Sono stati due giorni bellissimi per il Ponte sullo Stretto: grandi notizie per il completamento dell’iter realizzativo, ulteriori step verso l’inizio dei lavori di costruzione della più grande opera pubblica della storia d’Italia. E, soprattutto, due notizie che smontano le critiche degli oppositori secondo cui non ci sarebbe un progetto, non ci sarebbero i soldi, non ci sarebbero benefici per il territorio. Tutto ribaltato da due giornate storiche che segnano un passaggio nevralgico nel percorso per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, un sogno storico del Sud che il governo Meloni ha rilanciato in appena due anni bruciando le tappe dopo il brusco stop imposto dalla sinistra dodici anni fa.
Mercoledì il primo importante evento: la firma dell’accordo di programma per gli interventi propedeutici e funzionali. Un elenco straordinario di opere connesse al Ponte in Calabria e in Sicilia che rivoluzioneranno il territorio innescando virtuosi processi di crescita e sviluppo. Giovedì l’ok della Commissione europea al co-finanziamento dell’opera, considerata dall’Unione Europea “strategica” per lo sviluppo del continente, in quanto inserita nella rete Ten-T dei corridoi continentali.
Andiamo con ordine e contestualizziamo.
Ponte sullo Stretto: i soldi ci sono già tutti, ma il Governo non si lascia sfuggire alcuna occasione
I fondi per realizzare il Ponte sullo Stretto ci sono già tutti: il governo Meloni li ha inseriti nel bilancio dello Stato lo scorso anno, con la copertura totale dei 13,5 miliardi di euro necessari a realizzare il Ponte e tutte le opere accessorie. E’ il più grande investimenti della storia d’Italia, e viene realizzato interamente con fondi pubblici già previsti dal DEF 2024 e poi inseriti nella Finanziaria 2025. Il costo dell’opera è spalmato su sette annualità, quindi è irrisorio sui conti dello Stato: tanto per avere un metro di paragone, il Reddito di Cittadinanza (8 miliardi di euro l’anno) è costato molto di più: si sarebbe potuto costruire un Ponte dello Stretto ogni 18 mesi.
Ma nonostante questo, il governo si sta guardando intorno per cogliere occasioni di risparmio e liberare i fondi destinati al Ponte. La strada è quella del coinvolgimento dei fondi europei. L’Unione Europea, infatti, chiede agli Stati di realizzare opere pubbliche per lo sviluppo e la crescita dei territori, ed è particolarmente impegnata nel sostenere opere pubbliche ecosostenibili, che riducano la necessità dell’utilizzo degli aerei maggiormente inquinanti. Non c’è opera pubblica più green del Ponte sullo Stretto, che sposterà milioni di viaggiatori dagli aerei ai treni con l’arrivo dell’alta velocità ferroviaria anche in Sicilia, rilanciando ulteriormente il territorio delle città interessate (Reggio Calabria, Messina, Catania e Palermo). Ecco perchè il 17 Luglio 2024 la Commissione Europea ha già finanziato la progettazione esecutiva con 25 milioni di euro, pari al 50% dell’importo relativo alla parte ferroviaria, e adesso apre all’inserimento di altri fondi in vista del prossimo Quadro finanziario pluriennale 2028-2034.
Inoltre c’è sul tavolo anche l’ipotesi di classificare il Ponte come infrastruttura militare strategica: lo è nei fatti, non cambia nulla nella sostanza se non la possibilità di inserire l’intera somma (13,5 miliardi di euro, appunto) nel nuovo target richiesto dalla NATO del 5% del Pil di spese militari, rendendo ancor più virtuoso e nobile il bilancio dello Stato e silenziando i pacifisti che criticano tutto il blocco Occidentale che starebbe incrementando la spesa “per le armi“. Ma invece le “spese militari” sono molto altro, comprese le infrastrutture strategiche per i terrori, e quindi anche per la logistica, la sicurezza e le emergenze nazionali. Il Ponte sullo Stretto, infatti, consentirebbe più veloci soccorsi anche in caso di calamità naturali (terremoti, alluvioni etc.) rispetto a quanto non avvenga oggi.
Ponte sullo Stretto, la firma dell’accordo di programma per gli interventi propedeutici e funzionali: un elenco di opere straordinarie in Calabria e Sicilia
La giornata di mercoledì è stata davvero storica per la firma dell’Accordo di Programma tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Regione Siciliana e la Regione Calabria, Rete Ferroviaria Italiana, Anas e Società Stretto di Messina: un documento fondamentale che definisce gli impegni tecnici e finanziari dei soggetti firmatari coinvolti nella realizzazione e gestione del ponte sullo Stretto di Messina e delle opere connesse.
L’accordo rende l’idea di quante straordinarie opere connesse al Ponte prevede il progetto, oltre il Ponte in sé: gli interventi sono stati determinati nell’accordo e prevedono un’enormità di opere pubbliche in Calabria e Sicilia tali da ribaltare l’attuale assetto socio-economico del Sud Italia e smontare l’ennesima critica, quella secondo cui ci sarebbero “altre priorità” rispetto al Ponte. E invece con il Ponte si fa anche tutto il resto, mentre la storia ci ha insegnato che senza Ponte non si fa neanche altro.
Ecco cosa prevede l’accordo di programma.
Le aree di servizio di Villa San Giovanni
L’accordo prevede la consegna a Stretto di Messina, a valle della delibera CIPESS, dell’Area di Servizio Villa San Giovanni Est già dismessa; la delocalizzazione dell’area di servizio Villa San Giovanni Ovest, a cura di Stretto di Messina. Stretto di Messina, inoltre, svilupperà idonee soluzioni progettuali finalizzate al mantenimento in esercizio della attuale Area di Servizio Villa San Giovanni Est.
L’assenso alla realizzazione di un attraversamento autostradale fra le due ex aree di servizio di Villa San Giovanni per consentire la funzionalità del cantiere. I costi degli interventi a cura di Stretto di Messina, inerenti le aree di servizio di Villa San Giovanni Est e Ovest, sono già ricompresi nel costo complessivo dell’Opera.
L’alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, le nuove stazioni e i raccordi ferroviari di Messina
E’ invece di competenza di RFI il completamento, nell’ambito della realizzazione della linea Av/Ac Battipaglia – Reggio Calabria, del lotto Buonabitacolo-Praia e del lotto Gioia Tauro- Reggio Calabria; la realizzazione del collegamento, entro il 2032, tra l’intervento di competenza Stretto di Messina e la linea tradizionale Battipaglia-Reggio Calabria, costituito dai rami di connessione alla linea ferroviaria verso Villa San Giovanni e Reggio Calabria; la realizzazione, entro il 2032, dei rami di collegamento tra la galleria Santa Cecilia e la linea Messina-Catania; la realizzazione della nuova Stazione di Messina Gazzi, previa condivisione con gli enti locali per la rifunzionalizzazione di Messina Centrale.
La linea metropolitana dello Stretto di Messina
La Società Stretto di Messina si impegna a realizzare le fermate metropolitane nelle località di Papardo, Annunziata ed Europa, per l’utilizzo della nuova infrastruttura ferroviaria anche come sistema metropolitano. Si conferma quindi la realizzazione di una linea metropolitana interregionale di superficie, con treni veloci che collegheranno in pochi minuti tutti i quartieri di Reggio Calabria con tutti i quartieri di Messina. Lavoratori, studenti e pendolari, quindi, si potranno spostare in modo molto più economico, veloce, sicuro e costante, abbandonando tutti i disagi degli aliscafi,
Nuovo lungomare di Cannitello e mascheramento della Variante di Cannitello
La Stretto di Messina provvederà inoltre a realizzare le opere di mascheramento della Variante Ferroviaria di Cannitello, annunciate da oltre dieci anni ma mai realizzate. La stessa Società Stretto di Messina provvederà inoltre al completamento della riqualificazione del lungomare di Villa San Giovanni. Anche in questo caso, i costi degli interventi a cura di Stretto di Messina sono già ricompresi nel costo complessivo dell’Opera.
I nuovi tratti autostradali di Messina
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si impegna, infine, a porre in essere ogni iniziativa atta a consentire la realizzazione, nell’ambito del collegamento autostradale Giostra-Annunziata, della seconda galleria e adeguamento della esistente; e anche la realizzazione del collegamento tra il nuovo svincolo di Curcuraci-Fiumara Guardia e la Strada Panoramica dello Stretto. Tutto questo, ovviamente, in aggiunta a tutti i tratti autostradali di collegamento tra il Ponte sullo Stretto e l’autostrada esistente, già previsti nel progetto.
Il contesto: così in due anni il Governo ha rilanciato il grande sogno del Sud
Il governo Meloni in due anni ha rilanciato il grande sogno del Sud. Il Parlamento, con il Decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35 (legge di conversione 26 maggio 2023, n.58) ha stabilito il riavvio delle attività finalizzate alla realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina. A partire da giugno del 2023 è stata ricostituita la società Stretto di Messina, concessionaria dell’opera messa in liquidazione dal governo Monti dieci anni prima. Esattamente due anni fa, il governo ha riavviato un iter fermo da un decennio e la grande macchina del Ponte si è rimessa in modo. Cruciale la data del 14 febbraio 2024, quando il CdA della Società Stretto di Messina ha approvato l’aggiornamento del progetto definitivo del 2011. Sempre lo scorso anno, il Consiglio Europeo ha confermato il Ponte sullo Stretto come “opera fondamentale del corridoio Scandinavo-Mediterraneo“, mentre il 13 novembre scorso la Commissione di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) del Ministero dell’Ambiente ha espresso parere favorevole sul progetto. Un passaggio fondamentale, mai raggiunto prima nell’iter realizzativo dell’opera.
Il 23 dicembre 2024 si è conclusa la Conferenza dei Servizi, poi il 9 aprile 2025 il Consiglio dei Ministri ha approvato il “report IROPI” per perfezionare le comunicazioni alla Commissione Europea per il completamento della VIA, che intanto il 21 maggio 2025 ottiene l’ok definitivo a tutta la documentazione.
Adesso un’unica, ultima tappa prima dell’inizio dei lavori: l’approvazione del CIPESS. Il punto di non ritorno. Consentirà l’arrivo delle ruspe, l’apertura dei cantieri, e soprattutto impegna ufficialmente e definitivamente lo Stato a completare l’opera. Non sarà più questione di “se“, ma soltanto di “quando“. Nessuno, anche qualora dovesse cambiare il colore politico del governo, potrà più bloccare il Ponte sullo Stretto.
