Cosa non dovresti mai rivelare all’IA

StrettoWeb

Il successo dei chatbot basati sull’intelligenza artificiale (IA) ha raggiunto livelli senza precedenti. Strumenti come ChatGPT, Bing AI e Gemini, solo per fare alcuni nomi, sono diventati un punto di riferimento in vari settori, come quello del supporto clienti o della formazione personale. L’esplosione di questi strumenti non è casuale, dato l’innegabile valore che sono in grado di fornire in diversi contesti. Ma, nonostante i potenziali vantaggi, questi strumenti possono anche esporci a rischi molto seri. Vediamo quali sono e cosa possiamo fare per ridurne l’impatto.

Prompt manipolati e attacchi mirati

Nel maggio dell’anno appena concluso, una ricerca ha dimostrato che i chatbot attualmente usati per fornire assistenza agli utenti possono essere manipolati attraverso il “prompt engineering”. Questa tecnica permette agli hacker di sfruttare le vulnerabilità dei sistemi basati sull’intelligenza artificiale per estrarre dati sensibili o indurre il bot a svolgere azioni non autorizzate.

Ad esempio, un chatbot potrebbe essere indotto a condividere frammenti della propria memoria, al cui interno potrebbero essere presenti anche dati di utenti entrati precedentemente in contatto con l’assistente IA.

Informazioni mediche personali: da non rivelare mai

Secondo il Garante per la protezione dei dati personali italiano, il trattamento dei dati sanitari deve avvenire in conformità alle normative del GDPR. Condividendo informazioni mediche personali con un chatbot, però, corri il rischio che tali dati vengano utilizzati in modo improprio.

Nel dicembre del 2024, OpenAI ha ricevuto una multa da 15 milioni di euro proprio per aver gestito in modo inadeguato i dati personali degli utenti, fra cui anche eventuali dettagli sulla salute. Nel caso in cui ti sia capitato di chiedere a un chatbot un “consulto medico”, spiegando sintomi specifici, i dati che hai fornito potrebbero essere stati archiviati e utilizzati per addestrare i modelli IA, in chiara violazione della privacy.

Informazioni finanziarie: attenzione ai furti d’identità

Fra i dati da non rivelare mai a un chatbot AI ci sono anche informazioni come numeri di carte di credito o PIN di conti bancari. Queste informazioni potrebbero essere intercettate o, peggio ancora, utilizzate per scopi fraudolenti.

Condividendo dettagli di questo tipo con un chatbot, ad esempio per ricevere assistenza su un pagamento, correrai il rischio che tali informazioni vengano utilizzate in modo improprio. Per prevenire queste situazioni, devi affidarti solo a piattaforme verificate e certificate e non condividere dati sensibili.

Dati di terzi: violazione del GDPR

Chi condivide informazioni personali di altre persone con terzi (incluso un chatbot) commette una violazione del GDPR. Ad esempio, una nota piattaforma di consegne a domicilio ha ricevuto una multa di 5 milioni di euro per aver utilizzato in modo improprio i dati dei dipendenti.

Casi come questo dovrebbero farci capire quanto sia importante trattare con estrema cautela i dati personali, specialmente quando si utilizzano tecnologie avanzate come i chatbot. Formare i dipendenti e limitare l’uso dei chatbot a task che non richiedano il trattamento di informazioni sensibili può prevenire potenziali violazioni e sanzioni economiche.

La bomba a orologeria delle password

Rivelare le proprie password a un chatbot o, peggio, lasciare che sia l’intelligenza artificiale a creare le tue credenziali, è uno degli errori più gravi che si possano commettere. Nonostante i sistemi basati sull’IA abbiano a propria disposizione una mole sconfinata di dati e informazioni per rispondere in modo competente a domande di vario tipo, non sono stati sviluppati per creare o conservare credenziali.

Per proteggere le proprie password, è molto meglio affidarsi a strumenti sviluppati specificamente per questo scopo, come il conservatore di password di NordPass, riducendo al minimo i rischi di violazioni.

Competenze tecniche e informazione: gli ingredienti fondamentali per il successo

Concentrarsi esclusivamente sul potenziale degli strumenti basati sull’IA è un approccio miope e superficiale. Oltre a utilizzare piattaforme verificate ed evitare di condividere dettagli sensibili, una VPN (Virtual Private Network) è uno strumento utile per proteggere la tua impronta digitale. Quando scegli una VPN, vale la pena cercare le opzioni migliore VPN per assicurarti di selezionare uno che dia priorità alla sicurezza, alla privacy e all’affidabilità. Garantisce che le tue interazioni con i chatbot avvengano su una connessione sicura e privata, riducendo la probabilità che i dati vengano intercettati o utilizzati in modo improprio.

Con le informazioni condivise in questo articolo, speriamo di averti aiutato a comprendere meglio i rischi. In questo modo, potrai utilizzare i chatbot in modo più consapevole e sfruttarne appieno i vantaggi.

Condividi