I tre imputati, sempre stando a quanto loro contestato, sarebbero così partiti da Rosarno per raggiungere Sellia Marina dove, il 28 dicembre 2012, avrebbero rinchiuso Larosa nel suo capannone che si trova in località Camarda e lo avrebbero aggredito a sprangate, provocandogli un trauma cranico e ferite giudicate guaribili in 15 giorni. Il pestaggio era stato interrotto dall’arrivo dei carabinieri che, nel corso delle successive verifiche, avevano trovato un fucile a pompa calibro 12 di provenienza clandestina insieme a 42 cartucce del medesimo calibro. Per questo lo stesso Larosa, vittima del pestaggio e parte lesa nel processo agli Italiano, è stato dichiarato in arresto per detenzione abusiva di armi e munizioni – poste sotto sequestro e inviate al Racis per gli opportuni controlli -, e nell’ambito del relativo e parallelo procedimento a proprio carico l’uomo ha chiesto il giudizio abbreviato (che in caso di condanna comporta lo sconto di pena di un terzo).
Catanzaro, condannati padre e figlio per aver aggredito un uomo
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