Morte Papa Francesco, la rabbia delle società: “scelta folle rinviare le partite, chi ci rimborsa?”

Lo sport italiano si ferma per la morte di Papa Francesco, monta la rabbia delle società sportive per il rinvio delle partite

La morte di Papa Francesco, annunciata nella mattina odierna, ha sconvolto la giornata di milioni di fedeli in tutto il mondo. Una notizia che ha paralizzato lo sport italiano, non si è capito bene per quale motivo. Solo l’Italia (Paese laico), infatti, ha deciso di rinviare le partite di calcio previste quest’oggi e tante altre federazioni si sono accodate: stop allo sport in segno di lutto. Una decisione che, complice il comprensibile scarso preavviso, ha creato enormi disagi e danni economici alle società.

Purtroppo la scelta di rinviare gli eventi sportivi non riguarda solo il calcio ma tutte le federazioni che hanno deciso il rinvio. Scelta scellerata perchè questo ha danneggiato le società sportive che hanno deciso, in accordo con altre società, di rinviare, ad esempio, le partite del sabato prima di Pasqua, per contrastare il caro voli, e giocare oggi. Ci sono state società che partite in pullman questa mattina hanno dovuto fare marcia indietro”, segnala un lettore a StrettoWeb.

Tantissime le società di tutta Italia ritrovatesi a dover far fronte con trasferte organizzate e andate in fumo, cambi di data, prenotazioni da annullare nella speranza di un rimborso, disagi logistici e chi più ne ha più ne metta. E stiamo parlando di società sportive di vario livello, anche piccole, costrette a fare grandi sacrifici e, spesso, fare salti mortali per garantire il regolare svolgimento della stagione dal lato economico. Per non parlare di tifosi e famiglie al seguito dei tesserati. Basterà una preghiera per ottenere il rimborso?

“Tutto questo senza che le federazioni si fossero poste il problema delle spese a carico delle famiglie e delle piccole società. Scelte scellerate che non si possono giustificare neanche con l’onda emotiva di questo momento. Alla fine, tutto questo si ripercuote sull’intera economia delle società sportive che dalle federazioni non riceveranno nessun rimborso per questa follia“, conclude amareggiato il nostro lettore.