Cosa ne pensa Hamas del piano di pace di Trump? Approccio positivo ma…

Hamas non ha ancora dato una risposta sul piano di pace di Donald Trump per Gaza: l'organizzazione terroristica ha un approccio positivo ma ritiene sia troppo favorevole per Israele

A due giorni dal piano di pace a Gaza promosso da Donald Trump, già accettato da Israele, manca ancora la risposta di Hamas. L’organizzazione terroristica è, tanto militarmente quanto politicamente spalle al muro. L’offerta è equa: in cambio della riconsegna degli ostaggi, della smilitarizzazione di Gaza e dell’esclusione dei jihadisti dal governo post conflitto, i guerriglieri di Hamas otterranno l’amnistia, mentre in Palestina verrà stabilito un Board of Peace che garantirà ai palestinesi la possibilità di vivere in pace nella propria terra e in pace con Israele.

Ma l’ok di Hamas, che potrebbe far cessare la guerra da un momento all’altro, non arriva. Secondo quanto filtra da fonti vicine all’organizzazione terroristica, citate dal giornale panarabo Asharq Al-Awsat, il piano di Donald Trump “pende da una parte” e viene considerato “ingiusto“, ma verrà comunque valutato affrontando la questione in modo “positivo”.

Non c’è una data stabilita per una risposta da parte del gruppo. Hamas ha “tre o quattro giorni” per rispondere alla proposta americana per mettere fine alla guerra a Gaza, ha detto ieri il presidente degli Stati Uniti. I mediatori hanno chiesto rapidità e una risposta in circa 48 ore, dicono le fonti del quotidiano panarabo, secondo le quali i punti del piano non forniscono garanzie sul rispetto dei termini dell’accordo. E, lasciano intendere, potrebbe servire più tempo per il rilascio degli ostaggi. “Entro 72 ore da quando Israele avrà pubblicamente accettato questo accordo, tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, verranno restituiti“, prevede il piano di Donald Trump per “la fine del conflitto a Gaza“. Sarebbero 48 gli ostaggi nella Striscia e si ritiene siano vivi solo in 20.