Neanche il tempo di far iniziare la finestra per le gare delle Nazionali, primo test ufficiale per l’Italia del nuovo CT Gennaro Gattuso, che scoppia subito una polemica. No, niente moduli, convocazioni o paura di non qualificarci al Mondiale (per quella ci sarà tempo…). A tenere banco è la sfida Italia-Israele che però si giocherà… tra un mese. La gara è prevista il 14 ottobre e sarà il match di ritorno rispetto a Israele-Italia che si terrà lunedì 8 settembre a Budapest.
La protesta legata alla partita, per altro già giocata nei mesi scorsi, anche in quel caso, dopo qualche polemica nata e morta nei giorni precedenti al match, è iniziata oltre un mese prima. Su spinta dell’ex della Nazionale di Pallavolo Mauro Berruto, oggi deputato del PD, 44 parlamentari di sinistra hanno chiesto di escludere Israele dalle competizioni internazionali a causa della guerra contro l’organizzazione terroristica Hamas. E fa già ridere così.
Il sindaco di Udine e la protesta
Inizialmente, Bari si era rifiutata di ospitare la partita. La FIGC ha quindi scelto Udine come nuova sede. Il sindaco Alberto Felice De Toni, schierato politicamente a sinistra, ha sottolineato, ai microfoni de “Il Messaggero Veneto”, quanto questa gara sia inopportuna. “Israele non è stato escluso dalle competizioni sportive internazionali. Ma di fronte a un dramma che non ha eguali negli ultimi ottant’anni, davanti a tanta sofferenza io dico: fermiamoci, giocare adesso sarebbe inopportuno“, ha dichiarato.
“Lo stadio è gestito dall’Udinese, la decisione di ospitare i match della nazionale è della Figc, la partita è organizzata dalla Uefa. Come Comune siamo al terzo livello, chiamati a occuparci di ordine pubblico con il coordinamento della prefettura“, ha continuato evidenziando una certa tendenza a discolparsi dal fatto che la partita, ovviamente, si giocherà perchè lo stesso sindaco non si è opposto fino in fondo come accaduto a Bari.
“Ci sono state manifestazioni di dissenso un anno fa, non potranno non essercene tra un mese e mezzo“, ha aggiunto De Toni ricordando che Udine aveva già ospitato Italia-Israele, con il conflitto in atto. Cosa cambierebbe con il rinvio della gara prevista tra un mese? Nulla.
Lo sa anche il sindaco stesso che, in bilico fra i vantaggi che comporta l’organizzazione di un grande evento sportivo e l’obbligo di dover seguire le linee guida della propria parte politica, finisce per dichiarare che sarebbe “opportuno attendere momenti migliori, rinviare la partita e recuperarla, credo che ci sia il tempo“, ammettendo però “temo purtroppo che nell’arco di un mese e mezzo non si arriverà al cessate il fuoco“.
