Cosenza-Catania, Toscano: “non mi fido delle loro difficoltà. Noi affamati”. E su Caturano…

Mimmo Toscano tra cuore e voglia di vincere contro il Cosenza che ha rappresentato una parte importante del suo passato: la conferenza stampa dell'allenatore del Catania

Mimmo Toscano a Cosenza, il ritorno. Cosenza-Catania, match fra i più attesi del weekend del Girone C di Serie C, segna una prima volta romantica per il tecnico calabrese: Toscano, per la prima volta in carriera, affronterà il Cosenza al “Marulla” da allenatore. Lo stadio lo conosce bene, città e cosentini pure. Ha vestito la maglia dei lupi dal 1997 al 1999, dal 2007 al 2011 ne è stato allenatore. Nel mezzo 2 anni da calciatore al Rende (2003-2005) del quale è diventato poi allenatore della Berretti.

E se è vero che “al cuor non si comanda”, è anche vero però che oggi Mimmo Toscano allena il Catania, squadra ambiziosa e costruita per puntare alla promozione. La partenza è stata straordinaria: 3 vittorie, 11 gol fatti, 0 subiti. L’occasione per il poker è ghiotta, servirà mettere da parte il cuore.

Cosenza-Catania: la conferenza di mister Toscano

Questa è una gara molto insidiosa per molti aspetti. Il Cosenza viene da una categoria superiore, ha 7-8 calciatori che hanno militato nella categoria superiore. Hanno iniziato con un pareggio a Monopoli, campo difficile. Hanno fatto una buona gara con Salernitana e Crotone. Il molto insidiosa è dovuto a questo. È la prima volta che ritorno su quella panchina in 17-18 anni. Sono rimasto concentrato sulla partita, domani quando incontrerò qualche vecchio amico allo stadio certi ricordi ritorneranno in mente.

Questo è un campionato di costanza nei miglioramenti e nella crescita della squadra, i risultati saranno una conseguenza. Mi aspetto di migliorare le cose che possiamo fare meglio e continuare a fare bene le cose che stiamo facendo bene.

Siamo alla terza giornata, saremmo dei pazzi a pensare di aver già vinto il campionato. Gli altri possono parlare, noi dobbiamo sapere cosa ci aspetta in questo campionato. Abbiamo iniziato bene come ci aspettavamo e volevamo. Alla terza giornata è riduttivo parlare di classifica e numeri, si deve parlare di miglioramento e costanza. Noi dentro sappiamo questo, quello che si dice fuori non ci deve sfiorare.

Miglioramenti in trasferta? Ogni partita ha la sua storia. Dipende come sarà lo svolgimento della gara. Dico sempre ai ragazzi che c’è da tenere in mano la partita, c’è il momento in cui devi soffrire, non subire che sono due cose diverse. Dobbiamo capirlo. I ragazzi a oggi sono centrati e hanno le antenne alte.

Come si affronta il Cosenza? È una squadra partita in una certa Maniera a Monopoli e con la Salernitana, nell’ultima gara ha cambiato. Non so se cambierà ancora contro di noi. Ha cambiato tanto. Abbiamo visto le varie partite che ha fatto, qualche altra partita che il loro allenatore ha fatto con un modulo diverso rispetto alle prime due. Mantenere le antenne dritte vuol dire leggere subito la partita, siamo preparati a diverse letture.

Il Cosenza sta cercando di trovare la sua identità, io conosco bene l’ambiente, calcisticamente e non: si prepareranno per fare una grande partita contro il Catania, noi dobbiamo fare altrettanto contro una squadra che potrà creare diverse insidie. Caturano e Forte insieme? Cerco di definire una cosa una volta per tutte: io convocherò e utilizzerò i giocatori che mi mettono a disposizione. Caturano non sarà a disposizione. Punto (e non risponderà più alle successive domande su Caturano, ndr).

Problemi societari al Cosenza, possibile trabocchetto? Antenne alte. È normale che un club che viene da una retrocessione si porta dietro situazioni che deve risolvere. A tutte queste difficoltà io ci credo poco. Dobbiamo essere concentrati sul rettangolo di gioco che è la cosa più importante.

Vincere a Catania è diverso che vincere altrove: che lo pensi io è importante, ma è altrettanto importante che lo pensino i ragazzi. E lo pensano. Sia chi ha vissuto le passate stagioni, sia chi è arrivato quest’anno, ha capito che Catania per questa categoria è un’altra realtà, con pregi e difetti. Dobbiamo essere bravi a prenderci i pregi, farci trascinare dai pregi di questa città e questa tifoseria. Con i difetti dobbiamo essere bravi a barcamenarci.

Questa squadra è affamata e deve esserlo. Deve migliorare e sta migliorando. I dettagli devono essere la priorità a cui rivolgere la nostra attenzione. Sappiamo che questo campionato è difficile, è livellato verso l’alto. Monopoli l’abbiamo battuto, poi ha battuto il Cerignola che è una squadra buona. Partite facile o difficili non ce ne saranno, starà a noi lavorare sui dettagli perchè ogni squadra che affronterà il Catania qualcosa in più, qualche motivazione in più, ce l’avrà. Noi dobbiamo pareggiare o superare quest’attenzione e questa motivazione. Questa sarà la chiave del campionato.

Di Tacchio è convocato ed è a disposizione, si è allenato con il gruppo. Sono contento per il ragazzo che da diverso tempo non vedeva l’ora. Abbiamo trovato soluzioni senza Caturano, senza Di Tacchio, a partita in corso, dobbiamo essere bravi a trovare soluzioni in queste situazioni.

Io non racconto favole. L’aspetto più bello che sto vedendo è la sana competizione, vorrebbero giocare tutti e potrebbero farlo. Stoppa sta benissimo, Lunetta sta benissimo, D’Ausilio sta benissimo. E chi sta giocando può continuare a giocare. Questo è il bello della sana competizione, poi li vedi anche frequentarsi fuori dal campo e non c’è rivalità fuori, c’è rivalità in campo e ci deve essere. E la devi alimentare settimana dopo settimana.

Il gruppo si è dimostrato sempre lucido, anche in situazioni come quella di Cava con partita in bilico e tante chiamate da rivedere, tante situazioni al limite. Sulla lucidità e sulla determinazione, sulla pazienza e non sulla frenesia, questi ragazzi sono sulla strada giusta. Se sei lucido, pensi da squadra, metti il Catania prima di tutto, questa squadra può solo migliorare.

I pregi del Catania? La cultura del lavoro alta, il lavoro quotidiano. L’essere curiosi: chiedono il video dell’allenamento, di un’esercitazione per capire dove potevano fare meglio. Questo è un grande pregio da parte di tutti. Chi entra fa benissimo, tutti spingono nella stessa direzione.

Con Di Tacchio cambia la posizione di Jimenez? Dobbiamo essere bravi com’è stato con il Monopoli a giocare a 3 a centrocampo in un frangente di gara. Più uomini hai e più uomini duttili, più puoi trovare soluzioni giuste durante le partite.

Trasferta vietata ai tifosi? È un peccato che noi in trasferta non possiamo avere il supporto dei nostri tifosi. Sappiamo che se non ci fossero queste trasferte vietate, molte partite fuori casa le giocheremmo in casa, come quella di domani in cui, probabilmente, il pubblico di Cosenza non sarà numeroso e saremmo potuti essere numerosi noi. Mi auguro che si possa tornare ad avere in casa e fuori il sostegno dei nostri tifosi. 20 anni fa succedevano sempre certe cose, ma partite vietate non ce n’erano. Il calcio e la società sono cambiati: devono cambiare le regole per trovare il compromesso giusto per permettere a tutte le squadre di avere il supporto dei tifosi in casa e fuori“.