Capodanno Roma, Tony Effe e il cortocircuito della sinistra fascista criticata dai ‘suoi’ artisti

Il caso Tony Effe si abbatte sul Capodanno a Roma: la sinistra censura e impedisce all'artista di partecipare, i cantanti (di sinistra) in rivolta

Mentre a Reggio Calabria proseguono i lavori di allestimento del palco per il Capodanno Rai, e in Sicilia parte il toto-artisti per il Capodanno Mediaset a Catania e per ora, di certo, c’è solo la lista di chi NON sarà presente in nessuno dei due grandi eventi del 31 dicembre, nella Capitale si sta consumando una vicenda davvero particolare.

Capodanno a Roma: il caso Tony Effe

Il Concerto al Circo Massimo rischia di saltare dopo le polemiche degli ultimi giorni legati alla presenta del rapper Tony Effe al quale è stata vietata la partecipazione a causa di alcuni messaggi controversi nei testi legati a violenza sulle donne, droghe e altri topic del mondo trap fortemente criticati.

L’Amministrazione Gualtieri (di sinistra) ha posto il veto: Tony Effe non potrà esibirsi al Capodanno di Roma. Una decisione che ha scatenato una serie di forfait a catena. “Ho aspettato fino all’ultimo poiché speravo di leggere una notizia diversa – ha scritto sui social Mahmood, altro cantante che avrebbe dovuto prendere parte all’evento – Ritengo sia una forma di censura, per cui decido anche io di non partecipare al Capodanno della Capitale“. Gli ha fatto eco Mara Sattei, altra artista che sarebbe dovuta essere presente e ha dato forfait.

Ma non era la destra che…

Un cortocircuito, tutto a sinistra, che spegne i microfoni ma accende le voci. Tantissimi gli artisti che si sono esposti pubblicamente sulla vicenda criticando l’operato del sindaco Gualtieri. Parliamo di grandi nomi quali Lazza, Jovanotti, Vasco Rossi, Giorgia, Noemi, Emma Marrone, Gaia. Per altro, tante donne, nonostante le accuse di misoginia.

Concerto in bilico, anche perchè per sostituire gli artisti si è proposto Povia, per il quale, è doveroso precisare, nessuno dei suddetti artisti ha mai mosso un dito davanti a critiche e censure, spesso denunciate dallo stesso artista, per i temi trattati nelle sue canzoni (come famiglia tradizionale e il passaggio dall’omosessualità all’eterosessualità).

A far sorridere è il fatto che l’Amministrazione di sinistra, sia stata criticata da quegli stessi artisti sempre in prima linea nel raccontare la destra come un’area politica di tirannia, dittatura, pericolo sociale e cancellazione dei diritti. Lo abbiamo visto su argomenti caldi come la gestione dell’immigrazione, il DDL Zan, l’aborto, l’universo LGBTQI+, tutti temi su cui la pletora di artisti che oggi si indigna per Tony Effe, negli ultimi anni aveva etichettato come “fascisti” e “razzisti” i vari Meloni, Salvini e rappresentanti del governo di destra.

E invece nella realtà oggi loro stessi scoprono che è la Sinistra a mostrarsi “fascista” con censure alla libertà di espressione e all’arte musicale, giustificando il tutto con il solito buonismo di fondo: “Tony Effe non può essere il volto di Roma, con risorse pubbliche“, ha affermato Gualtieri, per poi addolcire la pillola “non per censura ma per opportunità, perchè sarebbe divisivo, mentre il concerto di Capodanno deve unire“.

La beffa? Tony Effe organizzerà un concerto in proprio al Palaeur che farà sold out. A Roma, invece, il Capodanno in piazza rischia di saltare a causa di una Sinistra talmente politically correct da rinnegare la narrazione liberale che fa di se stessa e trasformarsi in ciò che ha sempre indicato come oltraggio alle libertà e alla civiltà, ovviamente sempre da parte dei pericolosi esponenti politici di destra di turno (prima Berlusconi, oggi Salvini e Meloni).