di Francesco Marrapodi – Un’eco antica e lontana, custodita per millenni tra i silenzi eterni del monte Ararat, starebbe per riemergere con potenza profetica: l’Arca di Noè. La sacra reliquia del Diluvio Universale, sarebbe stata finalmente ritrovata. La notizia giunge come un fulmine nella notte, scuotendo coscienze e accendendo speranze. I membri del progetto internazionale “Noah’s Ark Scans” affermano, infatti, di aver individuato, sotto le pendici orientali del monte Ararat – il luogo stesso che la Bibbia designa come il punto d’approdo dell’Arca – una struttura sepolta, antica quanto la parola di Dio e dalla forma inequivocabile di una grande nave. Utilizzando avanzate tecnologie di geo-radar e imaging tridimensionale, il team, composto da scienziati turchi e americani, ha riportato alla luce le tracce sepolte sotto un tumulo a forma di barca, che si staglia nel cuore dell’Anatolia come un altare silenzioso. Il terreno circostante racconta una storia di fango e tempo, ma sotto di esso si celerebbe qualcosa di più: resti di legno decomposto e materiali organici compatibili con una struttura colossale, custodita dalla terra come un sacramento.
Il comunicato ufficiale del progetto rivela dettagli stupefacenti: un corridoio centrale di 71 metri, affiancato da strutture angolari – potenzialmente stanze o compartimenti – che si spingono fino a sei metri di profondità. Le forme rettilinee, del tutto estranee alla naturale casualità della geologia, indicano con forza una progettazione intenzionale. Una costruzione. Un’arca. Secondo il Libro della Genesi, l’Onnipotente ordinò a Noè di edificare un’enorme nave per mettere in salvo l’umanità e ogni specie vivente dal Giudizio delle acque. Il Diluvio fu il castigo, ma anche la promessa: che Dio non avrebbe mai più distrutto la Terra. L’Arca, dunque, non è solo un manufatto: è un testamento. È memoria del patto eterno tra Dio e l’uomo. E ora, in tempi di smarrimento spirituale e crisi globale, questa possibile scoperta si staglia come un richiamo potente: Ricordati di Me, sembra dire il Signore. Un monito e una speranza. Perché se davvero è stata trovata l’Arca, allora non tutto è perduto. Il cielo non ci ha abbandonati.
