si parlerà poi di ottobre!

Medico 2: I lavori riprendono a settembre forse, perché sono in ferie.

Medico 1: Si sono dimenticati di scrivere l’anno, l’anno,  si sono dimenticati di scrivere l’anno! Ma questo non può essere un alibi perché noi veniamo trattati da animali, assieme alle persone che arrivano qua.

Altre criticità?

Medico 1: Ora, man mano che uno si ricorda…

 Io sto parlando con due medici, no? Quindi il punto di vista obiettivo è quello del medico, ma vorrei parlare con l’infermiera.

Medico 2: L’infermiera?

Vorrei sentirla.

Io ho parlato già con i due medici e dal loro punto di vista mi hanno spiegato quella che è la situazione attuale, però volevo conoscerla ora dal punto di vista obiettivo di un paramedico.

Infermiera: Sì, sì, sì, diciamo che ne abbiamo tante.

Medico 2: E dille.

Infermiera: Ma…

Per sommi capi, pure per sommi capi.

Infermiera: Quando arriviamo qui la sera non possiamo… cioè abbiamo veramente delle grosse difficoltà a metterci al lavoro, perché la gente ci assale. Intanto, la gente  ha libero accesso!

Medico 2: Non c’è filtro, non c’è filtro quando lavorano!

Infermiera: Hanno delle difficoltà a trattenerli fuori i parenti…

“Hanno difficoltà”, cioè riferito al vigile notturno che non riesce…

Infermiera: Sì, sì, non riesce…

Medico 2: Se ne fotte! Parliamoci chiaro!

Infermiera: Non riescono a trattenerli, quindi non è una persona che entra, che potrebbe anche starci una persona, perché alcuni pazienti hanno bisogno…

Medico 2: Potrebbero, però non lo contempla la legge.

Infermiera: No, ma alcuni pazienti per esempio se sono…

Medico 2: … pazienti handicappati e…

Infermiera: … hanno bisogno di avere assistenza o una persona anziana, noi non siamo in un numero sufficiente per fare questo, siamo nelle sale che lavoriamo e il paziente lo facciamo attendere nella sala di là.

Medico 2: Perché manca l’infermiere in questa sala qua, la sala terapia.

Infermiera: Perché in pratica il numero degli infermieri non è sufficiente! Un’infermiera deve stare in ogni sala.  I pazienti con le flebo in attesa di essere chiamati rimangono soli.

Medico 2: Non c’è nessuno.

Infermiera: I pazienti sono in balia!  Ecco perché facciamo entrare una persona. Però l’infermiera va e viene e carca di fare un po’ tutto!

Medico 2: Una volta in una sala, una volta l’altra, una volta l’altra…

Infermiera: Gli sistemo la flebo, poi uno deve andare in bagno e lo devo portare, devo lasciare quello che stavo facendo, perché noi dobbiamo fare un po’ di tutto, dobbiamo fare anche i gessi, dobbiamo fare tante cose!

Le chiedo soltanto due cose.

Infermiera: Sì.

Il rapporto che ha con i medici com’è?

Infermiera: Il rapporto con i medici? Con i medici per forza il rapporto deve essere di collaborazione.

Vi rispettano nella vostra attività professionale? Sono comprensivi?

Infermiera: Dipende pure da noi se ci facciamo rispettare!

Ma dico il medico è comprensivo comunque.

Infermiera: …il medico mi deve rispettare, come io rispetto lui.

Considerato che ciascuna di voi lavora più del dovuto, : si è trovata in busta paga qualche soldino in più?

Medico 2: No.

Infermiera: Danno le cose che danno a tutti.

Medico 2: No, no, no.

Quindi niente assolutamente.

Infermiera: Cioè niente di che, tutti… cioè negli altri reparti anzi hanno…

Quindi voi lavorate quasi per due, però lo stipendio rimane sempre quello. La “gratifica” economica non esiste? Neanche sotto la voce premio produttività?

Infermiera: Quello sì.

Medico 2: No, il premio di produttività viene diviso tra tutti, praticamente noi produciamo e il ragioniere X di turno, che non fa un cavolo, si prende la parte di produttività pure lui.

Ho capito.

Infermiera: Cioè è così, cioè è il numero che… fondamentalmente manca il numero di… il personale, perché…

Medico 1: Cioè qua parliamo di sei persone a turno nei primi anni…

Infermiera: Quando sono arrivata io, nel 2000, eravamo sei, ora siamo quattro.

Medico 1: Sei persone con due medici nel 2001, 2002, 2003. Poi, l’Azienda ha aumentato il numero dei medici e si riuscì a passare a tre, perché in due veramente era una cosa allucinante, e gli infermieri sono diminuiti! Ora mentre un medico può visitare più malati, se c’è l’infermiere, ma deve averlo l’infermiere! Avendo altro personale potrei dedicarmi ad un altro paziente, quello l’ho già visitato, sto già predisponendo diagnosi…

Medico 2: E i tempi si ridurrebbero di parecchio.

Infermiera: Ma la cosa più grave è che noi lasciamo una sala con a volte dieci pazienti da soli. E poi la gente giustamente…

La sala cosa vuol dire? La sala d’attesa.

Infermiera: No, no, no.

Medico 1: Di terapia.

Infermiera: La sala dove ci sono ricoverati i pazienti nei letti, che fanno la terapia.

Medico 2: Sala terapia.

Quelli che state monitorando.

Infermiera: Quelli che stiamo monitorando e quelli che sono in attesa di entrare nelle sale, che sono magari codici gialli, li facciamo attendere dentro. Giustamente il parente, che già è spaventato, preoccupato, quando vede queste “carenze” se la prende con me, perché dice “Avete lasciato mio padre solo, avete lasciato mia mamma sola, stava cadendo, è caduto, deve andare in bagno, deve essere…”.

Medico 2: Poi un altro problema grosso sa qual è? Che poi ci sentiamo dire “Che schifo, che schifo!”.

Medico 1: Tutti parlano male.

Diciamo che i parenti dei pazienti hanno ragione di protestare per la situazione.

Infermiera: Hanno ragione.

Però individuano come “capro espiatorio” l’infermiera o il medico.

Infermiera: Vedono me e se la prendono con me.

Medico 1: Sono loro a sorvegliare il parente, perché vedono che non c’è nessuno là dentro, perché se gli infermieri sono quattro, uno fa il Triage, uno in sala 1, uno in sala 2 e uno in sala 3, là dentro non ci sarà nessuno, il concetto è questo.

Infermiera: Se c’è un ferito grave io non lo posso lasciare da solo il dottore, perché devo collaborare, non è che può fare tutto da solo! Ha bisogno d’aiuto! A volte poi vede due – tre pazienti in una volta, perché ci sono delle situazioni che… poi d’estate…

Chiedo al Medico e al paramedico, i sindacati che fanno?

Infermiera: I sindacati, guardate…

Medico 2: Se ne fregano.

Infermiera: I sindacati…

Se ne fregano i sindacati o la Direzione Sanitaria se ne frega dei sindacati?

Medico 2: Dei sindacati.

Quindi la seconda, la Direzione Sanitaria se ne frega dei sindacati, quindi i sindacati sono presenti ed attivi.

Medico 2: Lei sa della “battaglia” che sta facendo Nuccio Azzarà sindacalista?

Quindi i sindacati sono attenti e attivi.

Medico 2: Andiamo anche noi con loro, e se ne fregano.

Infermiera: Negli ultimi anni ho visto un decadimento ed un fregarsene proprio di questa struttura, che invece dovrebbe essere l’accoglienza… cioè invece di…

Allora, in base alla vostra esperienza  cosa suggerite? Cosa deve fare la Direzione Sanitaria per risolvere questi gravi problemi che denunciate?

Infermiera: Secondo me si deve aumentare il personale! Chi ha bisogno di pronto soccorso deve avere attenzione!  Non posso lasciare abbandonati i pazienti così! Il paziente deve notare interesse al suo problema! Se ci fosse più personale ci si potrebbe dedicare meglio.

Lei è un’infermiera professionale, oppure?

Infermiera: Sì, sono un’infermiera professionale. Cioè è questa la cosa che manca soprattutto, il personale che si può dedicare…

Medico 2: E gli ausiliari, gli ausiliari sono…

Infermiera: Poi gli ausiliari non ne parliamo, che noi dovremmo quasi quasi… Nelle emergenze “molliamo” il lavoro qui e portiamo, per esempio, un paziente in Cardiologia, perché quando si tratta di una paziente in Cardiologia non è che possiamo “lasciarlo” con il rischio che vada in “arresto”. La dobbiamo portare sopra in reparto! Anche questo, perché gli ausiliari non ci sono!

Medico 2: Il problema dei trasferimenti di personale non è anche importante?

Medico 1: Sì.

Ci sarà una commissione paritetica, penso, per questo, no?

Infermiera: Per gli ausiliari… cioè questa è una cosa gravissima, quella degli ausiliari!

Medico 2: Allora, quando “io” debbo fare un trasferimento di paziente…

Infermiera: Per gli ausiliari da anni stanno usando delle persone che prendono in mezzo alla strada, che non hanno un minimo…

Medico 1: Questo è il concetto.

Medico 2: Persone che non hanno una divisa…

Infermiera: Non hanno un minimo di preparazione.

Medico 1: Vengono in abiti borghesi, quindi uno si vede portato da una persona… francamente… e i modi non è che siano sempre…

Non hanno una preparazione di base?

Medico 2: Non hanno niente!

Medico 1: Non hanno un modo di rapportarsi civile e professionale.

Quindi non sono preparati.

Medico 1: No!

Non hanno fatto nessun corso?

Medico 1: Voglio dire, ci vuole anche una certa professionalità nell’approcciarsi alla persona. Il paziente  si vede “presa” da uno in borghese, senza una divisa, senza una… Vedo arrivare uno in borghese: “Prego, sono un ausiliario”, di chi? Arrivano come “pensano loro”. Mi cambio e prendo servizio con tanto di divisa che mi qualifica: assolutamente no!

Allora faccio un esempio: se arriva al Pronto Soccorso un maleintenzionato che vuole  assassinare uno dei pazienti presenti al pronto soccorso che dev’essere portato in reparto, dice di essere un ausiliario…

Infermiera: Perfetto.

Arrivo qua…

Infermiera: Preciso!

Lo porta in un corridoio e lo fa fuori!

Medico 1: Bravissimo!

Medico 2: E te ne vai, e nessuno sa niente.

Nessuno sa niente.

Infermiera: Nessuno sa niente.

Medico 1: Bravo.

La denuncia degli operatori sanitari si conclude (?). Nei loro volti “la consapevolezza” che coloro che sono parte delle istituzioni, faranno “vibrare” sì la loro protesta e sdegno, che poi “scemerà” subito dopo il “clamore” della loro denuncia. Sperano, ma non hanno alcuna certezza di normalizzare le loro condizioni di lavoro a beneficio soprattutto, come già detto, dei pazienti. Già “normalizzare”! “Studiando” documentazioni e disposizioni di legge comunitarie pertinenti l’argomento in trattazione, mi colpisce particolarmente uno stralcio delle conclusioni dell’avvocato generale Ruiz-Jarabo rivolte alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee nella causa C-151/2002, che riporto testualmente: “… l’avere (il medico) a disposizione un letto, durante il servizio di guardia, per potersi riposare ogni tanto contribuisce alla protezione della salute del medico e garantisce un servizio adeguato agli assistiti”. Stimatissimo Avvocato Ruiz-Jarabo, è certo che nella sua idea europeista sia compresa Reggio Calabria? L’Azienda a sua volta è vittima di tagli da parte della Regione Calabria che, che mira a “sanare” i bilanci e rivolge le proprie “attenzioni” sui “servizi destinati al cittadino” (altra novità questa) e mai, dicasi “mai”, su costi e benefit della politica e dei politicanti !!! Il “freddo” calcolo economico-amministrativo, talvolta, è deleterio per tutti: nessuno escluso! Occorre ricordare che necessita far prevalere oltre che il buon senso anche il dovuto sentimento umanitario nei confronti dei pazienti, ripristinando e ottimizzando soprattutto le normali condizioni di operatività dei sanitari del Pronto Soccorso! Spero di poter contribuire  anch’io alle migliori sorti di questo Pronto Soccorso e del nuovo: non siamo macchine, ma esseri umani e nessuno potrà mai dire “di quest’acqua non ne berrò”! Nei reparti degli Ospedali i simboli della nostra religione cattolica non sono semplici “arredi”, ma sinonimo di spiritualità e devozione ai quali ci si appella affinché i medici siano strumenti di guarigione e gli Infermieri persone collaborative e comprensive nei confronti del malato e dei parenti. Uno di questi “simboli” è San Pio da Pietralcina che disse: “… nei malati c’è Cristo due volte”! Nel rispetto di tutte le altre confessioni religiose, non accantoniamo la nostra anche in questo caso! Nulla di “melense”, ma un serio invito ad un profondo esame di coscienza (Coscienza: Consapevolezza del valore morale del proprio operato).

Ovviamente, chi avesse motivo di replicare e documentare l’esatto contrario di quanto affermato dagli operatori sanitari, non deve far altro che contattarmi.

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