Reggio, Ospedali Riuniti: “quel lager del reparto OBI”, un paziente denuncia la struttura

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Dal lager del reparto OBI – Osservazione Breve Intensiva –  degli Ospedali  Riuniti  di Reggio Calabria alla scomparsa e smarrimento della provetta  contenente del campione per esame istologico.  Questo l’avvilente e drammatico percorso vissuto da un cittadino che, assistito dall’Avv. Francesco Comi, proporrà immediata denuncia-querela  alla Procura della Repubblica.  E’ accaduto che, a seguito di una forte e sospetta anemia, il cittadino venisse ricoverato d’urgenza presso il pronto soccorso del nosocomio reggino, dove l’impatto era da campo di concentramento.

  Ovvero di ambiente fatiscente, pulizia inesistente, bagno impraticabile, pazienti sparsi nei corridoi  sulle barelle, assistiti dai familiari che  dovevano provvedere sinanche al cambio della biancheria ed al rifacimento giornaliero dei letti.  Persistenti lamentele dei pazienti in attesa da giorni di essere sottoposti  ad esami specialistici, tanto che si assisteva ad un episodio, a dir poco allucinante allorchè si registrava la reazione di un giovane paziente,  evidentemente, esasperato, rincorrere il medico di turno. Non si sa se a ragione o a torto, accompagnando la protesta con un violento pugno  su una porta ed urla.

Insomma uno scenario da terzo mondo.  Ma non finiva qui  prosegue il racconto dell’Avv. Francesco Comi, che registra un altrettanto allucinante finale di cui ancora non se ne prevedono le conseguenze.

Il paziente veniva sottoposto  ad una tac ed a una gastroscopia, laddove aggiunge l’Avv. Comi, è da sottolineare  come venisse sottoposto ad accurati ed amorevoli esami  presso i reparti di radiologia e gastroenterologia laddove  esistono anche le eccezioni ed eccellenze. Quindi attesa la gravità della diagnosi veniva effettuato il prelievo della biopsia da analizzare urgentemente e che solitamente prevede tempi  lunghi  pervenuto all’OBI per essere smistato al reparto di anatomia patologica incredibilmente scompariva senza che

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alcuno si preoccupasse di avvisare il paziente, se non, sollecitato il reparto di anatomia patologica, si apprendeva che non era mai pervenuta la provetta.

Conseguenze gravissime per il paziente che aveva già provveduto nella previsione di una urgente e forse vitale operazione, alla prenotazione fuori sede presso un centro specializzato  in trepida attesa del responso della biopsia.   Quindi tutto da rifare, a mezzo di ulteriore esame invasivo. Non può esimersi dal commentare l’Avv. Francesco Comi come questo ulteriore “fiore all’occhiello” del cosiddetto modello Reggio appare di enorme gravità  inqualificabile ed intollerabile e come, anche a  tutela di altrettanti sventurati, chiederà l’immediato e deciso intervento della Procura della Repubblica.

Conclude il legale come il cittadino cosiccome sollecitato dai ripetuti inviti delle competenti autorità debba avere il coraggio di denunciare non solo i fatti e vessazioni subiti dalla “mafia” ma anche quelli altrettanto gravi e talvolta irrimediabili di “malasanità e “di malaburocrazia”.

Spesso ciò non avviene.

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