Il provvedimento di sequestro, disposto dal Tribunale di Catanzaro, trae origine da un’articolata proposta avanzata ai sensi del c.d. codice antimafia (decreto legislativo n.159/11) dal Direttore della Direzione Investigativa Antimafia Arturo De Felice, nella quale sono confluiti gli esiti di capillari indagini patrimoniali, svolte dagli uomini della Sezione Operativa di Catanzaro, che hanno interessato un arco temporale compreso tra il 1996 ed il 2012.
Il complesso dei beni interessati dal provvedimento di sequestro, del valore stimato di circa otto milioni di euro, comprende:
- “Azienda Agricola di Cianflone Francesco”, attiva in Amato (CZ);
- Capitale sociale ed intero compendio aziendale della “COSTRUZIONI s.r.l.”, attiva in Amato ed operante nel comparto edilizio;
- Capitale sociale ed intero compendio aziendale della “MOVITERRA s.r.l.”, attiva in Lamezia Terme ed operante nel comparto edilizio;
- Nr. 15 immobili;
- Nr. 40 beni mobili registrati;
- Nr. 35 rapporti finanziari.
Il quadro investigativo emerso a seguito dei riscontri effettuati ha evidenziato una dirompente anomalia, consistente nel rivolgersi ad un referente mafioso operante su di un determinato territorio, per ottenere l’aiuto necessario per sbaragliare eventuali concorrenti.
Così, attraverso un patto scellerato, l’associazione ‘ndranghetistica dei GIAMPA’, egemone sul territorio di Nicastro, è riuscita a penetrare il tessuto economico cittadino, estromettendo dal mercato tutte quelle realtà imprenditoriali sane, evidentemente indisponibili a scendere a compromessi con un regime monopolistico di chiaro stampo mafioso.
Gli esiti investigativi della citata operazione avevano indotto il G.I.P. distrettuale catanzarese a disporre, tra l’altro, il sequestro preventivo delle quote societarie e dell’intero compendio aziendale della “COSTRUZIONI s.r.l.” e della “MOVITERRA S.n.c.”.
Più recentemente al CIANFLONE, indagato per turbata libertà degli incanti (art. 353, II comma, c.p.) nell’ambito dell’Operazione CERALACCA 2, è stata notificata la misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria in data 9 gennaio scorso.
Ulteriormente, l’A.G. adita, nell’apprezzare le risultanze dei rigorosi accertamenti patrimoniali condotti dagli investigatori della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro, ha rilevato “… una evidente sproporzione tra redditi dichiarati dal nucleo familiare, considerato che, a fronte dei redditi dichiarati da Cianflone Francesco … e dal coniuge …, è stata accertata, da parte dello stesso nucleo familiare, la disponibilità di beni immobili, mobili e risorse finanziarie di rilevante valore economico, neppure giustificabili con l’esercizio delle attività economiche delle quali Cianflone e il coniuge risultano titolari. …”.
L’attività condotta questa mattina costituisce il completamento di un importante percorso investigativo, avviato dagli uomini dell’Antimafia catanzarese, con l’individuazione di un imprenditore “vicino” alla cosca GIAMPA’ e con il conseguente sequestro dei beni ritenuti illecitamente acquisiti, proprio mediante i vantaggi derivanti dall’aver potuto contare sull’appoggio della criminalità.