Guerra di ‘ndrangheta tra la famiglia dei Patania di Stefanaconi, alleati della potente Locale di Limbadi, e il cosiddetto gruppo dei Piscopisani, a loro volta alleati con le articolazioni criminali emergenti di Vibo: 3 arresti
I Carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno eseguito nella serata di ieri un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di Bruno Patania, 44 anni di Stefanaconi; Francesco Lo Preaito, 33 anni di San Gregorio d’Ippona; e Cristian Loielo, 29 anni di Gerocarne, tutti e tre ritenuti affiliati al clan di Patania di Stefanaconi. Il provvedimento è stato disposto dalla Corte d’Appello di Catanzaro in seguito alla sentenza emessa lo scorso uno marzo nell’ambito del processo scaturito dall’operazione denominata in codice “Romanzo Criminale” con la quale veniva condannato Bruno Patania a nove anni di reclusione, Cristian Loielo e Francesco Lo Preiato a 10 anni di carcere. L’unico imputato a piede libero era Bruno Patania (assolto in 1° grado) per il quale sono state ravvisate le esigenze cautelari essendo stato condannato per il reato di associazione di tipo mafioso. Per i giudici sussiste la presunzione di pericolosità. Francesco Lo Preiato e Cristian Loielo sono detenuti per altra causa ma, secondo quanto scrive nel provvedimento la Corte d’Appello, l’evenienza non esclude l’applicazione cautelare della misura intramuraria.
Tutto ruota intorno alla gue
In particolare, fondamentali si sono rivelate le dichiarazioni fornite nel corso del dibattimento da parte di Nicola Figliuzzi che ha confermato di aver partecipato al tentato omicidio di Francesco Scrugli e a quello di Francesco Calafati su mandato della famiglia Patania. Il collaboratore di giustizia ha indicato come figure titolari di poteri decisionali Salvatore, Giuseppe, Saverio e Nazzareno Patania, oltre che la madre di questi ultimi Giuseppina Iacopetta, la quale avrebbe ringraziato personalmente Beluli Vasvi per aver eseguito l’omicidio di Francesco Scrugli, ritenuto dalla famiglia di Stefanaconi come l’esecutore materiale dell’omicidio di Fortunato Patania. Lo stesso Figliuzzi ha confermato di essersi recato tre o quattro volte con Salvatore Patania a Nicotera Marina per parlare con Pantaleone Mancuso, alias Scarpuni, degli omicidi che si dovevano fare specificando di non aver personalmente assistito ai discorsi tra i due. Quanto a Bruno Patania, il collaboratore di giustizia ha riferito un episodio in particolare: su ordine di Salvatore Patania aveva preso le armi custodite in un borsone che erano servite per il tentato omicidio di Calafati e le aveva messe nella macchina di Lo Preiato per essere portate presso la loro azienda. Per Figliuzzi, inoltre, Cristian Loielo non aveva voce in capitolo o potere decisionale ma eseguiva soltanto gli omicidi su ordine dei Patania. Nello specifico sarebbe l’esecutore materiale dell’omicidio di Giuseppe Matina commesso unitamente a Ibrahimi Arben. Figliuzzi consoceva Francesco Lo Preiato (cognato di Salvatore Patania) che aveva avuto il compito di recuperare gli esecutori materiali dell’omicidio di Giuseppe Matina e aveva partecipato agli appostamenti per l’omicidio di Franceso Scrugli rubando un’auto a San Costantino poi utilizzata per l’agguato contro Calafati.