Reggio, arresto Scajola: “rapporto strettissimo con Matacena e la moglie per sostenere la loro latitanza”

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“Ci troviamo di fronte a un quadro indiziario grave” dal quale “si evidenzia come ripetutamente Claudio Scajola sia in rapporto strettissimo con Matacena e la moglie proprio per sostenere la latitanza” dell’uomo. Lo ha detto Federico Cafiero De Raho, procuratore capo di Reggio Calabria, durante la conferenza stampa della Dia dopo l’operazione eseguita questa mattina e che ha portato, tra l’altro, all’arresto dell’ex ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. “Insieme – ha detto De Raho – i due parlano del luogo in cui Matacena si deve rifugiare, dove può andare successivamente, visto che a ottobre era stato rintraccitao a Dubai e gli era stato ritirato il passaporto. Per trovare una soluzione diversa – ha proseguito il procuratore capo – si muovono i vari soggetti delle intercettazioni, e in particolare sembrava che Matacena dovesse rifugiarsi in Libano proprio per il rapporto che Scajola avrebbe con il ministro o con un’altra persona al vertice del Libano”. Matacena è stato condananto a 5 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso e nei suoi confronti pende un ordine di carcerazione dal giugno del 2013, quando si è reso latitante. “Nel corso dell’indagine – ha riassunto De Raho – è stato focalizzato il rapporto di Matacena con altri soggetti che si muovevamo non solo per mantenerne la latitanza, ma anche per evitare che i suoi beni potessero essere sequestrati” dall’autorità giudiziaria.

“E’ un’ordinanza di custodia importante per i soggetti e per i fatti, ma credo che almeno in questo territorio questi arresti debbano cotituire un momento di chiarezza. La legge è uguale per tutti. Non esiste una categoria di intoccabili, tutti sono uguali davanti alla legge”. Lo ha detto Federico Cafiero De Raho, procuratore di Reggio Calabria, in conferenza stampa sull’arresto di Claudio Scajola.

A carico dell’ex ministro Claudio Scajola, arrestato stamane dalla Dia su ordine della Dda di Reggio Calabria “e’ emerso un quadro indiziario grave”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica della citta’ dello Stretto, Federico Cafiero De Raho, nel corso della conferenza stampa convocata nella sede della Direzione investigativa antimafia reggina per fornire i particolari della vicenda. L’indagine ha portato all’emissione di otto ordinanze di custodia cautelare a carico dello stesso Scajola, dell’ex deputato Amedeo Matacena (latitante a Dubai) e di altre persone, tra cui la moglie e la suocera dell’ex politico latitante.

“Aspettiamo l’esito dei processi prima di gioire – ha detto il magistrato – ma e’ emerso un quadro indiziario grave nell’ambito di un’altra indagine nata con una prospettiva diversa”. Il riferimento e’ alla complessa inchiesta “breakfast” sul riciclaggio di capitali della ‘ndrangheta al nord. Scajola e’ accusato di “procurata inosservanza della pena” a beneficio di Matacena che, condannato a 5 anni di carcere con pena definitiva nell’ottobre scorso, avrebbe voluto riparare in Libano con il sostegno dell’ex ministro.

“Dalle indagini si evidenzia ripetutamente come Scajola sia in rapporti strettissimi con Matacena e la moglie ai fini di favorire la sua latitanza”. Così il procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho durante una conferenza stampa a Reggio Calabria a proposito dell’arresto dell’ex ministro Scajola e di altre 7 persone. “Parlano di dove si può rifugiare”.

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