La ‘ndrangheta è la “santa” degli zingari?

I rom stanno agli zingari come i calabresi stanno agli ndranghetisti

Si inizi chiarendo la scelta semantica data dall’equazione secondo cui: i rom stanno agli zingari come i calabresi stanno agli ndranghetisti. Così, se ai calabresi tocca il primo impegno a sconfiggere la ndrangheta, è ai rom che spetta quello di debellare gli zingari. Ciò detto: la ndrangheta è la santa degli zingari? Nicola Gratteri ed Antonio Nicaso descrivono la “santa” come quella posizione attraverso cui uno ndranghetista è autorizzato ad iscriversi a logge massoniche, deviandole se non già deviate, pur mantenendo l’affiliazione con la ndrangheta. Lo ndranghetista dunque persegue gli obiettivi della propria organizzazione criminale senza aderire all’ideologia massonica.

La loggia diviene un mero ed ulteriore strumento in mano allo ndranghetista

La loggia diviene quindi un mero ed ulteriore strumento in mano allo ndranghetista per influenzare la vita politica ed amministrativa della collettività. Sulla base di quanto emerso a livello giudiziario e corroborata dalla saggistica di settore, appare plausibile supporre, sempre sulla scorta di fonti altrettanto solide, che le cosche zingare possano avere intravisto nell’affiliazione di alcuni loro membri alla ndrangheta come il modo attraverso cui perseguire gli obiettivi della propria organizzazione criminale senza realmente aderire ovvero sottomettersi alla ndrangheta. Quest’ultima sarebbe a sua volta un mero ed ulteriore strumento in mano a tali cosche per accrescere il proprio potere e la propria influenza criminale. Secondo quest’ottica, l’affiliazione alla ndrangheta parrebbe essere la santa degli zingari.

Antropologo rom Santino Spinelli

Per comprende tale analisi, è bene comparare la letteratura scientifica più aggiornata, si pensi all’antropologo rom Santino Spinelli, con quel giornalismo d’inchiesta che in modo rigoroso ha tentato un’analisi di fenomeni criminali complessi come il clan Casamonica nel Lazio, a firma dei giornalisti Roberto Lessio e Marco Omizzolo. I rom di antico insediamento in Italia condividono tra loro un sistema di valori e regole sancito dalla “kriss”, un corpus legislativo orale stratificatosi per secoli all’interno della cultura rom. Violare la kriss apre la strada ad ostracismo, disonore, violenza e faide. Come la ndrangheta ha ricalcato e deviato a suo vantaggio certe dinamiche sociali della comunità calabrese, così le cosche zingare pare possano aver compiuto un’azione analoga nei riguardi della comunità d’origine.

Uno zingaro affiliato alla ndrangheta risponderà sempre e solo prima alla sua kriss

Uno zingaro affiliato alla ndrangheta risponderà quindi sempre e solo prima alla sua kriss, subordinando ad essa regole e gerarchie ndranghetistiche. Quella loro sottomissione eventualmente percepita dagli ndranghetisti sarebbe per quest’ultimi frutto di un’illusione, in quanto, stando così le cose, uno zingaro non vedrà mai nello ndranghetista un superiore o un pari grado, ma sempre e solo un suo inferiore, un non zingaro, quell’utile idiota propedeutico al perseguimento dei propri piani. Se tutto ciò fosse confermato, bisogna prendere atto come la ndrangheta oggi possa forse avere nei confronti degli zingari un potere residuale di repressione, ma non di comando.