La Reggina sta per tornare a Luca Gallo. L’imprenditore romano che ha già guidato il club da dicembre 2018 a giugno 2022, è sempre rimasto legato alla Reggina e in questi ultimi anni non si è dato pace di vederla dapprima sparire dal calcio che conta e poi soffrire così indegnamente nei Dilettanti. Già l’estate scorsa avrebbe voluto acquistare il marchio e ripartire con una nuova società, poi ha provato a rilevare il club a dicembre quando – dopo una serie di incontri a Roma di cui avevamo ampiamente parlato su StrettoWeb – Ballarino aveva improvvisamente cambiato idea. Adesso però siamo all’accelerata decisiva: nelle ultime due settimane ha condotto una trattativa, di cui su StrettoWeb abbiamo già parlato nei giorni scorsi, che ha coinvolto tutta la città.
Si è mosso bene, Luca Gallo, e ha preparato il terreno al passaggio di proprietà: ha avvicinato la dirigenza, ha fatto una proposta, ha coinvolto le istituzioni locali e il Sindaco Falcomatà, che a giugno 2020 gli aveva concesso la cittadinanza onoraria e che in questi anni ha deciso di non attivare mai le procedure di revoca nonostante molti tifosi additassero proprio Gallo come il colpevole del fallimento del 2023. Che però è arrivato dopo un anno di disastri da parte di Saladini & company, mentre tanti addetti ai lavori assicurano che se Gallo non fosse stato travolto dai suoi problemi giudiziari, oggi la Reggina sarebbe in serie A.
Nessuno può averne la controprova, ma di certo c’è che proprio nei giorni scorsi Luca Gallo è stato assolto da ogni accusa nell’unica inchiesta giudiziaria in cui era coinvolto come Presidente della Reggina: la vicenda sui crediti d’imposta per lo sponsor Dalia. La sponsorizzazione era considerata fittizia: avrebbe potuto consentire al club amaranto l’utilizzo dei crediti d’imposta per il pagamento delle tasse. E invece Luca Gallo, a maggio 2022 poco prima di essere arrestato e di dover abbandonare forzatamente la Reggina, pagava di tasca propria 700 mila euro di tributi della Reggina in piena osservanza delle regole federali, evitando per il club amaranto esattamente ciò che quest’anno è successo al Brescia di Cellino e al Trapani di Antonini.
Personaggio certamente sui generis, Luca Gallo oggi ha pagato per i suoi errori e ha scontato la sua pena. E’ tornato un uomo libero e ha piena facoltà legale ma anche umana, di tornare ad operare da imprenditore, da cittadino con pieni diritti, ovviamente anche come proprietario di una società di calcio. E’ così tornato in pressing ed è arrivato questa settimana da Ballarino, quando intorno all’attuale patron amaranto era già stato preparato tutto il terreno. La trattativa non è stata semplice: Ballarino ha chiesto garanzie sul futuro del club, e Gallo gli ha proposto di rimanere in società con una quota di minoranza pari al 30% del capitale sociale. Ovviamente Gallo riconoscerà a Ballarino una cifra economica importante per rilevare il rimanente 70%, pari alla maggioranza del club, e avere potere decisionale. Abbiamo già scritto più volte che nessuno può essere così pazzo da pensare di poter vendere una società di calcio che “vivacchia” in serie D, e invece Luca Gallo ha una così grande volontà di rilevare la Reggina che per la seconda volta in meno di sette anni, per la società amaranto va oltre i principi del mercato. Lo aveva già fatto a dicembre 2018 quando, salvando la Reggina dei Praticò dal fallimento ormai certo (i calciatori avevano già convocato la stampa per la conferenza stampa in cui annunciavano la messa in mora del club e lo sciopero nella partita natalizia contro la Vibonese) decideva di staccare un assegno da 400 mila euro alla famiglia Praticò in un momento in cui la disperazione era tale che la vecchia proprietà neanche si aspettava un gesto del genere: stava soltanto cercando una nuova proprietà che rilevasse il club (gratis) e evitasse il fallimento (che tra l’altro era maturato dopo appena tre anni e mezzo dalla nascita di quella società, che per giunta aveva avuto performance aziendali e sportive letteralmente disastrose).
Gallo effettuò i bonifici necessari quando ancora neanche era formalmente proprietario della Reggina, e dopo quattro stagioni disastrose, una serie D condotta e conclusa persino peggio di questi due anni di Ballarino, un ripescaggio e due anni e mezzo di serie C umilianti e mortificanti dentro e fuori dal campo, con Gallo iniziava una nuova era. Subito i playoff con Cevoli, poi la promozione con Toscano, e in serie B due stagioni di alto livello da neopromossa sempre alle soglie dei playoff, mentre in riva allo Stretto arrivavano campioni del calibro di Denis e Menez e il Centro Sportivo Sant’Agata veniva ricostruito da zero con la Reggina che da una sorta di associazione dilettantistica tornava ad essere un club professionistico, con oltre 90 dipendenti sempre regolarmente retribuiti, un marketing di primo livello, un bus, uno store, una televisione oltre all’ufficio stampa, insomma una struttura da serie A senza mai una penalizzazione, senza mai un ritardo nei pagamenti. Roba che da anni era diventata una triste routine prima di lui e che è tornata ad essere un’abitudine dopo di lui.
Le vicende che hanno portato Gallo all’arresto esulavano completamente dalla gestione della Reggina, bensì riguardavano la gestione delle sue aziende personali, e adesso l’imprenditore romano ha anche maturato un’esperienza nuova pur mantenendo la stessa passione e con lo stesso spirito gagliardo degli scorsi anni. Dal disastro di Saladini alla mediocrità di questa nuova gestione, Gallo si è letteralmente tormentato a distanza per il decadimento della Reggina con una grande sofferenza per vedere distrutto in pochissimo tempo tutto ciò che lui aveva costruito con passione e sacrificio. Adesso vuole ricominciare, da un punto ancora più basso rispetto a dove aveva iniziato a dicembre 2018. Ed è consapevole che il tempo stringe: per vincere la serie D bisogna muoversi in questi giorni, anzi è già tardi. I calciatori migliori stanno andando in altre società. La Reggina ha già l’allenatore, ma con Gallo cambierà DS e costruirà una super corazzata che possa vincere 5-0 non le partite con le piccole, ma con la seconda e la terza in classifica. Esattamente come hanno fatto Siracusa, Trapani e Catania negli ultimi tre anni. Ma per farlo bisogna agire adesso, altrimenti poi sarà difficile costruire la squadra.
Come abbiamo già anticipato su StrettoWeb nei precedenti aggiornamenti, la prossima settimana sarà quella decisiva. Si attende la firma di Ballarino per sancire il passaggio di proprietà e ridare alla tifoseria amaranto entusiasmo e speranze perduti.
