Si apprende, a mezzo stampa, della conferma, anche in Cassazione, dell’ergastolo ad un ex terrorista, coinvolto, prima e dopo l’attentato del 2 agosto del 1980, tristemente conosciuto come strage di Bologna, che causò la morte di 85 persone, (orribilmente mutilate) ed oltre 200 feriti deturpati nel corpo e nell’animo. Un dolore che si trascina nei sentimenti dei parenti, degli amici, delle persone comuni, causa di uno degli eventi di cronaca italiana che ha marchiato per sempre la storia del nostro Paese. Ogni anno, a far data dal 1981, a Bologna, la giornata del 2 agosto diventa meta obbligatoria di un incontro della memoria.
Non bisogna dimenticare la strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, in quanto far memoria di quella tragedia è azione non solo di coscienza civica, ma richiamo all’attenzione di una Storia che non va dimenticata: tutti hanno il dovere alla salvaguardia ed alla tutela della memoria, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni. Ma i vari inviti, le sollecitazioni, che si sono susseguite nel tempo, come quella dell’allora Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini, o dell’attuale Capo dello Stato Sergio Mattarella, sembrano non avere quella dovuta e certa attenzione a Reggio Calabria, da parte delle istituzioni locali.
La storia di Lascala
Tra quelle vittime innocenti vi era il reggino Francesco Antonio Lascala, centralinista delle ferrovie in pensione di 56 anni. A distanza di anni da quella terribile giornata estiva, a tutt’oggi Palazzo San Giorgio non prende in considerazione che una delle vittime di quella strage fosse un reggino, nato a Bianco e fosse cresciuto e vissuto nel rione Ferrovieri nella zona sud della Città. Il Circolo Culturale “L’Agorà”, senza secondi fini, vuole ricordare tale figura, anche se purtroppo dimenticata nella memoria, da parte delle istituzioni locali che dovrebbero avere il preciso dovere di trasferire alle future generazioni la memoria di un crimine tanto efferato. Sono trascorsi sette anni da quando venne indirizzata al sindaco, al segretario generale, al presidente della Commissione Toponomastica, al presidente del Consiglio di Reggio Calabria, una richiesta di intitolazione di luogo pubblico, proposta acquisita d’ufficio al prot. 125802 del 6 agosto 2018 e, nonostante il trascorrere di quasi due lustri, nessuna risposta in tal senso.
Quale sarebbe il senso della nota pubblicata sul sito dell’Anci il 2 agosto 2016, a firma del Sindaco di Reggio Calabria, il quale menziona “verità e giustizia per i familiari e per le vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980”? Sono trascorsi “soltanto” 45 anni dalla strage del 2 agosto ed ancora nella parte meridionale della Penisola italiana, nonostante le sollecitazioni, indirizzate alla conservazione della memoria, da parte del Presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini, così come ribadito anche da parte dell’attuale Capo dello Stato Sergio Mattarella: “La città di Bologna, sin dai primi minuti dopo l’attentato, ha mostrato i valori di civiltà che la animano”. Tutto tace.
In ultimo, ma non per ultimo, un pensiero va rivolto alla classificazione delle famose cinque categorie del genere umano redatta dal letterato Leonardo Sciascia: cosa è cambiato oggi? Nulla. In questo grande caos, l’appiattimento, è così presente nella società, che il livellamento intellettuale, culturale, politico, si rivela fatale, per la buona riuscita di qualsiasi programma serio di sviluppo, non solo economico, ma della sopravvivenza stessa di questo pezzo di umanità, meglio noto come Popolo Italiano.
Il reportage organizzato dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da mercoledì 22 gennaio.