I Monti dell’Orsomarso: un viaggio nella natura della Calabria ad alta quota

Tra paesaggi calcarei mozzafiato, biodiversità unica e vette che sfiorano i 2.000 metri, i Monti dell’Orsomarso offrono ai visitatori un paradiso incontaminato nel cuore del Parco Nazionale del Pollino

I Monti dell’Orsomarso sono una meraviglia della natura nel Parco Nazionale del Pollino, costituendo uno dei gruppi montuosi più affascinanti e meno conosciuti dell’Appennino meridionale. Il massiccio calcareo, che prende il nome dall’antico borgo di Orsomarso, è un vero e proprio paradiso terrestre, caratterizzato da una natura selvaggia e incontaminata che attira ogni anno tantissimi visitatori, ammirati dai paesaggi suggestivi che è possibile godere in questo territorio.

Contrariamente ad altri ecosistemi naturali, quello dell’Orsomarso è inoltre molto più vario: sviluppandosi lungo la dorsale che separa il Tirreno dallo Ionio, infatti, l’ambiente finisce per essere unico e contraddistinguersi per influenze climatiche diverse.

Storia e caratteristiche dei Monti

La conformazione geologica dei Monti dell’Orsomarso ha origini evidentemente antichissime e un’evoluzione ancora più intricata, con un sovrapporsi di formazioni calcaree, dolomitiche e marnose che hanno dato vita nei millenni a un paesaggio spettacolare, oggi meta di tantissimi viaggiatori che giungono qui per scattare delle foto e compiere delle escursioni sul territorio.

Tra le numerose vette principali, è il Cozzo del Pellegrino, con i suoi 1.987 metri, ad essere la più elevata del gruppo, seguito però subito dopo da altre vette che riescono comunque a superare i 1.700 metri di altitudine. Da nord a sud troviamo infatti il Monte Palanuda (1632 metri) e il Monte Caramolo (1827). A sud dell’Argentino, oltre alla più elevata vetta del Cozzo del Pellegrino, si trova anche il Monte La Mula (1935). Ancora più a sud del Monte La Mula abbiamo le ultime propaggini dell’Appennino calabro, con la cortina di Montea (1825 metri), una cima dalle caratteristiche dolomitiche, molto amata dagli alpinisti.

Accanto alla Mula si trova il Monte Frattina (1535 metri), e a sud di questo il Monte La Caccia (1744 metri), ultima montagna dell’Appennino lucano, che lascia il posto all’ultima fascia appenninica, quella calabra, e quindi alla catena costiera.

Il paesaggio che ne deriva è vario, con un susseguirsi di creste, pareti e valloni spesso molto diverse tra loro, in grado di regalare uno spettacolo mozzafiato soprattutto durante le ore dell’alba e del tramonto, quando la luce colpisce i rilievi donando contrasti e sfumature calcaree, con colori che vanno dal bianco più pallido al rosso più intenso.

La vegetazione e la fauna

Con un simile biglietto da visita, è evidente come la diversità biologica dei Monti dell’Orsomarso sia notevole e oggetto di continui studi da parte degli appassionati. La sua particolare configurazione geografica e l’ampia escursione di altitudine hanno infatti contribuito a generare quelle che sono le condizioni ideali per lo sviluppo di habitat differenziati, ognuno con le proprie caratteristiche floristiche e faunistiche.

Il lato più piovoso è quello tirrenico, dove si registrano più di 1400 mm di pioggia annua anche a bassa quota. Qui fino a 500 metri il clima è mediterraneo. Più in alto, fino a 1000 metri, si ha un clima temperato e appenninico, di transizione, con inverni freddi, piovosi e neve. L’estate è calda ma meno siccitosa rispetto al piano basale. Dai 1000 metri in su si entra poi in un clima montano, con inverni rigidi e nevosi, estati fresche e ventilate, precipitazioni oltre i 2000 mm annui.

Infine, dai 1800 metri in su il clima è tipicamente alpino, con inverno molto rigido, ventoso e nevoso, estate fresca e ventilata.

Nelle zone più elevate troviamo una vegetazione tipicamente montana, con praterie d’alta quota in cui trovare specie che hanno saputo adattarsi alle condizioni climatiche più severe. Scendendo di quota, invece, possiamo trovare tipiche faggete che durante l’autunno arricchiscono di colori lo scenario.

Per quanto poi concerne la fauna locale, troviamo molte specie di grande interesse naturalistico. Si pensi ai rapaci che solcano i cieli delle montagne, oppure – scendendo tra i boschi – ai mammiferi che hanno trovato in questi territori l’habitat ideale per la loro sopravvivenza.

Un’opportunità imperdibile per tutti gli appassionati di trekking

Per quanto intuibile, con simili caratteristiche i Monti dell’Orsomarso offrono agli appassionati di trekking e alpinismo delle opportunità davvero straordinarie per esplorare i suoi paesaggi incontaminati attraverso una rete di sentieri che si snoda tra le valli più remote e le creste più panoramiche. Percorsi di varia difficoltà, alcuni dei quali seguono le antiche vie di transumanza e i collegamenti tra i borghi della zona, che permettono a tutti i livelli di esperienza di immergersi completamente nella natura selvaggia dei Monti.