Ho avuto modo, di recente, di ascoltare l’intervista rilasciata ad un
telegiornale da parte di un esponente di vertice della politica pugliese. In essa, si metteva in evidenza il problema dell’abbassamento del livello di alcuni laghi, con il rischio, incombente, malgrado che siamo ancora in inverno, di una drammatica siccità, con nefaste conseguenze per l’equilibrio del settore agricolo, per l’operatività di quello idroelettrico, e non solo. Al tempo stesso, egli auspicava, con grande garbo, che gli amici lucani potessero consentire l’utilizzo delle loro acque, quando queste fossero andate in esubero rispetto alle esigenze locali. Mi ha molto toccato questo atteggiamento estremamente educato da parte di una personalità che, con umiltà, tendeva la mano in attesa di ricevere un qualche beneficio per il suo territorio in una materia in cui bisogna già avere e non chiedere.
Siccità
Immediatamente, è scattata in me una esclamazione: “Ecco che ci risiamo!” Mi riferivo al problema della siccità che colpisce, in maniera ricorrente e crescente, tutto il Paese, e per il quale non si ha evidenza, ad oggi, di un piano strategico, organico che utilizzi i 4,4 Mld derivan5 dal Pnrr. In sostanza, dobbiamo dare per scontato che a breve si alzeranno alti i lai per la carenza di apporto d’acqua da parte dei fiumi, sia per la mancanza di piogge, causata dai cambiamenti climatici, che per la riduzione dei ghiacciai. Il tutto è aggravato dalla perdita del 30% di acqua, in carenza di manutenzione degli impianto di distribuzione.
Complessa problematica
Questo è il quadro che si ripropone ogni anno. Non sono né un politico né un tecnico per entrare più nel profondo di questa complessa problematica. Sono cittadino che vuole mettere a disposizione un’esperienza vissuta anni fa e che, forse, potrebbe essere messa a valore da parte di chi è responsabile sul tema. Il 16 gennaio2017 ero in Albania, a Tirana, per presenziare alla inaugurazione della mostra “Novecento: capolavori dell’arte italiana”. Ero in veste ufficiale, nella mia qualità di Vice Presidente di un’importante Fondazione di origine bancaria.
La mostra aveva richiamato la presenza delle maggiori autorità del Paese dal momento che, aldilà dell’importanza e bellezza delle opere esposte, c’era un sottofondo politico di alto significato: si trattava del primo grande evento, di quel tipo, dopo l’oscurantismo dell’epoca cinese. Terminata la cerimonia venni introdotto alle autorità, tra cui svettava, e non solo per l’altezza fisica, il Presidente della Repubblica Edi Rama. Con lui, dopo aver toccato alcuni temi di ordine artistico e pittorico, si parlò, se pur brevemente, della posizione dell’Albania nei riguardi dell’Europa. Nell’occasione esprimeva l’auspicio di un ingresso nella UE, con l’augurio che ciò potesse verificarsi in tempi non troppo lontani.
Albania
Da qui si passò a ciò che l’Albania poteva fare per il nostro Paese, andando dagli incentivi a favore delle nostre imprese all’aiuto – guarda caso – a fronteggiare la siccità, soprattutto nei territori più vicini come le Puglie. Noi, ricordo mi disse, abbiamo ampie disponibilità di acqua che potremmo mettere a disposizione dei nostri amici Italiani. Probabilmente, tale orientamento esiste ancora oggi, visto gli eccellente rapporto tra i nostri due paesi. Forse, questa apertura, senz’altro datata ma sono certo ancora valida, potrebbe fare scattare qualche idea che vada oltre le polemiche dei nostri giorni sul “via va” degli immigrati e rendere costruttive, sul tema delle acque, le relazioni con un Paese amico, che ama l’Italia.
