La destra italiana, con i successi di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, vive un momento storico politicamente esaltante: mentre il consenso del partito continua a crescere sull’onda dell’azione del Presidente del Consiglio, si aprono nuovi scenari in precedenza impensabili per il futuro. Fratelli d’Italia, infatti, è stimato oltre il 30% da ormai tutti gli istituti sondaggistici nazionali, dopo aver ottenuto il 28,8% alle elezioni europee di un anno fa e il 26% alle elezioni politiche di tre anni fa. L’orgoglio e la soddisfazione di aver eletto il primo Presidente del Consiglio di destra della storia dell’Italia repubblicana, per giunta una donna, e di ricoprire anche la Presidenza del Senato – seconda carica dello Stato – con un’altra figura storica della destra nazionale quale è Ignazio La Russa, è ormai incassato e rivendicato da tempo.
Ma la continua crescita nella credibilità di governo, nella leadership internazionale di Giorgia Meloni e nel ruolo dell’Italia nel mondo che con questo governo sta assumendo sempre maggior peso e centralità, apre nuove prospettive: lo scenario – in precedenza impensabile – di essere confermati dagli elettori alle prossime elezioni politiche (2027) e di poter quindi eleggere il primo Presidente della Repubblica con una cultura di destra nella storia d’Italia, appare di giorno in giorno sempre più concreta.
In questo contesto nazionale, ogni qual volta la politica torna centrale nella scena dell’attualità locale in Calabria e in riva allo Stretto, sorge spontanea una domanda: che fine ha fatto la destra a Reggio Calabria? Nella città in cui il Movimento Sociale Italiano prima, e Alleanza Nazionale poi, per oltre 60 anni hanno sempre avuto consensi molto più grandi rispetto a quelli nazionali, oggi invece in città Fratelli d’Italia è inesistente. In una sorta di contrappasso fuori da ogni logica, la destra è totalmente scomparsa nella città in cui invece aveva sempre prosperato, dando un contributo decisivo al percorso che ha condotto nel corso del tempo alla trasformazione necessaria di una forza di opposizione marginale, ad avere un ruolo sempre più centrale nella scena politica fino ad affermarsi oggi come dominante.
E se Reggio Calabria ha avuto un ruolo da protagonista nel corso di questa storia, oggi è totalmente inesistente nello scacchiere geografico della nuova destra italiana. Reggio Calabria è l’unica città metropolitana d’Italia in cui Giorgia Meloni non s’è mai vista, nè da Presidente del Consiglio nè da leader di partito. Neanche in occasioni elettorali. La lista di Fratelli d’Italia in questa città, ad ogni occasione posta dal calendario democratico soprattutto per quanto riguarda il rinnovo degli enti locali quali Comune e Regione, è composta da figure provenienti da altri mondi, spesso e volentieri addirittura dalla sinistra. E i risultati sono disastrosi: Fratelli d’Italia a Reggio non è soltanto marginale. E’ totalmente nulla. E’ il terzo e ultimo partito della coalizione, superato abbondantemente e per distacco non solo da Forza Italia ma anche dalla Lega, con un gap molto ampio che si allargherà ulteriormente alle prossime regionali di 5 e 6 ottobre.
Anche in occasione delle liste per le elezioni regionali, infatti, non si vedono candidati di destra nella lista di Fratelli d’Italia che addirittura nella circoscrizione di Catanzaro ha deciso di candidare la grillina Dalila Nesci, e menomale che c’è Giovanni Calabrese, storicamente impegnato in Alleanza Nazionale. Ma parliamo di un esponente di Locri, non di Reggio città. Dove c’è il vuoto.
L’idea che l’antica tradizione della destra reggina sia finita con la stagione di Scopelliti – primo e unico governatore di destra della Calabria, primo e unico anche di Reggio – è tanto triste quanto reale: un’eredità storica trasmessa nel corso delle generazioni dal senatore Michele Barbaro e dall’onorevole Nino Tripòdi, fino ai vari Ciccio Franco, Raffaele Valensise, Natino Aloi, Renato Meduri, Giuseppe Valentino, totalmente troncata proprio nel momento di massima esaltazione politica dell’intero movimento nazionale.
In passato, quest’eredità di idee, principi e valori proliferava nei movimenti giovanili. Ed è solo da lì che può rinascere una cultura di militanza, di passione, di impegno civico nella destra della città. E’ solo da lì che Fratelli d’Italia può mettere le basi per (ri)costruire la destra a Reggio, abbandonando personalismi e tornando alla nobiltà della politica più sana e genuina, quella a contatto con i territori, quella che non segue le persone ma le idee.
