Il libro di Santo Versace: storia un uomo e di una famiglia

Il libro è il racconto di un viaggio, “di un’avventura che è iniziata a Reggio Calabria e lo ha portato a Milano, e poi alla conquista del mondo intero”.

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È difficile trovare parole più belle e più efficaci di quelle che sono raccolte nell’intro di copertina del libro di Santo Versace: “Fratelli – una famiglia italiana”, dedicato a suo fratello Gianni. Esso inizia con questa riflessione: “I rapporti tra fratelli non seguono regole precise. Piuttosto, seguono le onde della vita. Ci si unisce e ci si disunisce, ci si allontana e ci si riavvicina. Si naviga a vista” e poi: “Ho seguito il vento, ho seguito il vento della nostra famiglia. Ho imparato a vivere dai miei genitori, ho incoraggiato i progetti di Gianni e poi di Donatella, ho protetto il nostro patrimonio”. In queste espressioni, che hanno un sottofondo di amarezza, trovo appieno la personalità, la sensibilità, e la franchezza di Santo, che ho avuto modo di conoscere, abbastanza bene, in quel di Reggio Calabria, dove entrambi siamo nati. Ci separano tre anni – io, del 1941; Santo del 1944 – che non mi hanno ostacolato a seguirlo da vicino. In effetti, oltre ad avere le abitazioni vicine, ho contribuito alla sua formazione, prima nella qualità di supplente nell’Istituto Tecnico di Raffaele Piria di Reggio Calabria, dove Santo seguiva l’indirizzo di “Ragioniere”, e, successivamente, da assistente alla cattedra di Politica Economica nell’Università di Messina, dove si è laureato, con il massimo dei voti, sviluppando una Tesi, che ho avuto il piacere di seguire, alla cattedra del maestro Francesco Parrillo.

La vita di Santo è ripresa, in una efficace sintesi, nella pagina interna di copertina. Essa va dalla sua vita a Reggio (sportivo, impiegato di Banca e commercialista) al 1976, quando si trasferisce a Milano per lavorare al fianco del fratello Gianni. Insieme fondano e portano al successo la Gianni Versace. Eletto alle elezioni politiche del 2008, si è dedicato, successivamente, all’associazionismo, fondando Alta Gamma, che riunisce i più importanti brand italiani, ed allo sviluppo dell’azienda di famiglia. Dopo la cessione della stessa, nel 2018, cura oggi altri settori come la casa di produzione e distribuzione cinematografica, Minerva Pictures, ed è Presidente della Fondazione che porta il suo nome. Gli aspetti umani tracimano dalle pagine del libro. In esse sono espressi momenti di felicità e di malinconia, successi e sconfitte, delusioni e combattività, gioie e dramma per la morte di Gianni. A tutto fa da collante l’amore per la famiglia e la determinazione è rendere grande la “Gianni Versace”.

Il libro è il racconto di un viaggio, “di un’avventura che è iniziata a Reggio Calabria e lo ha portato a Milano, e poi alla conquista del mondo intero”. Esso si fa leggere ed apprezzare, oltre che per il contenuto, per la leggerezza e la chiarezza del linguaggio, e fa appassionare per la meticolosa illustrazione, con foto, color seppia, che sanno di nostalgia, della evoluzione di una famiglia della media borghesia reggina, prima guidata dai genitori e poi da Santo. Si riflette di come egli, di cultura meridionale, esca dallo stereotipo del posto fisso in Banca, al quale rinuncia, per affiancare Gianni nell’affrontare sfide e vincerle, con un solo obiettivo: creare e difendere il patrimonio di famiglia e rendere sempre più grande l’azienda (che aveva, come egli stesso afferma come benchmark, la società Armani). Nel momento in cui stava per raggiungere il traguardo, con una acquisizione importante e la quotazione in Borsa, l’uccisione, per mano di uno scellerato maniaco assassino, dell’amato Gianni, stravolge sogni e prospettive. Santo, con la morte nel cuore, non si arrende: lotta per tutelare l’immagine del fratello e capisce che è necessaria una svolta. La “Gianni Versace” viene venduta e la divisione patrimoniale con la sorella Donatella è sistemata, con qualche amarezza, forse rimpianto, ma nel rispetto di un amore verso “la piccola di casa”. La storia è fatta da singoli individui consapevoli, determinati, attivi. Quella di Santo ne è una testimonianza, avendo portato un’azienda familiare – come nasce, come cresce, come affronta la crisi, come si evolve nel turbinio delle vicende umane – a testimonianza di un percorso che dovrebbe essere portato, da fonte di apprendimento e di esperienza, da best practice, nelle scuole italiane.

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