Circoscrizioni a Reggio Calabria: “sprecati 3 anni di tempo, si è sviluppato un dibattito insufficiente”

Il pensiero sulle nuove Circoscrizioni da parte di Nicola Novarro, già Presidente della XIII Circoscrizione Ravagnese Vallata del Valanidi

“Siamo arrivati alla fase finale della discussione degli atti amministrativi necessari per ridare alla città le nuove Circoscrizioni, senza un vero confronto di idee e proposte nei partiti, e fra le forze politiche. Di quali Consigli Zona dare alla città, la politica istituzionale, e partitica avrebbe dovuto parlare attraverso un percorso di ascolto della città generativo di parole e pensieri che potessero far riflettere sulla partecipazione come componente essenziale della democrazia; promuovendo spazi di analisi e discussione sui nuovi organi elettivi del Comune per contestualizzare la loro funzione essenziale nei processi partecipativi istituzionalizzati, in una realtà come la nostra, caratterizzata da un tessuto sociale e culturale fragile e una politica debole e non incidente negli spazi decisionali”. Comincia così la nota stampa di Nicola Novarro, già Presidente della XIII Circoscrizione Ravagnese Vallata del Valanidi.

“Si è sviluppato invece un insufficiente dibattito, con una politica sempre più rinchiusa negli spazi istituzionali, come se la partecipazione non fosse il motore della democrazia, ma un problema fra i tanti altri dell’Amministrazione comunale. Vogliamo pensare che almeno i consiglieri comunali nelle Commissioni abbiano discusso della questione delle nuove Circoscrizioni, preoccupandosi non solo, e giustamente, dei costi di funzionamento dei nuovi organi rappresentativi, ma pure dell’importanza della loro funzione per arricchire le istituzioni con spazi di coinvolgimento ed inclusione attiva dei cittadini nella vita democratica degli enti locali e così dare sempre più voce alla gente e ai bisogni dei più deboli”.

“Di sicuro abbiamo sprecato tre anni di tempo prezioso. Tre anni caratterizzati da una scelta rinunciataria della classe politica dei partiti tutti, per non aver esercitato il ruolo di indirizzo politico su un tema strategico che avrebbe meritato quasi una “fase costituente” sulle nuove circoscrizioni nella città. Così, quella del nuovo decentramento, rischia di essere per il comune di Reggio Calabria, capoluogo della Città Metropolitana, una pagina storica non di buona politica. Non buona politica perché il dibattito emerso non sembra stia delineando scelte che possano dare alle nuove circoscrizioni compiti che vadano oltre le funzioni riduttive su deleghe di piccoli lavori di manutenzione di marciapiedi e spazi verdi, spettacoli e feste nei quartieri”.

“Ora siamo arrivati alla pagina finale della stesura e approvazione in consiglio comunale del nuovo Regolamento delle nuove circoscrizioni, e non ci rimane che sperare che ogni norma sia ispirata pensando alla fragilità del tessuto sociale, e vastità del territorio della città capoluogo; al dualismo fra un centro storico “bomboniera” della città, e territori dei quartieri che necessitano di molta cura e investimenti importanti.; alla valenza rappresentativa dei nuovi consigli di zona di oltre trentamila abitanti eletti direttamente dai cittadini che può determinare un cortocircuitò istituzionale, se non sarà accompagnata da poteri caratterizzati da quattro elementi fondamentali: partecipazione, consensualità, rappresentatività, decisionalità: da tenere insieme, per affidare alle nuove Circoscrizioni quasi una missione strategica nella vita politica e amministrativa della città”.

Di cosa ha bisogno Reggio Calabria

“Reggio Calabria ha bisogno di Consigli di zona che siano luoghi di partecipazione politica caratterizzati da poteri di decentramento di indirizzo politico e di gestione de servizi nei diversi territori per determinare un primo livello di costruzione-manutenzione materiale e sociale della cosa pubblica” si legge ancora nella nota.

“Crediamo che le nuove articolazioni del territorio comunale, in un momento di sfiducia e disinteresse dei cittadini verso la politica, e di forte crisi dei partiti che sempre meno svolgono il ruolo di formazione e di rappresentanza della volontà popolare, possano essere pensati come spazi di democrazia dialogica-partecipativa istituzionalizzati dove fare iniziare il cursus honorum alla futura classe dirigente politica: sicuramente molto utile alla città.

Le nostre considerazioni, sono maturate anche negli anni di servizio di guida di una Circoscrizione importante per numero di abitanti, espansione territoriale e presenza di strutture come l’aeroporto. Le offriamo come contributo costruttivo per non far morire sul nascere le nuove Circoscrizioni. Con la ferma convinzione che la partecipazione che si può creare nei consigli di quartiere, se intesa come coinvolgimento attivo nei processi decisionali, ristabilisce il legame fra politica e società attraverso forme di governo caratterizzati da spazi sempre più prossimi ai cittadini. E tutto si può ottener senza risorse aggiuntive, se non quelle indispensabili per il funzionamento degli organi elettivi, credendo però nei valori alti della prossimità e della persona, principi cardine della sussidiarietà verticale che sposta sempre più verso il basso le decisioni politiche” si chiude la nota.