E’ tornato a casa Francesco Putortì, il macellaio di Reggio Calabria arrestato il 31 maggio scorso per essersi difeso da una banda di ladri catanesi che ha sorpreso all’interno della propria abitazione nella frazione collinare di Oliveto. Putortì ha usato un coltello nella colluttazione con i due ladri, che sono fuggiti e dopo oltre 40 minuti hanno abbandonato nel parcheggio dell’Ospedale Morelli uno dei complici, esanime.
Il Tribunale ha disposto gli arresti domiciliari, accogliendo l’ennesimo ricorso degli avvocati difensori Giulia Dieni e Natale Polimeni che hanno fatto espresso riferimento al caso della donna di Viareggio che ha ucciso il suo ladro con la propria automobile, chiedendo l’applicazione dello stesso metro di giudizio.
Francesco Putortì, invece, è rimasto in carcere 4 mesi: un provvedimento che ha suscitato grande rabbia e sgomento in città con una manifestazione pubblica di vicinanza, una raccolta firme e indignazione unanime.
Il comunicato degli avvocati
Gli Avvocati Natale Polimeni e Giulia Dieni, difensori di fiducia del Sig. Putortì Francesco, unitamente al sostituto processuale Avv. Laura Febert, sono a comunicare la decisione con cui il GIP di Reggio Calabria ha accolto l’istanza proposta dagli stessi difensori, disponendo la revoca della misura cautelare in carcere imposta all’assistito, sostituita con gli arresti domiciliari.
Ha trovato accoglimento l’istanza della difesa, avverso una misura oltremodo afflittiva nei confronti del Sig. Putortì, protagonista di una vicenda che si ritiene un chiaro esempio di legittima difesa domiciliare. I legali, esprimendo estrema soddisfazione per il risultato conseguito, attendono ora l’udienza dinnanzi la Suprema Corte, fissata per il 18 ottobre.