Agrigento, il sindaco scrive a Monti: “non applicherò l’Imu”

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La città di Agrigento è pronta alla ‘disobbedienza civile’ e a non rispettare il pagamento dell’Imu se prima non si pone rimedio al sistema di finanziamento pubblico dei partiti, viziato da carenze, controlli inefficienti e sterili sanzioni. Prima che siano i cittadini a pagare, chi li rappresenta deve sottostare a insindacabili regole di buon senso”.

È quanto scrive il sindaco di Agrigento Marco Zambuto, in una lettera aperta indirizzata al premier Mario Monti, con cui chiede la riforma del sistema di finanziamento pubblico dei partiti.

In questo momento di difficoltà – scrive Zambutoi rappresentanti istituzionali devono per primi dimostrare buon senso nella direzione di una più sana e corretta gestione del bene pubblico. Le vicende giudiziarie che coinvolgono la Lega dimostrano il contrario e fanno emergere, una volta di più, lo scarso senso di responsabilità dei rappresentanti politici”.

Ad Agrigento, in soli cinque anni, abbiamo ridotto da 48 a 12 milioni il debito che pendeva sul bilancio pubblico. Lo abbiamo fatto senza che fossero i cittadini a farne le spese – come dimostra la recente elaborazione dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre, da cui Agrigento risulta al penultimo posto della graduatoria tra tutte le città capoluogo d’Italia per i peso tributario locale – ma tagliando gli sprechi e le spese amministrative marginali, come le auto blu, gli incarichi e le consulenze. Inoltre, i consiglieri, gli assessori ed il sottoscritto hanno dimezzato la propria indennità, producendo un risparmio di mezzo milione di euro”.

Per questo – conclude Zambutonel caso non si avveda nessun segnale in tal senso, la città di Agrigento sarà pronta alla ‘disobbedienza civile’ e a non rispettare i sacrifici imposti da un’agenda che prescrive maggiori tasse per i cittadini”.

 Signor Presidente,

In un momento in cui la difficile crisi europea e internazionale impone duri sacrifici a tutti i cittadini italiani, è indispensabile che siano proprio i rappresentanti delle istituzioni a dare per primi l’esempio nella direzione di una più sana e corretta gestione del bene pubblico.

Al contrario, le vicende giudiziarie che in questi giorni coinvolgono alcuni membri di un partito politico, la Lega Nord, dimostrano una volta di più l’incapacità e lo scarso senso di responsabilità dei rappresentanti politici e istituzionali.

Quando nel 2007 fui eletto sindaco di Agrigento, tra le priorità della città c’era il riordino del bilancio pubblico cittadino, su cui pendeva un debito di 48 milioni di euro provocato da decenni di dissennate politiche finanziarie. In questo quinquennio le azioni di ridimensionamento del debito hanno coinvolto principalmente il taglio di tutti gli sprechi e delle spese amministrative marginali, come le auto blu, gli incarichi e le consulenze. Inoltre, i consiglieri, gli assessori ed il sottoscritto hanno dimezzato la propria indennità, producendo un risparmio di mezzo milione di euro.

Abbiamo promosso una rigorosa azione di ridimensionamento del debito – oggi ridotto a 12 milioni – senza che fossero i cittadini a farne le spese. Lo dimostra la recente elaborazione dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre, che ha analizzato il peso della pressione tributaria locale che ricade sui portafogli dei cittadini italiani, da cui Agrigento risulta al penultimo posto della graduatoria tra tutte le città capoluogo d’Italia. Un dato che testimonia lo sforzo da parte dell’amministrazione in direzione di una gestione amministrativa che non gravi sui cittadini.

Ora che anche i cittadini di Agrigento, al pari di tutti gli italiani, sono chiamati a maggiori sacrifici  per fronteggiare il grave momento di difficoltà che vive il Paese, riteniamo necessario non perdere la storica occasione per cambiare una volta per tutte le regole del gioco. In particolare, crediamo sia urgente e prioritario porre rimedio al sistema di finanziamento pubblico dei partiti, viziato da carenze importanti, controlli inefficienti e sterili sanzioni che inevitabilmente favoriscono lo sperpero e l’uso indebito di denaro pubblico.

Prima che siano i cittadini a pagare, chi li rappresenta deve sottostare a insindacabili regole di buon senso. Per questo la città di Agrigento, nel caso non si avveda nessun segnale in tal senso, sarà pronta alla “disobbedienza civile” e a non rispettare i sacrifici imposti da un’agenda che prescrive maggiori tasse per i cittadini, il pagamento di nuove imposte come l’Imu e a sostenere interamente, sulle proprie spalle, il peso delle difficoltà del Paese.

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