Lorenzo Festicini ed il suo lavoro in Vaticano, un figlio di Reggio Calabria siede tra i corridoi della Curia come “Sigillo Uditivo del Romano Pontefice”

Intervista al reggino “Il Sigillo Uditivo del Romano Pontefice” Dott. Lorenzo Festicini: "una responsabilità immensa"

di Francesco Marrapodi – Nel cuore della Calabria, terra che ha dato all’Italia pensatori, santi e uomini di coraggio, sorge una figura che oggi porta l’onore dell’intera Nazione fin dentro le mura sacre del Vaticano: il reggino Lorenzo Festicini, fondatore e presidente dell’Istituto Nazionale Azzurro (INA). Con la sua opera instancabile, ispirata alla luce del Vangelo e ai principi della carità, egli è stato designato nel 2025 “interlocutore referente” presso la Pontificia Accademia di Teologia. Uomo di cultura e di azione, è oggi riconosciuto come icona di professionalità, esempio di dedizione e vessillo di filantropia calabrese e italiana. Lo incontriamo in questa intervista che celebra non soltanto il suo percorso, ma il cammino di un popolo che sa farsi grande:

Dottor Festicini, Lei è conosciuto negli ambienti vaticani con un titolo tanto suggestivo quanto impegnativo: “Il Sigillo Uditivo del Romano Pontefice”. Può raccontarci come è nata questa definizione e la sua collaborazione con la Curia Romana?

“Il titolo è nato spontaneamente tra i corridoi della Curia, come riconoscimento della delicatezza e della precisione del mio lavoro. Non è un incarico ufficiale, ma un attestato di stima che porto con grande orgoglio. La mia collaborazione è iniziata quando fui chiamato per risolvere le complesse esigenze uditive di alcuni illustri porporati e del Vicario emerito di Sua Santità per lo Stato Pontificio. Da lì, il mio ruolo si è consolidato”.

Un titolo così altisonante ha portato molti a credere che Lei sia l’audioprotesista personale del Santo Padre. È così?

“È una supposizione lusinghiera, ma no, non ho mai avuto l’onore di protesizzare direttamente il Santo Padre. Il mio lavoro, per quanto cruciale, si concentra su illustri esponenti della Curia Romana che, per il loro ministero, necessitano di una percezione uditiva assolutamente perfetta. Il mio sigillo è a garanzia di quella perfezione”.

In che modo il suo lavoro si differenzia in un contesto così unico come quello del Vaticano?

“Il lavoro che svolgo è particolarmente esigente. In ambienti come le basiliche o le antiche cappelle, la qualità uditiva è molto particolare. Il riverbero, l’ampiezza degli spazi e i materiali stessi creano un paesaggio sonoro unico. Per garantire un ascolto chiaro e definito, c’è bisogno di un lavoro molto più certosino, una calibrazione quasi millimetrica che tenga conto di ogni singola variabile ambientale”.

Oltre all’acustica, c’è un altro aspetto del suo lavoro che è considerato fondamentale: le confessioni.

“Esattamente. Questo è forse l’aspetto più delicato. Durante il sacramento della confessione, il sacerdote ha bisogno di sentire il fedele che spesso parla quasi sussurrando. È una questione di rispetto, di privacy e di sacralità. La mia più grande soddisfazione professionale è proprio questa: grazie alle tecnologie e alle personalizzazioni che sviluppo, ho la capacità di far sentire anche quella voce silenziosa, garantendo che nessuna parola vada perduta”.

Una responsabilità immensa. Un percorso straordinario che, possiamo dire, L’ha portata da Reggio Calabria fin dentro il cuore pulsante del Vaticano.

“È un onore e un privilegio poter mettere la mia professionalità al servizio di esigenze così elevate. Ogni giorno è una nuova sfida per essere degno di quella fiducia”.

Da questa parole risuona un insegnamento che va oltre la tecnica e oltre la scienza: il dovere di servire, la grandezza dell’umiltà, la forza silenziosa della Calabria che sa elevarsi fino alla gloria universale. Il dott. Festicini, infatti, non rappresenta soltanto sé stesso, ma il destino di un popolo che ha bisogno di esempi limpidi e luminosi. I calabresi, figli di una terra antica e fiera, non sono soltanto custodi delle proprie radici, ma ambasciatori di dignità, solidarietà e fede nel mondo intero. E se oggi un figlio di Reggio Calabria siede tra i corridoi della Curia come “Sigillo Uditivo del Romano Pontefice”, è segno che la Calabria non è solo storia, ma futuro; non è solo sacrificio, ma missione; non è solo periferia, ma cuore pulsante dell’Italia.