Reggio Calabria, 5 nomi per il candidato Sindaco del Centrosinistra alle Comunali 2026: tanti intrecci con Falcomatà, ma non deciderà lui…

Reggio Calabria: in vista delle elezioni comunali del prossimo anno si avvicina il momento della scelta dei candidati e per il Centrosinistra il novero si restringe a cinque nomi. Le ultime indiscrezioni

E’ talmente tanto forte la pressione per un netto cambiamento alla guida della città, ed è talmente tanto grande il malcontento diffuso nei confronti dell’Amministrazione Falcomatà, che a Reggio Calabria anche la narrazione mediatica e il dibattito pubblico in corso nella politica stanno ribaltando da tempo ogni regola storica della nostra democrazia. Infatti Reggio Calabria è l’unica città d’Italia in cui, tanto oggi quanto cinque anni fa, la campagna elettorale per le elezioni comunali viene impostata, imbandita, raccontata e vissuta come se tutte le responsabilità fossero del Centrodestra. E cioè dell’opposizione. Si continua a dare per scontato che il disastro amministrativo che ha contraddistinto la gestione di Falcomatà basti ad escludere la sua coalizione dall’agone politico, e invece non è affatto così come abbiamo visto nel 2020 quando Falcomatà è stato sorprendentemente rieletto, pur avendo dimezzato il numero dei voti rispetto al 2014.

E’ pur vero che stavolta le cose sono cambiate ulteriormente: in vista delle elezioni comunali della primavera 2026 (siamo a un anno dal voto), si registra il fatto che il secondo tempo di Falcomatà sia stato un fallimento peggiore del primo. Non ci sarà più, quindi, per il Pd, la possibilità di chiedere una nuova chance con la stessa classe dirigente. Falcomatà, inoltre, non potrà più candidarsi personalmente, avendo esaurito entrambi i mandati a disposizione (e avendo prolungato enormemente entrambi per casi fortuiti, arrivando a governare la città per 11 anni e mezzo quando dovevano essere 10). Inoltre il consenso del centrodestra è sempre più ampio, con un governo nazionale e un governo regionale entrambi molto saldi, tanto da essere proiettati verso un secondo mandato alle prossime elezioni regionali (autunno 2026) e nazionali (autunno 2027). Tutti elementi che non esistevano quando si è votato l’ultima volta a Reggio Calabria, cinque anni fa.

Però, nonostante tutto questo, ripetere l’errore di considerare il Centrodestra – oggi all’opposizione in città – il faro della politica, significa ribaltare le basilari regole della democrazia. Il Centrodestra, che di recente si è ricompattato trovando in Francesco Cannizzaro una leadership forte e capace, stavolta certamente si farà trovare pronto in modo adeguato all’appuntamento elettorale. Ma, in ogni caso, a Reggio non farà altro che lanciare la sfida alla conquista Palazzo San Giorgio. Da sfidante, appunto. Un vero e proprio assalto nel tentativo di tornare al governo della città 14 anni dopo l’ultima volta. Ecco perchè tutte le responsabilità politiche sono e rimangono sulle spalle del Centrosinistra e di Falcomatà, che guidano il Comune reggino – appunto – da moltissimo tempo e che avranno il compito di tracciare la linea sul futuro.

E’ dal Centrosinistra, quindi, che dobbiamo iniziare a raccontare l’avvicinamento alle prossime elezioni comunali, e dovrà inevitabilmente essere il Centrosinistra a muovere i primi passi e fare le prime scelte. Dietro le quinte, lontano (ma non troppo) dai riflettori, sta già succedendo. E lo scenario è molto complesso. Ma alla fine i nomi per la candidatura a Sindaco sono pochi. Molto pochi.

Andiamo con ordine.

Ad esprimere il nuovo candidato a Sindaco di Reggio Calabria per il Centrosinistra, ovviamente, sarà il Partito Democratico: tutti gli altri partiti della coalizione, se così possiamo chiamarla, sono inesistenti in città. Compreso il Movimento 5 Stelle, che non è neanche così scontato che faccia parte dell’alleanza con i dem, né a livello nazionale, né tantomeno a livello locale. In un mondo normale, tutto dovrebbe essere nelle mani di Falcomatà: è Sindaco di Reggio Calabria da 11 anni e dovrebbe guidare il partito alla scelta nella sua successione, dettando la propria eredità politica. Ma l’universo di Falcomatà non è affatto normale: in questa stagione di amministrazione ha fatto terra bruciata intorno a sé, fuori e dentro il partito, e quindi la decisione finale spetterà al Segretario Regionale del Pd che è Nicola Irto. Ecco perchè, alla fine, non sarà Falcomatà a decidere il candidato alla sua successione.

L’ambizione di Falcomatà per la Regione Calabria e gli intrecci con le elezioni comunali di Reggio nel 2026

Falcomatà, dopotutto, ha una certa coerenza nel pensare sempre e solo a se stesso e infatti da mesi spinge in modo sempre più forte per ottenere la candidatura alla presidenza della Regione Calabria (autunno 2026): l’intenzione non è tanto quella di sfidare davvero un Occhiuto imbattibile, ma garantirsi un posto in consiglio regionale nei successivi cinque anni, tra l’altro da capogruppo e senza dover passare dalla candidatura con le preferenze. Se Falcomatà non riuscirà ad ottenere questa candidatura alla presidenza della Regione Calabria, gli rimarrà quel posto da impiegato del comune di Milano dove nel 2020 aveva ottenuto l’idoneità nel concorso per diplomati con il profilo di istruttore dei servizi amministrativi, categoria C.

Il problema principale per Falcomatà è che per ottenere davvero la candidatura alle regionali dell’autunno 2026, dovrà vincere le elezioni comunali di sei mesi prima a Reggio trainando il candidato e la coalizione. Sarebbe infatti impossibile, per il Pd e il Centrosinistra in generale, presentarsi alle elezioni regionali con un candidato che ha appena perso il Comune più importante della Regione dopo averlo guidato per 11 anni. Ecco perchè la prima questione da risolvere per l’ambizione di Falcomatà è quella di Reggio: chi scegliere per dare continuità – se così possiamo dire – al suo percorso amministrativo (sigh!), e ottenere un successo che sia da trampolino di lancio per le elezioni regionali?

L’idea di Nicola Irto: seguire il percorso di Cosenza e Catanzaro con una candidatura civica. Il profilo ideale è quello di Ninni Tramontana

Ma come abbiamo già anticipato, non sarà Falcomatà a decidere. La scelta del candidato dovrà essere quantomeno condivisa con il Segretario Regionale del partito, Nicola Irto, che ovviamente si muove in parallelo e non pensa affatto di sposare le ambizioni personali di Falcomatà. Se poi le due cose coincideranno, ben venga. Sarà Irto ad avere la parola finale sulla candidatura e in più occasioni anche pubbliche ha già parlato, con espresso riferimento alle prossime elezioni comunali reggine, della necessità di allargare la coalizione alla società civile, alle associazioni e ai professionisti, con l’obiettivo di individuare un candidato che arrivi da fuori dal partito. L’idea è intelligente, per due ragioni: la constatazione del fatto che Falcomatà ha così tanto abbassato il livello della politica reggina che un candidato autorevole e credibile non può certo uscire dalle fila del “cerchio magico” del primo cittadino; la seconda, più strategica, quella di raccogliere consensi fuori dal recinto ideologico della sinistra e accogliere nuovi bacini di elettori moderati, quantomeno nell’area di centro, dopo che Falcomatà – soprattutto con le ultime scelte più controverse (vedi Burrone), ha spostato molto il peso della coalizione verso sinistra.

Irto, con queste idee e questo approccio alle comunali, si conferma molto lucido e brillante. Ecco perchè il primo nome nell’elenco dei possibili candidati a Sindaco per il Centrosinistra è quello di Ninni Tramontana. E’ la figura ideale per coniugare le esigenze del partito con quelle di Falcomatà. L’imprenditore reggino ha guidato la Camera di Commercio a lungo durante l’Amministrazione comunale di Falcomatà ed è stato rieletto pochi giorni fa proprio con il sostegno di Falcomatà, che quindi può considerarlo un successore su cui mettere il cappello anche se Tramontana non fa e non ha mai fatto parte della più stretta cerchia delle persone vicine al Sindaco. E’ una figura apprezzata in tutta la città per il suo equilibrio e per la capacità imprenditoriale e amministrativa, non ha mai fatto politica nei partiti ma ha l’ambizione di impegnarsi per il futuro della città come dimostra il grande evento con cui ha annunciato la nascita del suo movimento civico, lo scorso anno al Museo.

In base all’attuale scacchiere politico, se potessimo scommettere qualcosa sulla candidatura del Centrosinistra alle prossime comunali reggine punteremmo proprio su Ninni Tramontana o su un profilo a lui analogo: scelto dal partito fuori dal partito, con un qualche legame che consenta al Sindaco Falcomatà di considerarlo un suo successore con cui impegnarsi per vincere le elezioni e quindi poi lottare per ottenere la candidatura alla Regione. E’ la soluzione che consente di mantenere tutti gli equilibri, che sono sempre stati delicati, tra Falcomatà e Irto e all’interno del Pd, e ripercorre quanto già avvenuto a Cosenza e Catanzaro con Caruso e Fiorita che non sono uomini di partito ma hanno consentito ad un Pd azzerato nella classe dirigente, di vincere le elezioni e governare le città con una candidatura civica.

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L’alternativa forte dentro il Pd e la triade di nomi esperti e autorevoli: Demetrio Naccari Carlizzi, Massimo Canale e Mimmetto Battaglia

L’alternativa più probabile a questo scenario è quella di un candidato che invece arrivi dal Pd. Il nome più importante in tal senso è quello di Demetrio Naccari Carlizzi, senza ombra di dubbio il politico più esperto e navigato in tutto il centrosinistra reggino. Un vero e proprio punto di riferimento per tutto il Pd (e non solo). Già vice Sindaco di Italo Falcomatà, è stato facente funzioni per qualche mese dopo la tragica scomparsa del Sindaco della Primavera reggina; è cognato dell’attuale Sindaco Giuseppe e proprio in questo c’è l’ostacolo più grande alla sua candidatura. Non tanto, a dire il vero, dalla parentela in sé; quanto dall’ambizione di Falcomatà di candidarsi alla Presidenza della Regione: l’ipotesi di candidare al Comune un così stretto parente di un candidato alla Regione è improponibile. Ecco perchè è lo stesso Falcomatà ad indebolire l’ipotesi di una candidatura di Naccari Carlizzi a Palazzo San Giorgio.

Naccari, inoltre, non ha ancora ottenuto l’attesa assoluzione da un brutto processo di ‘ndrangheta, la maxi inchiesta “Libro Nero” sui legami della cosca Libri e la politica cittadina. La posizione di Naccari è molto marginale nell’ambito dell’inchiesta, ma senza un’assoluzione piena non è pensabile un ritorno in campo. In ogni caso, fino alle elezioni c’è ancora un anno di tempo e la speranza è che arrivi una sentenza definitiva che gli restituisca la piena agibilità politica che certamente merita di esercitare. Resterà comunque l’ostacolo più difficile da superare, e cioè la necessità di ridimensionare l’ambizione del cognato alla Regione per avere il via libera del partito in città. E poi capire se davvero Naccari abbia la volontà di tornare ad affrontare una partita così sfidante.

Le altre figure spendibili all’interno del Pd per la candidatura sono Massimo Canale e Mimmo Battaglia: entrambi molto lontani da Falcomatà, entrambi validi e stimati in città, di lunga esperienza e grande popolarità. Con Naccari, sono tutti e tre politici importanti, di grande spessore, di esperienza e di capacità. Persone preparate e competenti, che certamente spingerebbero verso l’alto l’asticella della politica reggina e in particolare della coalizione di Centrosinistra dopo la drammatica esperienza di Falcomatà e soprattutto delle persone di cui Falcomatà si è circondato. Ma resta per tutti il grande punto di domanda, se siano disposti a fare questo sacrificio per il partito in un momento molto difficile per la coalizione, tra l’altro dopo aver ricevuto tanti schiaffi dallo stesso Pd nel corso degli anni. L’impressione è che non se ne farà nulla. Con nessuno di loro.

La debolezza del Pd: guardare al futuro anziché tornare indietro verso il passato

Questi nomi pongono oggi un grande interrogativo per il Pd, che è il punto di riflessione più grande di tutta questa situazione: con Naccari, Canale e Battaglia, a Reggio Calabria c’è un partito che anziché proiettarsi nel futuro, continua a guardare al passato. Ad un passato che tra l’altro non è stato neanche così entusiasmante: Naccari, infatti, è già stato candidato Sindaco 23 anni fa e ha perso le elezioni comunali del 2002; Canale, poi, è stato il candidato Sindaco 14 anni fa e ha perso le elezioni comunali del 2011; Battaglia, infine, è stato aspirante candidato Sindaco 11 anni fa e ha perso le primarie del Pd del 2014 proprio con Falcomatà.

E’ possibile che dopo così tanto tempo il Pd non abbia una figura spendibile che non abbia già partecipato, per giunta con esito negativo, alle precedenti competizioni elettorali di 10, 15, addirittura 25 anni fa? La risposta più ovvia è proprio sulla terra bruciata che Falcomatà ha fatto intorno a sé, riuscendo in tutti questi anni a litigare con tutti i suoi collaboratori. Basti pensare ai vice Sindaci: l’unico che gli è rimasto fedele è stato Paolo Brunetti, che adesso rimane la scelta disperata per una candidatura se non si dovessero concretizzare quelle più ambite. Ecco perchè è lui il quinto e ultimo nome oggi in agenda. Ma è scritto sbiadito, in fondo alla pagina. Solo per esclusione, e nessuno ci crede davvero. E non perchè non sia nel Pd (fa parte di Italia Viva ma la sua unica tessera di partito si chiama Giuseppe Falcomatà, quindi ci metterebbe un millisecondo a passare nel Pd qualora il Sindaco glielo chiedesse).

La presenza di Brunetti – noto in città come Mister 10 anni di Reggina in serie D, l’unica promessa di tutti gli 11 anni di Falcomatà che quest’Amministrazione sta riuscendo a mantenere – in questo elenco è esclusivamente legata al fatto che è l’unico che è rimasto fedele, come un cagnolino, al primo cittadino mentre tutti gli altri hanno rotto e si trovano persino nelle opposizioni, o addirittura fuori dalla politica. Uno dei tanti vice Sindaci, tra l’altro il più saggio (parliamo ovviamente di Tonino Perna), ha pubblicamente descritto Falcomatà come un ragazzino psicolabile, mentre tanti altri vice e assessori sono oggi tra i suoi principali oppositori vedi Saverio Anghelone, Angela Marcianò, Armando Neri, Mario Cardia, Rocco Albanese e oggi, proprio in giornata durante il consiglio comunale, si aggiungerà al lungo elenco Nino Zimbalatti. Persino il vice sindaco Metropolitano Versace sta passando con il Centrodestra: non è riuscito a cambiare partito lui, ma negli ultimi giorni è successo di tutto e Azione si è portata fuori dalla maggioranza.

L’ultimo pasticcio della Giunta Comunale a pochi mesi dalla campagna elettorale: nuovi guai all’orizzonte per Falcomatà. Quali ripercussioni sulla candidatura?

In questo scenario si è aggiunto negli ultimi giorni il delirio per la nuova Giunta Comunale. L’ennesima rivoluzione di Falcomatà, che però stavolta non finirà bene e avrà pesantissime ripercussioni sulla candidatura del prossimo anno. Non è neanche da escludere un arrivo al voto anticipato, qualora il Sindaco cadesse in aula dopo aver perso Azione. Un caos a cui Falcomatà si sta esponendo pochi mesi prima della campagna elettorale, denotando la propria debolezza e arroganza politica che rischiano però di fargli pagare molto caro questi comportamenti. Falcomatà ha nominato in fretta e furia Giuggi Palmenta, dopo averla cacciata poco più di un anno fa, e Filippo Burrone, già repartista delle Coop, su cui s’è già scatenata la comprensibile ira della società civile. Il Pd ha risposto duramente, prendendo le distanze dal Sindaco, e Azione si è portata fuori dalla maggioranza. Un vero e proprio terremoto politico che farà molto male al Sindaco uscente, soprattutto nella sua ambizione di candidatura alla Regione. Il Pd potrà davvero candidare un personaggio con cui da anni litiga pubblicamente per la formazione della Giunta?

L’aspetto più drammatico di questa situazione è che Falcomatà – in base alle indiscrezioni delle ultime ore – rischia di togliere dalla Giunta Comunale tutti i quattro Assessori per cui un anno fa aveva litigato con Irto e rotto con Rocco Albanese, Demetrio Delfino e Angela Martino. E’ l’ennesimo disastro politico che lo caratterizza in questa ultima parentesi della sua esperienza da Sindaco della città, con prospettive che farà fatica a digerire. Se infatti il partito prenderà le redini della situazione, Falcomatà finirà nel dimenticatoio e Irto sceglierà il miglior candidato possibile per le elezioni comunali restituendo centralità al partito, dando un brusco cambio di passo politico e ponendo fine dall’interno del suo stesso partito all’epoca falcomatiana che ha tristemente segnato gli ultimi 11 anni di storia della città.