La condanna a 14 anni di carcere, che equivale all’ergastolo per un 72enne quale è il gioielliere Mario Roggero, per i colpi sparati ai rapinatori che avevano fatto irruzione nella sua gioielleria nell’ennesima violenta rapina che subiva in pochi anni, ha fatto cadere il dogma del rapporto tra aggredito e aggressore che per anni gli esponenti politici, gli intellettuali e i pensatori della sinistra e del Pd avevano utilizzato per giustificare le loro posizioni sulla guerra in Ucraina. Lo ricordate, tra 2022 e 2023, quando il Pd era ancora saldamente al governo di Roma, di Bruxelles e di Washington con Joe Biden alla Casa Bianca, Paolo Gentiloni alla Commissione europea, Mario Draghi a Palazzo Chigi, Lorenzo Guerini (Pd) ministro della Difesa, Luigi Di Maio (M5S) Ministro degli Esteri, come ogni riflessione sulla guerra in Ucraina fosse subito bloccata dal dogma di “un aggredito e un aggressore“, tanto che ogni voce anche timidamente differente era subito etichettata come “criminale filo-putiniana“?
Poi a valanga le elezioni hanno ribaltato gli assetti politici: il popolo ha scelto Giorgia Meloni in Italia, Donald Trump negli USA e una nuova UE molto più spostata a destra. Per l’Italia c’è Raffaele Fitto che è addirittura Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, in un ruolo di vertice dell’istituto. In modo lento e graduale, negli ultimi due anni i toni della sinistra sono cambiati. Qualcuno nel Pd continua a parlare di Putin come un “criminale di guerra“, ma piano piano nel contesto di una coalizione più spostata all’estrema sinistra con i fanatismi di Elly Schlein alla guida del partito dopo il moderato Enrico Letta, e la pur fragile alleanza con AVS e Movimento 5 Stelle, la stragrande maggioranza degli esponenti della sinistra italiana oggi contesta a priori ogni tipo di spesa per la difesa e inizia a mostrarsi comprensivo nei confronti delle ragioni della Russia o comunque a dirsi più conciliante verso una pace che non sarà mai “giusta“, ma frutto proprio di anni di guerre d’aggressione. Tutto è cambiato, a sinistra, rispetto all’Ucraina: erano pronti a morire per loro, “o la pace o il condizionatore“, e adesso sono pronti ad abbandonarli nella morsa della Russia di Putin.
Ma il dogma “aggredito-aggressore” è venuto meno soprattutto sul caso del gioielliere Mario Roggero, così com’era già accaduto per la morte di Ramy Elgaml: la vittima dei rapinatori condannato per aver sparato ai ladri, i Carabinieri alla sbarra per l’inseguimento di Milano. In entrambi i casi, la sinistra si è schierata dalla parte degli aggressori: i rapinatori della gioielleria e i delinquenti in fuga dal posto di blocco delle forze dell’ordine.
Qui non conta più chi è stato l’aggressore e chi è stato l’aggredito: dobbiamo “capire le ragioni” del disagio sociale che “spinge a delinquere“; dobbiamo “contenere la reazione in modo proporzionale rispetto all’offesa“, tutte pippe mentali che nel caso della guerra in Russia e Ucraina nessuno aveva posto. Almeno a sinistra. Ma erano i tempi di Biden, di Draghi, di Gentiloni. Erano i tempi dei dogmi: tutti coloro che si interrogavano sulle norme anti Covid erano “pericolosi negazionisti“, li etichettavano prima come “no-mask” e poi come “no-vax“, e lo hanno rifatto con la guerra in Ucraina dipingendo “putiniana” ogni voce riflessiva, ogni voce fuori dal coro, pur di delegittimarla dal pubblico dibattito. Pur di omologare tutti al pensiero unico da imporre al popolo come un mantra: “non ti vaccini, ti ammali, muori“; “preferiamo la pace o il condizionatore acceso?” appunto.
I governi si ribaltano, la destra vince le elezioni e la sinistra cambia pelle. Insegue la propaganda, capovolge le posizioni. Che evidentemente non erano idee, ma solo necessità di comodo. Adesso con Putin bisogna fare la pace perchè non possiamo spendere i soldi nella difesa, “è più importante destinarli alla sanità“. Certo, come hanno fatto loro governando l’Italia ininterrottamente dal 2011 al 2022 per undici lunghi anni. Quando andavano a Mosca a stringere la mano e firmare accordi commerciali con Putin. E – tornando ad oggi – ovviamente il gioielliere aggredito va condannato, e deve anche risarcire i ladri aggressori.
Il punto sulla legittima difesa non è tanto il caso del povero Roggero, a cui va tutta l’assoluta solidarietà umana e sociale, ma il contesto generale. E qui emergono anche le contraddizioni della destra. Di Salvini e della Lega, che stanno giustamente dalla parte dei commercianti e dei cittadini aggrediti dai criminali, ma poi sulla guerra in Ucraina sono ambigui – almeno nelle dichiarazioni – sin dal primo giorno. E’ vero, hanno sempre votato insieme al governo per gli aiuti al Paese aggredito, ma solo perchè la Lega è una forza minoritaria in un Governo in cui Fratelli d’Italia e Forza Italia stanno da sempre senza se e senza ma dalla parte delle democrazie occidentali. Se la Lega fosse maggioranza, con ogni probabilità l’Italia sarebbe in politica estera più vicina alle posizioni di Ungheria e Slovacchia.
Con una differenza enorme, in tutta questa storia: la Russia, quantomeno, sulla vicenda dell’Ucraina, qualche ragione socio-culturale e storica può anche averla. Questo non giustifica l’utilizzo della violenza sui civili e le barbarie compiute dai russi in questi anni, ma non si può liquidare tutto con il dogma (ormai caduto) dell’aggredito e dell’aggressore. Inoltre, Putin è un capo di Stato legittimo. E quindi va riconosciuto. Bisogna in ogni caso farci i conti, sedersi al tavolo, accettare la realtà delle cose. Come sta facendo Trump, nel difficile tentativo di trovare una via di uscita reciproca dal pantano ucraino. Una pace che con Biden e la follia dell’Europa “volenterosa” soltanto di continuare la guerra, non sarebbe mai arrivata in alcun caso.
Al contrario, i rapinatori, i delinquenti e i criminali che rubano, malmenano, scippano e violentano i cittadini italiani non hanno alcun tipo di legittimità. E’ sacrosanto il principio, questo sì dogmatico, ribadito nei giorni scorsi dal premier Giorgia Meloni: “la difesa è sempre legittima“. E allora, il governo cambi la norma sulla legittima difesa. Niente più proporzionalità, niente più condizioni psicologiche, profondo turbamento, niente più “se” e “ma“. Se “la difesa è sempre legittima“, vittima e carnefice non possono mai più essere sullo stesso piano. Se tu entri a casa mia, può capitarti di morire. Se irrompi in gioielleria con pistole e passamontagna, può capitarti di morire. Se stai scippando, stuprando, rubando, violentando, allora può capitarti di morire. Se scappi all’alt dei Carabinieri, può capitarti di morire. Devi metterlo in conto. Devi saperlo prima. Nessuno risarcirà i tuoi familiari, nessuno verrà incolpato per questo. Non in Italia, che smetterebbe così di essere il Paese dei Balocchi. Sarebbe il miglior deterrente.
E chi fa il proprio dovere, gli agenti delle forze dell’ordine, i commercianti, i cittadini, non deve neanche essere indagato, neanche essere messo in discussione, ovviamente se è palese l’aggressione alla privata proprietà o all’esercizio della propria funzione.
Questo non significa affatto che un gioielliere può uscire in strada e sparare così all’impazzata, senza motivo. Non significa che un poliziotto può abusare del proprio potere. Ma non significa neanche che un cittadino violentato nella sua abitazione debba essere indagato se si è difeso dai ladri, o un poliziotto debba essere indagato se ha fatto il proprio dovere inseguendo un criminale.
La difesa è sempre legittima. Non solo in Ucraina. Anche a Reggio Calabria, dove un povero macellaio sta passando i guai per aver sorpreso i ladri nella propria abitazione di Oliveto a fine maggio del 2024 e si è difeso con un coltello da cucina. E’ stato arrestato, è finito in carcere, poi ai domiciliari, ha perso il lavoro e rischia di dover risarcire i criminali che avevano fatto irruzione nella sua proprietà privata e poi lo hanno anche aggredito. Non è questa la civiltà e la democrazia di cui vorremmo andare orgogliosi. Non è questo uno Stato giusto. Il governo Meloni non sprechi l’occasione: con la riforma della Giustizia e/o con nuove leggi più chiare e meno soggette ad interpretazioni dei giudici, introduca il principio della “difesa sempre legittima” nel nostro ordinamento. Senza se. Senza ma. Con buona pace dei soliti difensori dello Stato a targhe alterne, rigidamente istituzionali solo se governa la sinistra e subito dopo estremisti anti-sistema quando il popolo vota per maggioranze di centrodestra. E’ un ritornello già visto e rivisto, basti pensare a quanto antisemitismo oggi brulichi nella sinistra che invece dal Dopoguerra – vivaddio – è sempre stata paladina della memoria dell’Olocausto come una delle più grandi tragedie della storia dell’umanità. Lo hanno dimenticato? Assolutamente no. Sono opportunisti, al governo c’è la destra di Meloni ed esattamente come accaduto venti anni fa con Berlusconi, stando all’opposizione cavalcano l’ignoranza delle masse per creare disordini e tentare di ribaltare la volontà popolare. Con buona pace della Shoah, dei valori e degli ideali.
Lo avete visto con il dogma dell’aggredito-aggressore, venuto meno in un batter d’occhio: due anni fa erano tutti pericolosi “nemici della libertà” coloro che si interrogavano sulle ragioni di Putin e sull’opportunità di sposare una causa persa come quella Ucraina, che in ogni caso non può vincere questa guerra. Oggi la sinistra è proprio sulle barricate degli aggressori: l’Ucraina possiamo anche abbandonarla, mentre a casa nostra difendono i rapinatori delle gioiellerie e i delinquenti in fuga dai Carabinieri. E questi sarebbero quelli dell’Arco Costituzionale? Tanto per citare nuovamente Giorgia, “sono più estremisti di Hamas”!
