Che non ne azzeccasse una, quantomeno sul tema, è abbastanza chiaro da tempo. Angelo Bonelli non è un esperto di terremoti, non è un geologo, non è un architetto. E’ solo un politico sfacciatamente e ideologicamente contrario al Ponte sullo Stretto. Quando c’è l’ideologia, però, spesso la propaganda che si porta avanti rischia di far commettere danni. E la sua dichiarazione a Repubblica ne ha già combinati parecchi. Ieri è arrivata la risposta dal presidente dell’INGV Florindo. Oggi, invece, direttamente dalla Società Stretto di Messina.
La Società Stretto di Messina: “osservazioni prive di fondamento”
“Spiace –spiega la SdM in una nota – dover nuovamente contraddire l’Onorevole Angelo Bonelli, ma non risponde al vero che sia stata firmata dalla società Stretto di Messina una ‘convenzione da 250 mila euro’ con l’INGV. E’ vero invece, come annunciato più e più volte, che la consolidata collaborazione tra l’INGV, la Stretto di Messina e il Contraente generale perseguirà come previsto anche per lo sviluppo della progettazione esecutiva. Spiace altresì dover ricordare all’Onorevole Bonelli che anche tutte le affermazioni del Professor Doglioni siano state smentite e rettificate, da ultimo anche dall’INGV stesso.
Per dovere di scienza ricordiamo che il progetto del ponte prevede accelerazioni massime superiori a 1,5 g, allo stato limite di integrità strutturale, e non di 0,58 g come afferma erroneamente. Sul sito istituzionale della Società è presente un documento redatto dai progettisti in cui viene confrontato lo spettro di progetto dell’opera con lo spettro registrato in occasione dei terremoti di L’Aquila e Amatrice. Si evince chiaramente che alle frequenze di interesse per il ponte le accelerazioni di progetto sono sensibilmente superiori a quelle registrate nei terremoti di L’Aquila e Amatrice, e quindi le osservazioni al riguardo sono del tutto prive di fondamento.
“Per gli aspetti geologici e sismici il progetto definitivo è corredato da oltre 300 elaborati geologici frutto di nuova e più ampia documentazione a varie scale grafiche, realizzata con l’ausilio di circa 400 indagini puntuali, tra sondaggi geologici, geotecnici e sismici. Tutte le faglie presenti nell’area dello Stretto di Messina sono note, censite e monitorate, comprese quelle del versante calabrese. I punti di contatto con il terreno dell’Opera, sulla base degli studi geosismotettonici eseguiti, sono stati individuati evitando il posizionamento su faglie attive”.
