“Si è appreso della nota di codesta Soprintendenza prot. 651 del 17.01.2024 (qui non pervenuta) indirettamente da nota del 10.01.2024 della CP di Reggio Calabria, peraltro non indirizzata alla Scrivente”. Lo afferma in una nota l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto.
“Al riguardo, questo Ente aveva già manifestato disponibilità al conforme adeguamento del progetto. Ciò potrà avvenire, naturalmente, nei limiti in cui l’adeguamento progettuale non incida esizialmente sui tempi di realizzazione dell’intervento, attesa la superiore, assoluta e inderogabile necessità di non perdere i finanziamenti PNRR destinati all’opera”.
“D’altro canto, un inauspicato stralcio, nell’ambito del complessivo intervento previsto, della parte relativa al Porto di Reggio Calabria significherebbe condannare definitivamente quest’ultimo al sottosviluppo ed all’oblio, stante la condizione di arretratezza logistica ed obsolescenza tecnologica che comporterebbe la mancata elettrificazione delle banchine, tanto più in un contesto di sistema portuale che vedrebbe gli altri scali marittimi del Sistema, per converso, giustamente dotati di tali nuove opportunità, rese peraltro vincolate e cogenti da Agenda ONU 2030, onde le infrastrutture che non risulteranno in linea con la transizione green saranno inesorabilmente tagliate fuori dalle reti di comunicazione nazionali e transnazionali”.
“Altresì non può farsi a meno di aggiungere, nel presente scenario bellico del Mar Rosso che potrebbe coinvolgere presto in prima persona anche il nostro Paese, che l’improvvisa, conseguente penalizzazione in termini economici e di security della rotta per Suez – che proprio recentemente, anche in esito al raddoppio del canale, era tornata in auge a livello planetario restituendo una nuova centralità al Mediterraneo dopo decenni di oscurantismo a favore del Pacifico – rischia già di per sé di mettere improvvisamente in grave crisi economica il sistema portuale nazionale, che, pertanto, potrà possibilmente sopravvivere unicamente grazie all’eventuale valore aggiunto, e conseguente competitività, fornitavi dai cennati interventi in materia di eliminazione delle emissioni inquinanti e di transizione verso forme di energia pulita che incoraggino la navigazione ecosostenibile ed il rispetto ambientale dei luoghi abitati”.
“Infine, non può fare a meno di richiamarsi, per inciso, la vigente legislazione e correlata giurisprudenza che sancisce la necessità di completezza e adeguatezza motivazionale dei pareri, anche paesaggistici, non positivi, affinchè sempre costruttivo possa essere l’apporto procedimentale dai medesimi fornito: fra tutte, Consiglio di Stato, Sez. V, 24.01.2013, n. 424: Per essere validamente espresso, il dissenso deve, tra le altre cose, essere sorretto da congrua motivazione e contenere altresì la critica costruens, volta ad indicare le modifiche progettuali necessarie per il superamento del dissenso medesimo.
In attesa di conclusivamente risolvere nella Sede istituzionale della Conferenza dei Servizi ogni possibile criticità in modo troncante a tutela dei superiori interessi pubblici, tanto si riferisce al fine di fornire, con profondo senso di responsabilità, un dirimente contributo da parte dell’Amministrazione procedente, quale leader istituzionale del procedimento medesimo, e si porgono i migliori saluti”.