Nel raid russo che ha colpito la parte occidentale dell’Ucraina ha sfiorato anche un convoglio sul quale sono a bordo 110 attivisti italiani di rientro dalla decima missione nel Paese del Mean, Movimento Europeo di Azione Nonviolenta, di ritorno da Kharkiv. Alla missione prendono parte 35 associazioni tra cui Azione Cattolica, Anci, MoVI, Masci, Agesci, Base Italia, Fondazione Gariwo, Piccoli Comuni del Welcome, Reti della Carità, Progetto Sud.
“Tanta paura”
“Abbiamo cominciato a sentire come delle mitragliate e poi ci siamo resi conto invece che era la contraerea contro dei droni che stavano arrivando, e li hanno abbattuti”. E’ la testimonianza di don Giacomo Panizza, sacerdote 77enne originario del bresciano ma da 50 anni in Calabria dove dirige la Comunità Progetto Sud, che si trovava a bordo del treno che viaggiava nella zona di Leopoli nel momento dell’attacco russo. “La missione è stata buona – afferma raggiunto telefonicamente dalla TgR Calabria – però dopo questa mattinata tremenda, abbiamo attraversato la paura”.
“Al momento dell’attacco eravamo molto vicini alla Polonia, ormai il punto è quello lì perché anche un treno era stato assaltato l’altra notte. Paura? Tanta, chi in un modo, chi nell’altro, chi prega per esempio. Le città sono grandi e anche le campagne sono grandi. Ma questi ormai dicono: abito qui, sto qui e voglio continuare a vivere”, conclude don Panizza.
