“A San Ferdinando, durante la seduta di Consiglio Comunale del 25 ottobre, seduta abbandonata da noi tutti i Consiglieri di minoranza poiché irregolare. E’ stato approvata l’acquisizione del compendio immobiliare “ex Aulinas” da procedura fallimentare, con l’intenzione di finalizzare la realizzazione di un Ostello Solidale per il superamento della Tendopoli Ministeriale di San Ferdinando. Spiace constatare che fino ad oggi nessun progetto finanziato con Fondi Pnnr è stato interessato da un Consiglio Comunale urgente, cosi come asserito dal sindaco, questione, anche questa, in corso di verifica legale”. Così in una nota Maria Carmela Digiacco, Capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di San Ferdinando.
“Il progetto di cui trattasi non mi trova assolutamente d’accordo. È parecchio nota la mia battaglia contro l’esistenza della Tendopoli situata su Area Zes, tendopoli divenuta Ministeriale solo dopo l’intervento dell’allora Ministro degli Interni, Matteo Salvini, che io stessa ho sensibilizzato affinché provvedesse alla demolizione della baraccopoli illegalli che gli immigrati avevano costruito accanto a quella legale. Nel tempo, questo progetto doveva essere superato, creando un nuovo “villaggio dei braccianti, una sorta di ecovillaggio per i lavoratori immigrati, attraverso una struttura per 350 persone, con un progetto già pronto e finanziato dalla Regione Calabria con 10 milioni di euro di fondi comunitari, che avrebbe permesso di chiudere la tendopoli di San Ferdinando, ormai indegna baraccopoli”.
“Ma, al contrario di quanto deciso da assessori e consiglieri di maggioranza del nostro Comune, il Consiglio Comunale di Gioia Tauro ha bocciato la delibera che doveva sbloccare la riqualificazione dell’area dell’ex Opera Sila, la quale avrebbe dovuto ospitare gli immigrati. Quindi, il nostro Comune cosa fa? Rispolvera una proposta progettuale del dicembre 2022, riaggiornata ai canoni odierni, per circa 5 milioni di euro di investimento con Fondi Pnnr. La proposta non mi trova assolutamente d’accordo per svariati motivi. In primis, dei progetti di tale portata vanno discussi in Consiglio Comunale con il doveroso coinvolgimento della cittadinanza”.
“In seconda istanza, il luogo scelto (l’ex pollaio Mallamaci, per meglio intenderci) non è adatto a questo tipo di insediamenti poiché troppo vicino al centro abitato. Infine, lo stesso non è condivisibile per motivi di sicurezza in materia di immigrazione, indipendentemente dall’idea di inclusione e di tutela dei diritti umani. Ciò detto, ribadisco il concetto secondo il quale, non si possono affatto accettare tacite decisioni che riguardano l’intera cittadinanza! Nessun sindaco, neanche il più accentratore, dispotico e interessato primo cittadino, può decidere di mettere una “tendopoli” a soli due km dal centro abitato”.
“Naturalmente, ho già preso atto di tutto l’affare e annuncio battaglia. Non sono tollerabili queste prese in giro verso noi cittadini inermi e non posso, insieme a loro, soccombere di fronte a personalismi, avidità, interessi e tornaconti personali altrui, i quali mirano nuovamente a rovinare il buon nome di San Ferdinando, come già accaduto in passato. Ci corre l’obbligo di tutelare il lavoro fatto fin qui per il rilancio di questa città, avvenuto anche grazie a tutte le mie battaglie e le idee preziose di rinascita che ho prestato durante la mia trentennale opposizione extracomunale, da semplice militante e dirigente della Destra sanferdinandese. Oggi, mio malgrado, mi tocca ricominciare da dove pensavo di aver finito”, si chiude la nota.