Messina, sequestrati oltre 40 attrezzi da pesca non consentiti

Capitaneria di porto di Messina, sequestrati in mare oltre 40 attrezzi da pesca non consentiti

StrettoWeb

In data odierna, 08 agosto 2024, personale dipendente dalla Capitaneria di porto di Messina, a bordo del battello veloce CP 734, nell’ambito dell’attività di polizia marittima e controllo della costa e precisamente lungo il litorale che va da Capo Alì sino alle acque antistanti il comune di Messina ha proceduto al sequestro, a carico di ignoti, di oltre quaranta rami di palma (c.d. “cannizzi”) e accessori vari. In gergo tecnico si parla di FAD, strumenti di aggregazione dei pesci, che poi vengono fissati al fondale tramite corpi morti e tenuti a galla da materiale plastico.

Tali strumenti, non segnalati, costituiscono un ostacolo in mare e quindi un serio pericolo per la sicurezza della navigazione potendo incattivirsi nell’elica delle imbarcazioni e pertanto creare potenziali sinistri e/o eventi dannosi. E’ una pratica inoltre che impatta negativamente sullo sforzo di pesca in quanto vengono utilizzati strumenti non consentiti che aggregando piccoli pelagici e ne sfruttano eccessive quantità. Inoltre tali strumenti con i relativi accessori in plastica sono trasportati dalle correnti e concorrono purtroppo all’inquinamento marino. Si raccomanda nello svolgimento dell’attività di pesca di attenersi sempre alle regole previste ed al rispetto dell’ambiente consci che detta pratica di pesca non è consentita in quanto pericolosa per la navigazione e nociva per l’ambiente.

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