Bar sequestrato ad un reggino nel pieno centro di Bologna

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Bar e tabaccheria erano intestati ai fratelli, ma il vero ‘dominus’ delle attivita’ era, secondo la polizia, Francesco D., 42enne di Reggio Calabria che non avrebbe potuto possedere aziende di quel tipo a causa di una condanna definitiva a 16 anni, gia’ scontata, per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Per questo, oggi gli uomini della squadra Mobile di Bologna hanno messo i sigilli al ‘Caffe’ Incontri’ di via degli Orefici, in pieno centro, con un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, disposto dal tribunale su richiesta del Pm della Dda Francesco Caleca e del procuratore Roberto Alfonso. Il reato ipotizzato, per il quale sono indagati il 42enne e i suoi tre fratelli, e’ trasferimento fraudolento di valori. Il caffe’ si trova in una parte di quello che fu lo storico bar Otello, fino a otto anni fa ritrovo dei tifosi rossoblu’. Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’attivita’ di bar e’ stata acquistata nel 2009 da un fratello e una sorella del 42enne (al prezzo di 140.000 euro), mentre quella della tabaccheria e’ stata comprata nel 2012 da un terzo fratello (per 270.000 euro), costituendo un unico locale. E’ invece del tutto estranea alla vicenda e all’indagine un’attigua sala scommesse, che ha conservato il nome ‘Otello’. L’indagine e’ stata avviata all’inizio del 2012 dalla sezione criminalita’ organizzata della Mobile, nell’ambito del monitoraggio su eventuali infiltrazioni della criminalita’ nelle attivita’ commerciali della regione. Dagli accertamenti, svolti anche con intercettazioni telefoniche e ambientali, non sono emerse attivita’ illecite nel locale, ne’ collegamenti con la criminalita’ organizzata. Si e’ invece scoperto, in modo ‘incontrovertibile’ secondo gli investigatori, che le due societa’ avevano una intestazione fittizia. A gestire le attivita’ di bar e tabacchi non sarebbero stati i proprietari ufficiali, ma lo stesso 42enne, che abita poco lontano e avrebbe tenuto i rapporti con fornitori, banche e commercialisti. Oltre al caffe’, il provvedimento di sequestro preventivo interessa anche una Audi A3, mentre sono in corso accertamenti sui conti correnti intestati alle due societa’. Una prima richiesta della Procura, che oltre al sequestro prevedeva anche misure cautelari per i quattro indagati, era stata rigettata nel novembre scorso dal Gip, ma un successivo ricorso al Tribunale del Riesame ha portato al provvedimento di oggi. Francesco D. era stato condannato a 16 anni nel 2004 a Torino per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Dopo un periodo di liberta’ vigilata e di affidamento in prova ai servizi sociali, nel 2010 e’ tornato in liberta’, ma la sua fedina penale gli avrebbe impedito di intestarsi un’attivita’.

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