A trent’anni dalla sua scomparsa, il Capitano Natale De Grazia continua a essere simbolo di impegno civile e integrità, ma il suo caso continua a chiedere verità e giustizia. È quanto torna a denunciare oggi Legambiente, nella tappa reggina – organizzata in stretta collaborazione con il Comune di Reggio Calabria – della Carovana della Memoria promossa dall’associazione ambientalista, nei territori interessati dalle complesse vicende oggetto delle indagini, per il trentennale della morte del Capitano. L’iniziativa si è aperta questa mattina nell’Aula Magna del Liceo Scientifico “L. Da Vinci” con il reading teatrale di Andrea Carnì e Fabio Macagnino dedicato alle “navi a perdere” per proseguire con l’incontro pubblico di commemorazione e riflessione del pomeriggio, dal titolo “Trent’anni di impegno per la verità e la giustizia”, presso la Sala dei Lampadari del Palazzo Comunale.
In questa occasione, Legambiente presenta 10 proposte, condivise con il Comune di Reggio Calabria, per fare chiarezza sulla inquietante morte dell’Ufficiale della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria e sui traffici illegali di rifiuti e gli affondamenti sospetti di navi nel Mediterraneo su cui stava indagando, rilanciando la necessità di un impegno efficace delle istituzioni. Di queste sei sono rivolte alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari: sviluppare una nuova attività d’inchiesta sui traffici illegali di rifiuti e gli affondamenti sospetti di navi nel Mediterraneo; analizzare e riordinare la documentazione e le relazioni approvate nelle legislature precedenti, con particolare attenzione agli atti su cui lavorava De Grazia e alle evidenze della probabile causa tossica della sua morte emerse dalla perizia del 2012; acquisire ulteriore documentazione, comprese quelle relative a provvedimenti di archiviazione; desecretare tutti gli atti disponibili, salvo quelli relativi a questioni di sicurezza nazionale, compresi eventuali documenti del Sios (acronimo dell’allora Servizio informazioni operative e situazioni); raccogliere testimonianze utili alla ricostruzione dei fatti; individuare nuove tecnologie per il monitoraggio dei fondali e la mappatura dei relitti.
Una richiesta al MASE e all’ISPRA: definire e finanziare – come già annunciato nel 2020 dall’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa ma senza risultati – un nuovo programma di ricerca, che sfrutti le migliori tecnologie, sugli affondamenti sospetti di navi mercantili lungo le coste italiane. Una alla Regione Calabria: integrare con risorse proprie il programma nazionale di monitoraggio dei fondali lungo le coste calabresi, nelle aree indicate dalle indagini e dagli atti come siti di possibili affondamenti sospetti di navi mercantili. Infine, due appelli alla Commissione europea e all’Unep (Programma ambientale delle Nazioni Unite): acquisire tutta la documentazione esistente sui presunti affondamenti nel Mediterraneo e definire un programma di ricerca scientifico e ambientale sugli affondamenti sospetti, da sviluppare insieme al MASE.
“Era la notte tra il 12 e il 13 dicembre 1995 quando il Capitano di fregata De Grazia, in viaggio verso La Spezia per una missione investigativa, venne stroncato da un malore improvviso – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Investigatore di punta dell’inchiesta sui traffici internazionali di rifiuti e sui sospetti affondamenti di navi nel Mediterraneo, De Grazia morì in circostanze sospette e solo diciotto anni dopo, una superperizia della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha ricondotto quel decesso, inizialmente archiviato come ‘arresto cardio-circolatorio’, senza margini d’incertezza, a una “causa tossica”.
Alle istituzioni, dal Parlamento al Governo fino alla Commissione europea, attraverso le nostre 10 proposte, chiediamo un impegno concreto e instancabile per fare piena luce sulla dinamica completa della sua morte e sui traffici illegali e sugli affondamenti sospetti di navi nel Mediterraneo, arrivando a quella verità alla quale siamo certi fosse vicino De Grazia. Il Paese non può permettersi altri silenzi. La sua figura resta un simbolo di integrità, coraggio e dedizione al bene pubblico: un servitore dello Stato, amante del mare e del suo lavoro, che ha scelto di non voltarsi dall’altra parte. Dal giorno della sua morte, ogni dossier di Legambiente, denuncia e rapporto sulle cosiddette “navi a perdere” è passato attraverso la sua azione. Ma, nonostante rapporti, inchieste, commissioni parlamentari e mobilitazioni civili, non è mai stata accertata con certezza la dinamica completa della sua morte, né per molte delle navi sospette è stato ritrovato un relitto o un carico di rifiuti da analizzare”.
Prossimo evento. Domani, sabato 13 dicembre, a Reggio Calabria due cerimonie di intitolazione: alle 9.00 la Scuola Primaria di Via Quarnaro a Gallico e alle 10.30 il Lungomare di Gallico (lato sud), alla presenza delle istituzioni cittadine e della Capitaneria di Porto, con la scopertura della targa “Lungomare Natale De Grazia”.
La Carovana della Memoria di Legambiente: partita il 3 dicembre a Ricadi (Vibo Valentia), con un’iniziativa promossa da Legambiente Calabria e dal circolo locale, ha toccato Massa il 4 dicembre grazie all’impegno dei circoli di Massa, Montignoso e Carrara insieme all’associazione “Alberto Benetti”, il 10 dicembre Policoro (MT), con il circolo locale e Legambiente Basilicata. Si concluderà oggi e domani (12-13 dicembre) a Reggio Calabria, organizzata dal circolo cittadino in collaborazione con il Comune, e il 12 dicembre a La Spezia, a cura di Legambiente Liguria e del circolo locale.
A intervenire all’incontro “Trent’anni di impegno per la verità e la giustizia” di oggi pomeriggio a Reggio Calabria: Rita De Grazia (sorella di Natale De Grazia), Nicola Irto (Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e illeciti ambientali e agroalimentare e Commissione Ambiente del Senato), Tilde Minasi (Commissione parlamentare antimafia e Commissione Ambiente del Senato), Sandro Ruotolo (Europarlamentare), Francesca Rispoli (Copresidente nazionale di Libera), Giuseppe Falcomatà (Sindaco di Reggio Calabria), Ammiraglio Ispettore Vincenzo Leone (Vice Comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera), Alessandro Bratti (Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’illegalità nel ciclo dei rifiuti della XVII legislatura), Stefano Ciafani (Presidente nazionale di Legambiente), Anna Parretta (Presidente Legambiente Calabria), Nuccio Barillà (Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente), Daniele Cartisano (Presidente Circolo Legambiente di Reggio Calabria), Enrico Fontana (Responsabile dell’Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente), Stefano Sarti (Vicepresidente di Legambiente Liguria) e Antonio Ranieri (Ammiraglio Ispettore delle Capitanerie di Porto, Direttore marittimo della Liguria), con le loro testimonianze anche Alessandro Bratti, Francesco Neri, Andrea Carnì, Pino Malara e Antonino Samiani.
Le 10 proposte
Le 10 proposte di Legambiente sui traffici illegali di rifiuti e gli affondamenti sospetti di navi nel Mediterraneo. Alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari:
- sviluppare una nuova attività d’inchiesta, nell’ambito delle sue prerogative, sui traffici illegali di rifiuti e gli affondamenti sospetti di navi nel Mediterraneo, oggetto delle indagini condotte dal Capitano di Fregata Natale De Grazia;
- analizzare la documentazione già acquisita e le relazioni approvate nelle precedenti legislature, con un’attenzione particolare agli atti su cui stava lavorando De Grazia, che andrebbero accuratamente rivisitati e riordinati, approfondendo anche le indicazioni sulla probabile “causa tossica” della sua morte, emerse grazie alla perizia medico-legale disposta nel 2012 dalla Commissione parlamentare d’inchiesta della XVI legislatura;
- acquisire ulteriore documentazione anche relative ai provvedimenti di archiviazione delle indagini svolte dall’autorità giudiziaria;
- desecretare tutti gli atti disponibili, tranne quelli relativi a questioni realmente rilevanti di sicurezza nazionale, compresi eventuali documenti del Sios (acronimo dell’allora Servizio informazioni operative e situazioni), relativi alla vicenda delle navi a perdere e alle indagini svolte dal Capitano De Grazia;
- acquisire testimonianze utili alla ricostruzione di quanto accaduto, anche relativamente ai tentativi di individuazione di relitti affondati;
- individuare le nuove tecnologie disponibili per il monitoraggio dei fondali marini al largo delle coste italiane, finalizzato alla ricerca di relitti di navi affondate e alla loro mappatura, anche al fine di sgombrare il campo dai tanti dubbi che continuano ad inquietare gli abitanti delle zone presumibilmente interessate;
- Al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, in collaborazione con l’Ispra: definizione e finanziamento di un nuovo programma di ricerca sugli affondamenti sospetti di navi mercantili lungo le coste del nostro Paese, come già annunciato nel 2020 dall’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa, senza azioni né risultati conseguenti, sulla base delle migliori tecnologie oggi disponibili.
- Alla Regione Calabria: integrare con proprie risorse il programma di ricerca nazionale, relativamente al monitoraggio dei fondali marini lungo le coste calabresi, nelle aree indicate dalle indagini e dagli atti delle commissioni parlamentari come siti di possibili affondamenti sospetti di navi mercantili, ivi comprese quelle già oggetto di prime ricerche;
- Alla Commissione europea, in collaborazione con l’Unep (Programma ambientale delle Nazioni Unite): acquisizione, tramite l’Unep, di tutta la documentazione esistente relativa ai presunti affondamenti di navi mercantili nel Mediterraneo;
- definizione di un programma di ricerca scientifico e ambientale sugli affondamenti sospetti di navi mercantili nel Mediterraneo, da sviluppare di concerto con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica del nostro Paese.
Le parole di Falcomatà
“La sua storia rappresenta un paradigma di impegno, verità e giustizia” ha così esordito il primo cittadino Giuseppe Falcomatà, sottolineando che “l’appuntamento di oggi, cadenzato da testimonianze qualificate ed interventi istituzionali per ricordare e ribadire l’impegno di Natale De Grazia e per dare memoria dell’importanza del suo operato, ci spinge a non arretrare e non dimenticare i trent’anni il sacrificio per la verità e la giustizia, in memoria di Natale De Grazia”.
“Uomo di Stato con la schiena dritta e figlio illustre di questa città – così lo ha definito Falcomatà – a distanza di trent’anni, onoriamo un simbolo di coraggio, legalità, servizio al Paese, ma soprattutto a difesa dell’ambiente attraverso un amore autentico per il nostro mare. Indagava per rendere libero il nostro mare da quelli che molto probabilmente erano rifiuti tossici, inabissati dalla criminalità organizzata, pagando un prezzo altissimo. Il più alto. Quello della vita”.
Domani l’evento conclusivo a Gallico: la scuola primaria di via Quarnaro a Gallico sarà intitolata al capitano De Grazia, e subito dopo, sul lungomare di Gallico – lato sud, sarà scoperta una targa dedicata al Lungomare Natale De Grazia – “Gesti dall’alto valore simbolico che legheranno ancor di più la comunità di Gallico ad un eroe di questa terra” ha concluso il Sindaco.

