Reggio Calabria, storico blitz contro la ‘Ndrangheta: 97 arresti eccellenti, ci sono anche politici. I primi NOMI

Reggio Calabria, storica operazione contro la 'Ndrangheta questa mattina con 97 arresti in tutta la Provincia. Emergono i primi nomi, ci sono tanti politici coinvolti

C’è anche l’ex assessore al Turismo della giunta Loiero alla guida della Regione Calabria circa 20 anni fa Pasquale Tripodi tra gli arrestati nel maxi blitz ‘Millennium’, eseguito all’alba di questa mattina dai carabinieri in varie province d’Italia. Tripodi è finito ai domiciliari ma nei suoi confronti, da quanto si apprende, è stata esclusa l’aggravante mafiosa. L’esponente politico dell’Udeur era già stato coinvolto in passato in altre retate sulla ‘ndrangheta, arrestato e poi scarcerato.

L’operazione odierna ha colpito, con 97 arresti, alcune tra le più potenti cosche di ‘Ndrangheta della provincia di Reggio Calabria, in particolare il clan Alvaro di Sinopoli, nella piana di Gioia Tauro. Nell’inchiesta risultano indagati a piede libero anche gli ex consiglieri regionali Sebastiano ‘Sebi’ Romeo, del Pd, e Alessandro Nicolò, all’epoca dei fatti oggetto dell’inchiesta iscritto a Fratelli d’Italia, già coinvolto nell’indagine denominata ‘Libro Nero’ e tuttora sotto processo.

I primi nomi delle persone arrestate e condotte in carcere questa mattina

  • Giuseppe Francesco Abbate (Melito Porto Salvo, 31.10.1966);
  • Cosimo Alvaro detto “pellicci (Sinopoli, 25.04.1964);
  • Domenico Alvaro detto “u trappitaru (Palmi, 24.03.1981);
  • Francesco Alvaro detto “u merro” e “ciripillo (Reggio, 05.05.1998);
  • Francesco Paolo Alvaro (Cinquefrondi, 13.02.1994);
  • Giuseppe Alvaro (Sinopoli, 10.09.1973);
  • Raffaele Alvaro (Sinopoli, 19.01.1965);
  • Giuseppe Barbaro detto “u castanu (Platì, 24.05.1976);
  • Claudio Colella (Sinopoli, 16.06.1958);
  • Antonino Federico (Taurianova, 15.04.1987);
  • Domenico Iannaci (Gioia Tauro, 30.01.1977);
  • Domenico Morabito detto “testanira (Sinopoli, 26.04.1965);
  • Elio Arcangelo Morfea (Cinquefrondi, 12.05.1995);
  • Vincenzo Muià (Siderno, 06.11.1969);
  • Domenico Pillari (Rizziconi, 13.05.1965);
  • Pasquale Romeo (Cinquefrondi, 26.08.1996);
  • Rocco Rugnetta (Taurianova, 04.04.1967);
  • Francesco Sciarrone (Calanna, 20.01.1960);
  • Rocco Bruno Varacalli (Ciminà, 06.08.1967);
  • Giuseppe Violi (Reggio, 23.08.1992);

I primi nomi delle persone condotte agli arresti domiciliari

  • Vincenzo Giglio (Reggio, 28.07.1954);
  • Mario Giglio (Reggio, 14.05.1959);
  • Pasquale Tripodi (Montebello Ionico, 10.05.1957);
  • Giuseppe Errante (Bova Marina, 31.07.1955);
  • Franco Maria Perrelli (Reggio, 17.02.1946);
  • Sebastiano Altomonte (Bova, 02.08.1954);
  • Giuseppe Barreca (Reggio, 07.12.1957);
  • Sebastiano Strangio (Locri, 13.02.1975);
  • Romano Stefano (Locri, 25.05.1972);
  • Gregorio Fotia (Reggio, 23.10.1964).

L’operazione di questa mattina

Dalle prime luci dell’alba, a Reggio Calabria, Milano, Monza e Brianza, Pavia, Nuoro, Bologna, Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Roma, Rimini, Verona, Agrigento e Torino, i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, stanno eseguendo una vasta operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Interessate alcune tra le piu’ importanti cosche di ‘Ndrangheta i cui sodali sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso esterno all’associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico, anche internazionale, di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, scambio elettorale politico mafioso e detenzione e porto di armi. I procedimenti penali, che si trovano in fase di indagini preliminari e fatte salve quindi le diverse valutazioni nelle fasi successive, hanno previsto: l’esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare emesse dall’ufficio Gop del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Dda, nei confronti di 97 indagati; il sequestro preventivo di due societa’ – attive nella ristorazione e nell’edilizia – ritenute riconducibili agli indagati e utilizzate per favorire le attivita’ illecite dell’associazione. Tra le principali accuse vi e’ quella di aver gestito in regime di monopolio il traffico di stupefacenti attraverso una struttura stabile ed organizzata, frutto di “un’alleanza” tra le cosche della provincia, sovraordinata alle singole articolazioni e a queste complementare.