“Da un solo Peppe DJ a 20 Giuseppe DJ. ‘Ce li fai poi due grattacieli in riva al mare? Così assumiamo un paio di ragazzi a fare le pulizie’. Così ha commentato Angelo Canale su un mio post. Lo ha fatto pubblicamente, da un profilo che non spiega chi è, cosa fa, né cosa ha mai costruito nella sua vita. Ironia da salotto. Un modo elegante per dire che costruire è un crimine, e chi lavora nelle pulizie o nei centri commerciali è poca cosa. Questo è il vero veleno che frena Reggio Calabria: il disprezzo verso il lavoro, verso chi fa, verso chi ci mette la faccia”. Comincia così il post dell’architetto e imprenditore reggino Giuseppe Falduto.
“Sì, voglio costruire grattacieli. Sì, voglio realizzare un porto turistico. Perché credo in una Reggio viva, moderna, attrattiva, dove ci sia spazio per tutti i lavori, senza gerarchie sociali. Io, insieme ai miei figli e nipoti, quando serve faccio il cameriere o l’ormeggiatore. Con piacere. Con onore. Perché il lavoro non è mai povero. È povero chi lo disprezza. E voglio dirlo con chiarezza, senza giri di parole: mi considero amico di Peppe Scopelliti. Proprio perché non mi ha mai chiesto nulla, e io non ho mai chiesto nulla a lui. E in una città dove tutto si muove in base a favori, silenzi e convenienze, questa è la vera differenza. Siamo stati avversari politici”, ha aggiunto.
“Io ho promosso la Primavera di Reggio con Italo Falcomatà. Ma oggi, nel 2025, dico pubblicamente che Scopelliti merita rispetto. Ha pagato. Ha visione. E può dare ancora molto a questa città. Molto più di chi, dopo aver fatto campagne intere contro ‘Peppe DJ’, oggi finanzia con soldi pubblici un corso per formare ’20 giovani Giuseppe DJ’. Altro che svolta: questo è teatro. Folklore finanziato. Io non vivo di slogan. Non cerco ruoli. Non devo spiegarmi. Io costruisco. E continuerò a farlo. Perché questa città si salva con il lavoro, non con la derisione”, ha concluso.
