Reggio Calabria, European Roots, bilancio positivo per la “Nosside-Pythagoras”

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È un bilancio positivo quello della scuola “Nosside-Pythagoras” di Reggio Calabria, che recentemente ha ospitato una rappresentanza degli organismi coinvolti nel progetto “European Roots” (“Radici europee”).
Quest’ultimo, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Comenius, nasce con l’intento di migliorare la qualità e la quantità degli scambi culturali tra allievi, personale docente ed istituti scolastici nei vari Stati membri.
Il progetto, che coinvolge per il biennio 2012-2014 docenti e alunni di Bulgaria, Italia, Spagna e Turchia, è stato realizzato proprio su impulso della scuola reggina la quale svolge un ruolo da protagonista, essendo responsabile della valutazione intermedia e finale del progetto stesso e della creazione di un lavoro finale, ovvero un libro digitale di ricette tradizionali delle varie zone.
Guidati da Rosaria Viloti, docente e responsabile del programma, un gruppo di insegnanti provenienti dai tre Paesi coinvolti, ha avuto la possibilità di visitare la struttura della “Nosside-Pythagoras” (composta da ben 4 plessi dislocati nell’aria meridionale della città), e gli strumenti didattici di ultima generazione utilizzati dagli alunni di ogni età che frequentano l’istituto.
Gli ospiti d’eccezione hanno potuto apprezzare anche lo spettacolo offerto dalla scuola che ha rappresentato in maniera suggestiva alcune tradizioni locali come il rito della pesca del pescespada, il ballo della tarantella, e la declamazione di alcuni canti in vernacolo.
E non è mancato il momento per rafforzare lo spirito di appartenenza al Paese di origine ed all’Unione Europea con l’impeccabile esecuzione da parte dell’orchestra scolastica degli inni nazionali dei tre Paesi ospitati e dell’Inno alla gioia.
«Partecipare a questo progetto – ha dichiarato Francesca Fedele, dirigente dell’istituto scolastico reggino – è il modo migliore per contribuire a far conoscere le nostre tradizioni ed il nostro folclore agli altri paesi dell’ Unione Europea. Occasione inoltre per far conoscere il vero volto della nostra terra spesso conosciuta all’estero solo per i suoi aspetti negativi e non per le sue bellezze e per la sua cultura. Far conoscere le nostre radici e la nostra terra vuol dire offrire agli altri il nostro animo, che è l’elemento centrale della cultura di un popolo».
«Il bilancio del progetto, che prevede due incontri in ogni zona coinvolta, è ampiamente positivo sia in termini di contributo culturale che riceviamo dai nostri partner sia per ciò che riusciamo a trasmettere ad essi ma ciò che mi rende particolarmente felice ed orgogliosa è stata l’instaurazione di relazioni umane positive con i nostri ospiti. Con il fine ultimo – ha concluso la dirigente scolastica – di creare un’Unione Europea non solo sul piano economico, ma anche su quello politico e culturale, pur nelle differenze proprie di ogni popolazione, che costituiscono un valore aggiunto».

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