Ponte sullo Stretto, l’editoriale sul sito di Nicola Porro che asfalta Bonelli: “se ti fa schifo, prendi il traghetto”

Il giornalista Franco Battaglia, sul sito di Nicola Porro, asfalta l'Onorevole Angelo Bonelli, in questi giorni più che mai agguerrito in merito al Ponte sullo Stretto

Anche Nicola Porro ha deciso di intervenire sulle assurde dichiarazioni di Angelo Bonelli, smentito da INGV e Società Stretto di Messina tra ieri e oggi in merito al Ponte sullo Stretto. Nello specifico è il giornalista Franco Battaglia a scrivere un editoriale sul sito NicolaPorro.it “A volte mi capita – e scommetto che capiti anche a voi – di provare imbarazzo, se non addirittura vergogna, per un altro, quando ascoltiamo sciocchezze da questi profferite in pubblico. È una sensazione di per sé affascinante, un’emozione empatica nota in psicologia come “imbarazzo vicario”: se vediamo una persona che si espone al ridicolo, proviamo empaticamente l’imbarazzo che immaginiamo dovrebbe provare lei. A volte, poi, non è nemmeno empatia, ma una forma di proiezione: immaginiamo come noi ci sentiremmo se dicessimo quelle sciocchezze”.

“A me la cosa capita raramente, ma devo confessare che mi capita quasi tutte le volte che ascolto Angelo Bonelli non appena egli apre la bocca. L’ultima volta è stata quando ho ascoltato la sua dichiarazione in ordine al Ponte sullo Stretto di Messina: ‘Faremo di tutto per fermare quest’opera’. E poi: ‘Sapete? C’è una cosa grave che voglio dirvi: uno dei piloni che reggerà il Ponte sorge su un’area sismica con una faglia attiva’. Mentre scrivo mi sovviene una esilarante gag della pluripremiata serie tv Friends. Rachel si trova seduta in aereo in partenza per Londra, determinata a dichiarare il proprio amore a Ross, che a Londra sta convolando a nozze; per dissuaderla l’amica Phoebe le telefona inventandosi che una “falangia” dell’aereo è difettosa; un passeggero, seduto accanto a Rachel, si allarma visibilmente e, quando la hostess gli dice che sull’aereo non esiste alcuna “falangia”, entra vieppiù nel panico per il fatto di trovarsi in un aereo addirittura sprovvisto di “falangia”: va di matto, pretende di scendere, ed è seguito da tutti i passaggeri, terrorizzati per il fatto che l’aereo fosse privo di “falangia”.

“Ecco, Bonelli è fatto così: udite, udite, “un pilone del Ponte sorge su una faglia attiva” è la cosa “grave” che Bonelli “vuole dirci”. Uno scoop: chissà se le sue parole – che tanto allarme intenderebbero procurare – sono state registrate dai nostri organi di stampa. Comunque, per correttezza giornalistica, ci pensiamo noi a dar voce all’onorevole. Correttezza per correttezza, va anche detto che quasi sicuramente anche l’altro pilone sorge su una faglia attiva, giacché il fatto è che quasi tutta l’Italia è distesa su faglie attive. Ancora più dell’Italia, lo sono la Turchia e il Giappone, che però hanno la sfortuna di non avere alcun Angelo Bonelli, visto che hanno costruito i due ponti sospesi più lunghi al mondo: 2 km ciascuno. Saranno superati da quello di Messina (di oltre 3 km) quando – Bonelli permettendo – sarà ultimato”.

Perché Bonelli sembra saper solo distruggere: ‘Faremo di tutto per fermare quest’opera’. Di tutto. Una verve distruttiva che, secondo me, potrebbe qualificare l’uomo ‘un caso interessante’, tanto per usare il gergo che, tra il serio e il faceto, un mio amico psichiatra usa verso di me come quando s’imbatte in qualche paziente che titilla la sua curiosità.

“O Bonelli, perché vuoi fare ‘di tutto’ per fermare quest’opera?”

O Bonelli, perché vuoi fare “di tutto” per fermare quest’opera? Il Parlamento italiano ha già votato – e più volte – che il Ponte sarebbe da farsi. Il governo Zoli, democristiano, nel 1957; quello Craxi, di centrosinistra, nel 1985; e quello Berlusconi nel 2003. Qual è il tuo problema, Bonelli? I soldi? Sarebbero 14 miliardi. Ma sono tanti quanti le scelte politiche dei Verdi – ministro Alfonso Pecoraro Scanio – stan facendo pagare agli italiani, ogni anno, sulle bollette elettriche, alla voce “oneri di sistema”. Brontoli – ma che dico brontoli, prometti feroce battaglia – per il Ponte, ma da 15 anni gli italiani pagano un Ponte l’anno per colpa dei Verdi.

Dai, Bonelli, dì la verità, a te dell’ambiente poco cale, giacché tutti gli studi (e non ce ne vogliono neanche molti per convincersene) concordano che il vero impatto ambientale del Ponte è la sua assenza. Pensa all’inquinamento che ti starebbe – almeno così dici – a cuore: ogni anno 100mila traversate di traghetti. E pensa al tempo: col ponte, 3 minuti; senza ponte, tra una cosa e l’altra, minimo un’ora, ma anche due o tre. E questo per 10 milioni di persone l’anno.

Realizzare il Ponte sarà un’impresa più grande di quella che ha portato l’uomo sulla Luna: pensaci, il più lungo ponte sospeso del mondo, in Italia. Possibile che questo pensiero non ti solletichi neanche un po’ d’orgoglio? Niente orgoglio. E, a quanto pare, neanche vergogna per i dichiarati propositi distruttivi. Eppure dovresti provarne un poco, di vergogna; se non per le parole profferite, almeno per quanto imbarazzanti esse possano suonare alle orecchie di chi ti ascolta”.