“Lettera aperta al prete no Ponte, post accorato e duro. Ci risiamo. Perfino tra i religiosi, che dovrebbero predicare amore, carità e rispetto, troviamo chi semina odio, disprezzo e perfidia. Un prete gesuita, con tanto di pagina Wikipedia, si è lanciato nell’ennesima sparata contro il Ponte sullo Stretto, offendendo i siciliani, i calabresi e il futuro dei nostri figli. Ebbene, bisogna avere il coraggio di dirlo chiaramente: questo non è amore per la gente, questa è cattiveria travestita da ideologia”. E’ questo il post pubblicato sul profilo facebook della nota pagina Strait of Messina Bridge dell’ingegnere Giuseppe Palamara.
“I no Ponte non difendono nulla: non difendono i pescatori, che invece sventolano con orgoglio le bandiere pro ponte; non difendono i giovani, che scappano ogni anno in 35.000 perché qui mancano opportunità; non difendono gli imprenditori, i commercianti, gli albergatori, i ristoratori, che sanno bene quanto il ponte significhi sviluppo, lavoro e turismo. Difendono solo il loro egoismo e il loro pregiudizio ideologico. Difendono l’immobilismo, la decrescita, l’isolamento. Difendono un Sud che deve restare sempre indietro, sempre sottomesso al Nord”.
“Chi non vuole il ponte, chi lo ostacola con menzogne e ideologie, non vuole bene ai nostri figli, non vuole bene alla nostra terra. È gente che preferisce che i siciliani e i calabresi continuino a emigrare, che le nostre imprese restino tagliate fuori, che il costo dell’insularità (6 miliardi e mezzo l’anno!) continui a schiacciare le nostre famiglie”.
“Il Ponte non è un capriccio. È giustizia. È sviluppo. È futuro. E chi lo attacca con odio e disprezzo, chi sputa veleno contro questa grande opera, deve essere smascherato: non ha a cuore il bene della gente, ma solo il livore ideologico. Noi invece vogliamo che i nostri figli restino qui, che abbiano lavoro, dignità, prospettive. E il Ponte sullo Stretto è il simbolo di questa speranza. Basta con la cattiveria travestita da predica. La verità è che i no ponte odiano il Sud. Ma noi, con forza e coraggio, andiamo avanti: il Ponte si farà, ed è di tutti noi, del nostro futuro e dei nostri figli”.
