Gennaro Gattuso è il nuovo CT della Nazionale. L’annuncio è arrivato nel pomeriggio, direttamente dal sito della Federazione. Dopo giorni di grandi riflessioni in cui sono stati vagliati diversi profili, fra i quali quello di Claudio Ranieri che ha declinato la proposta restando fedele al ruolo di senior advisor della Roma, e quello di Stefano Pioli già in parola con la Fiorentina, Gravina ha scelto di affidarsi al primo CT calabrese della storia dell’Italia.
Gattuso è un grande simbolo del calcio italiano. Eroe dei Mondiali 2006, bandiera del Milan che ha vinto tutto solo la guida di Carlo Ancelotti, già allenatore dei rossoneri, come del Napoli (in entrambe le occasioni ha vinto 2 Coppe Italia), anche di Palermo, Valencia, Marsiglia fra le piazze principali. L’esperienza sulla panchina azzurra sarà però la più esaltante e, probabilmente, la più sfidante della sua carriera.
Punti fermi e leader della Nazionale di Gattuso
Cuore, grinta e carattere al potere. Con Gattuso non si scherza. Niente musi lunghi e gambe molli come visto contro Norvegia e Moldova. Primo step lavorare sulla testa e sul carattere dei calciatori e formare un core importante. Poi si passerà agli aspetti tattici: costruzione dal basso, circolazione di palla veloce, intensità le chiavi principali del gioco. I punti fermi sono Donnarumma, Bastoni, Dimarco, Di Lorenzo, Barella, Tonali e Retegui. Gli imprescindibili, i migliori nei rispettivi ruoli.
Una buona parte dello spogliatoio è già stata allenata dal tecnico calabrese: Meret, Di Lorenzo e Politano al Napoli; Donnarumma, Gabbia, Locatelli e Bellanova al Milan (Primavera compresa). Tonali ha indossato la #8 al Milan chiedendogli il permesso telefonico: fra i due c’è un grande rapporto e un forte rispetto reciproco, non c’è da stupirsi se il centrocampista del Newcastle sarà leader in mezzo al campo insieme a Barella.
Il modulo dell’Italia di Gattuso
Per quanto riguarda il modulo, storicamente in carriera Gattuso ha utilizzato la difesa a 4 (4-3-3 o 4-2-3-1). In Nazionale però si dovrà basare sul ‘materiale’ a disposizione. Non ci saranno grossi stravolgimenti nelle convocazioni, al più il rientro di qualche infortunato come Scamacca e Scalvini, l’inserimento di qualche giovane come Leoni o Pio Esposito. Nulla che comunque ribalterà le attuali gerarchie anche perchè Spalletti aveva già a disposizione il meglio che il calcio italiano potesse offrire. E il potenziale c’è.
Visti i segnali che arrivano dalla Serie A, con Napoli scudettato (seppur Conte abbia giocato a 4), Inter finalista di Champions, ma anche Juventus, Atalanta, Roma con Gasperini e all’occorrenza il Milan di Allegri (mai dogmatico nei moduli), orientate verso la difesa a 3, c’è una forte possibilità che Gattuso continui nel solco di Spalletti. All’Hajduk Spalato aveva iniziato a 4 dietro chiudendo la stagione con la difesa a 3.
Quindi 3-4-3, 3-4-2-1, 3-4-1-2 a seconda degli interpreti. Donnarumma confermatissimo in porta. Calafiori, Bastoni e Di Lorenzo (utilizzabile anche come esterno) nel trio difensivo. Di Marco (o Udogie) a sinistra, Cambiaso a destro sulle fasce. In mezzo Barella e Tonali. Trio d’attacco con Retegui terminale offensivo e alle sue spalle, o ai suoi lati, due fra Kean, Raspadori, Orsolini, Zaccagni e un Chiesa da ritrovare.
